NORMA (A. T., 24-25-26 bis)
Villaggio del Lazio meridionale (prov. di Roma), a 400 m. di altezza sui Lepini, a poche centinaia di metri dalle rovine di Norba. Il paese è allineato sull'estremo ciglione della montagna, che precipita con una rupe a picco sulla sottostante Pianura Pontina (il dislivello tra il paese e la stazione ferroviaria [Norma Ninfa], in basso, è di oltre 300 m.). Nomia nel 1871 aveva 2282 ab., nel 1901, 2587 e nel 1921, 2280. Il lento incremento è spiegato dal notevole contingente di emigrati anche transoceanici. Nel 1931 gli abitanti erano 3348, tutti concentrati nel paese. Esso vive principalmente dell'allevamento (ovini e anche suini), il comune (kmq. 30,8) ha, oltre che aree pascolative, terreni a ulivi, a cereali e patate. Molti degli abitanti scendono periodicamente a lavorare nella regione pontina. Un'ardita strada rotabile collega l'abitato alle stazioni di Norma Ninfa (km. 8) e di Sermoneta della linea Velletri-Terracina.
L'antica Norba. - Città del Lazio, situata nel territorio dei Volsci sopra una collina. Fu di origine latina, ma cadde poi in potere dei Volsci insieme con le città vicine di Cora e Setia. Nel 492 a. C. narra la tradizione che vi fu condotta una colonia: ma la notizia va riferita a età più tarda, quando troviamo Norba certamente colonia di diritto latino. Norba viene menzionata quindi nel 340, durante la grande guerra latina, e nel 327 come uno dei territorî assaliti dai Privernati. Durante le guerre puniche si mantenne fedele a Roma e per la sua forte posizione fu destinata a ospitare gli ostaggi dei Cartaginesi.
Nel periodo delle lotte civili fra Mario e Silla ebbe una parte importante poiché fu occupata dai partigiani del primo e fu l'ultima città conquistata dopo un lungo assedio da parte di Emilio Lepido generale di Silla. Avendo molto sofferto per questo fatto, la città fu dallo stesso Silla ricostruita, almeno nelle parti essenziali. Ma la vita di Norba fu di breve durata perché durante l'impero il sito fu abbandonato a causa del suo difficile accesso e del terreno roccioso e scosceso.
Gli scavi eseguiti nei primi anni del secolo XX sulle due vette principali della città hanno mostrato infatti l'assenza di costruzioni imperiali. Si scorgono invece abbondanti avanzi di case repubblicane, di templi di età assai arcaica, mentre rimane solidamente in piedi tutta la meravigliosa cerchia di mura in opera poligonale, una delle più interessanti del Lazio per la regolarità del taglio dei blocchi, per la posizione strategica delle porte, per gli sbarramenti delle strade di accesso. L'opera poligonale è del tipo più progredito, con pareti levigate e connessure perfette, indizio di opera piuttosto recente, cioè non anteriore al sec. IV a. C. Questa data è stata confermata dagli scavi eseguiti nel 1901 presso la parete interna del muro di cinta. Qui si è trovato tutto materiale di scarico appartenente al sec. IV e in maggioranza del tipo etrusco-campano. Pertanto la fondazione di Norba, e quindi le mura, non possono risalire a età così antica come si credeva dapprima, quando si parlava persino del secondo millennio a. C., ma debbono essere riferite al periodo della conquista romana, cioè alla metà circa del sec. IV a. C.
Bibl.: Annali dell'Inst. corrisp. archeol., 1829, p. 89 segg.; Notizie degli scavi, 1901, p. 514 segg.; Atti del III Congr. intern. di scienze storiche, V, Roma 1903, p. 255 segg.