NOREIA
Divinità antica della regione del Noricum (v.), in special modo la dea protettrice della città di Noreia e, a causa di alcuni tratti affini, è stata dai Romani eguagliata alla Iside egiziana, principalmente perché in ambedue i culti l'acqua aveva una grande importanza. Sia il sacrario di N. sull'Ulrichsberg che quello di Hohenstein (ambedue in Carinzia, poco lontano da Klagenfurt), ed un terzo, di Frauenberg (presso Leibnitz, Stiria), mostrano impianti per il culto dell'acqua; il primo con un largo e profondo bacino, il secondo con un'iscrizione dedicatoria alla dea, che poggia su di una base attraversata dal tubo emissario di una fontana, ed il terzo con un bacino adiacente al tempio e collegato a questo mediante un canale. Dalle immagini plastiche si può dedurre che N. era anche la dea della felicità e del destino, una Fortuna Tyche, quindi ugualmente affine ad Iside.
L'unica rappresentazione monumentale di N. proviene dal cosiddetto recinto delle terme di Virunum e consiste in una statua in marmo locale di dimensioni un poco minori del naturale, eseguita nella prima metà del II sec. d. C., che la raffigura con la cornucopia e quindi come Fortuna (ora a Klagenfurt, Landesmuseum). L'abito ha carattere locale, come i bordi ornati di frange, il lembo del mantello sulla spalla destra, l'ornamento ad arco sul petto, la cintura dal largo pendaglio visibile sotto il mantello. D'altra parte le frange appartengono pure alla foggia di Iside ed il serpentello dell'ornamento del petto potrebbe allo stesso modo adornare la divinità egiziana. Su di un altare conservato a Noreia (C.I.L., iii, 4806) appare collocato un globo che una volta portava la statuetta, rappresentando così la dea come divinità del destino e dominatrice del mondo. Una statuetta in bronzo rinvenuta nel sacrario di N. a Hohenstein (Klgenfurt, Landesmuseum), dovrebbe raffigurare la stessa N., benché essa sia fornita solo degli attributi della Fortuna-Tyche, la cornucopia nella sinistra e il timone (disperso) nella destra, e manchi qualsiasi indicazione della sua origine locale. È possibile che N. portasse la corona turrita, come ci suggerisce una piccola testa di marmo portante questo attributo, parimenti rinvenuta nel sacrario di N. a Hohenstein. Non sarebbe nemmeno escluso che la bella testa di una divinità cittadina di Virunum (Klagenfurt, Landesmuseum), dell'epoca adrianea, appartenga ad una statua di Noreia.
Bibl.: R. Egger, Führer Mus. Klagenfurt, Vienna 1921, p. 66, n. 97, fig. 37; M. Silber, Isis - Darstellungen in keltisch-germanischer Auffassung, ibid., 134, 1942, p. 21 ss.; H. v. Petrikovits, Vorläufiger Ber. über. d. Ausgrabungen im Glantal, in Österr. Jahresh., XXVIII, 1933, p. 145 ss.; id., Zu einigen Globusdarstellungen, in Mitt. Ver. Klass. Philolog. Wien, X, 1933, p. 116 ss.; id., Zwei Kleinplastiken von Hohenstein im Glantal, in Germania, XX, 1936, p. 25 ss.; C. Praschniker, Noreia Isis, in Carinthia, CXXXI, 1941, p. 262 ss.; R. Egger, Der Ulrichsberg, ibid., CXL, 1950, p. 29 ss.; A. Barb, Noreia und Rehtia, ibid., CXLVIII, 1953, p. 204 ss.; W. Modrijan, Frauenberg bei Leibnitz, Leibnitz 1955.