MAILER, Norman (App. III, ii, p. 13)
Scrittore statunitense. La prima fase della carriera di M. si chiuse con il celebre Advertisements for myself (1959; trad. it. 1978), raccolta di racconti, saggi, interviste e articoli giornalistici che rappresenta la summa della sua produzione degli anni Quaranta e Cinquanta; il volume comprende anche il famoso saggio di sociologia della cultura The white negro (1957), che sintetizza la violenta critica di M. alla società statunitense. M. ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il National Book Award nel 1968, per Miami and the siege of Chicago (1968; trad. it. 1969), e il premio Pulitzer, nel 1969 con The armies of the night (1968; trad. it. 1968), e di nuovo nel 1980 con The executioner's song (1979; trad. it. 1981).
La radicalità con cui M. attacca istituzioni e convenzioni si è incarnata nell'antieroe S. Rojack, il narratore di An American dream (1965; trad. it. 1966), ed è esplosa nel polemico Why are we in Vietnam? (1967; trad. it. 1968), come nell'affresco del movimento per i diritti civili The armies of the night. L'attenzione per gli eventi più rilevanti del suo tempo si è tradotta in testi come Miami and the siege of Chicago, sulle convention repubblicana e democratica per le elezioni del 1968 (nel 1976, in Some honorable men, M. raccoglierà le sue descrizioni delle convention presidenziali dal 1960 al 1972), al quale sono seguiti: Of a fire on the moon (1970; trad. it. 1971), sulla conquista della Luna; The prisoner of sex (1971; trad. it. 1971), sul movimento femminista; Marilyn (1973; trad. it. 1974), biografia del più famoso mito femminile di Hollywood; The fight (1975; trad. it. 1976), cronaca del leggendario incontro di pugilato Mohammed Ali-George Foreman.
M. è tornato ad analizzare le forme di violenza istituzionalizzata che dominano la società statunitense in The executioner's song, che si basa sulla storia vera di un condannato a morte. Meno felice appare il romanzo storico ambientato nell'antico Egitto Ancient evenings (1983; trad. it. 1983), cui è seguito il più leggero thriller esistenziale Tough guys don't dance (1984; trad. it. 1985). Negli anni Novanta M. ha rinnovato la sua critica all'establishment in romanzi come Harlot's ghost (1991; trad. it. 1992), storia di due generazioni di agenti della CIA, e Oswald's tale (1995; trad. it. 1995), sull'assassinio di J.F. Kennedy. Dopo il biografico Portrait of Picasso as a young man (1995), è tornato al romanzo storico ambientato nell'antichità con The Gospel according to the son (1997; trad. it. 1997), riscrittura 'umanizzata' e in prima persona della vita di Gesù Cristo che ha suscitato roventi polemiche.
Bibl.: R. Poirier, Mailer, London 1972; A. Gordon, An American dreamer. A psychoanalytic study of the fiction of Norman Mailer, Rutherford (N.J.) 1980; Critical essays on Norman Mailer, ed. J.M. Lennon, Boston 1986; Norman Mailer, ed. H. Bloom, New York 1986; N. Leigh, Radical fictions and the novels of Norman Mailer, New York 1990; C.E. Rollyson, The lives of Norman Mailer. A biography, New York 1991; R. Merrill, Norman Mailer revisited, New York-Toronto 1992; M.K. Glenday, Norman Mailer, Basingstoke 1995.