NORCIA (A. T., 24-25-26 bis)
Cittadina dell'Umbria, in provincia di Perugia (da cui dista 108 km.), sede vescovile, situata a 604 m. s. m. presso il margine settentrionale di una verde conca, il cui fondo pianeggiante, lungo circa 7 km. e largo al massimo 3, è chiamato Piano di S. Scolastica. È fabbricata su un conglomerato forse quaternario e i suoi edifici, costruiti quasi sempre in pietra calcarea dei monti vicini, sono in genere bassi, poiché la città fu più volte percossa da forti terremoti (tra i quali sono da ricordare quelli del 1703, uno dei più rovinosi dell'Italia centrale, del 1719, del 1730 e del 1859); alcune chiese e palazzi sono caratteristici per avere muri esterni a scarpata, a scopo antisismico.
Norcia ha avuto uno sviluppo demografico assai lento, anzi in alcuni periodi vi si è determinata una diminuzione di popolazione: essa aveva 3182 abitanti nel 1701, 3609 nel 1871, 3468 nel 1901, 3057 nel 1911, 2827 nel 1921, 3426 nel 1931. È collegata con Spoleto mediante un'ardita ferrovia elettrica di 52 km., e con Preci con un servizio automobilistico. Industria caratteristica di Norcia è la salatura e l'insaccatura delle carni di maiale.
Il vasto comune di Norcia (kmq. 278,01) comprende i bacini di Norcia e del Castelluccio con le montagne che li ricingono; l'82% della sua superficie si trova a più di 800 m. d'altezza, e questo spiega perché il 66% di essa sia occupato da prati e pascoli e solo il 22% da seminativi. A coltura specializzata di piante legnose è adibito il 7% circa del territorio (vigneti) e l'8% a boschi; il resto è improduttivo. Data l'altimetria, la popolazione è scarsa (8722 ab. nel 1901, 8568 nel 1911, 8107 nel 1921, 8408 nel 1931:30 per kmq.); essa vive quasi tutta accentrata (9,2% di popolazione sparsa) nel capoluogo e in numerosi villaggetti che gli fanno corona, addensandosi specialmente ai margini della fertile conca di Norcia. Questa ha il fondo formato in gran parte di depositi lacustri, poiché nel Pliocene e nel Quaternario antico fu occupata da un lago, che si svuotò in seguito al formarsi di una spaccatura lungo l'asse di un'anticlinale di terreni neocomiani e giurassici tra Villa di Serravalle e Biselli, che è percorsa in parte dal Sordo e in parte dal Corno (Nera-Tevere) e che forma l'imponente Stretta di Biselli, un'angusta forra dalle pareti quasi verticali. La conca di Norcia sembra dovuta a sprofondamenti avvenuti in tempi geologici non molto antichi, mentre quella del Castelluccio, che si apre a oriente di essa e assai più in alto, dominata dalla mole del Vettore (2449 m.) che la chiude a est, è dovuta essenzialmente all'azione carsica delle acque sotterranee. I piani del Castelluccio sono tre: il più grande di essi, a 1270 m. s. m., con fondo alluvionato orizzontale e pressoché piano, ha 14 kmq. di superficie; gli altri due, assai più piccoli possono essere considerati come appendici valliformi del primo. Nella parte sud-occidentale del Piano Grande scorre il Fosso dei Mergani, le cui acque vengono assorbite dal più importante inghiottitoio del piano stesso; all'inizio della primavera, quando si fondono le nevi, questa parte di solito è inondata. Su un colle che s'innalza al margine settentrionale del Piano Grande, a 1453 m. s. m., si trova il villaggetto di Castelluccio (452 ab.), il più elevato centro umbro e uno dei più alti dell'Appennino.
Monumenti. - La piccola città ha un carattere assolutamente moderno, soprattutto nella sua pianta regolare, in seguito alle distruzioni cagionate dai terremoti, e segnatamente da quelli del 1702, del 1703, del 1730, del 1859. Nondimeno rimangono in piedi, più o meno trasformati alcuni edifici meritevoli di ricordo.
Il Palazzo comunale, rifatto totalmente nelle parti superiori, conserva un portico forse del secolo XII. La chiesa di S. Benedetto è un bell'esempio di architettura gotica della fine del secolo XIII con qualche elemento abruzzese: restaurata più volte e completamente rifatta nell'interno, conserva accanto alla cripta i ruderi di una casa romana dei bassi tempi, nei quali la tradizione vuol ricordare la casa natale di S. Benedetto e S. Scolastica. Altri notevoli edifici gotici trecenteschi sono la chiesa di S. Francesco (che ora si viene restaurando per farne la sede del Museo civico); la chiesa di S. Agostino sorta su una costruzione più antica; la chiesa di S. Giovanni e il Tempietto, un'edicola a pianta quadrata con interessanti motivi ornamentali in rilievo che porta le indicazioni dell'anno 1354 e del suo autore, Vanni di Tuzia. Il duomo, che è stato ricostruito nel secolo XVIII, conserva ricordi di età antecedenti.
Ma il monumento più notevole di Norcia è oggi la cosiddetta Castellina, piccolo e saldo edificio a pianta quadrata con quattro torri e bastioni angolari a sghembo, i cui fianchi presentano una superficie gobba. L'originale costruzione fu iniziata dal Vignola nel 1554 per ordine di papa Giulio III.
Quanto a pitture, in S. Agostino sono affreschi con la data 1497 di Giovanni Battista da Offida, un seguace del Crivelli che ha conosciuto i suoi contemporanei umbri; nel palazzo comunale è oggi la grande tavola di Iacopo Siculo (1541), già alla SS. Annunziata, rappresentante l'Incoronazione della Vergine. Ricordiamo anche la Resurrezione di Michelangelo Carducci da Norcia (1560), conservata in S. Benedetto.
Nel Palazzo comunale si conservano anche un reliquiario in argento dorato con smalti provenienti da S. Benedetto (1450) e un codice quattrocentesco umbro in volgare con miniature detto "la Franceschina" ovvero "Specchio dell'ordine minore".
Storia. - Norcia corrisponde all'antica città sabina Nursia. Venne in potere dei Romani nel 290 a. C. per opera di Manio Curio, col resto della Sabina ancora indipendente; ricevette la cittadinanza e fu più tardi iscritta nella tribù Quirina. Fu sul principio prefettura, ebbe, come gli altri municipî sabini e vestini, un collegio di octoviri; sappiamo che aiutò Scipione Africano nei preparativi dell'impresa d'Africa e che si attirò (è incerto per quale ragione) l'ira dei Gracchi. Durante le guerre civili prese le parti di Antonio, respingendo Ottaviano dalle sue mura, di che fu gravemente punita più tardi. Nursia fu la patria di Q. Sertorio, il noto generale democratico, di Vespasia Polla, madre dell'imperatore Vespasiano, di S. Benedetto e di S. Scolastica.
Bibl.: P. Principi, Idrologia sotterranea della Pianura di Norcia, in Boll. Soc. geografica, 1911, pp. 849-862; R. Riccardi, Ricerche sull'insediamento umano nell'Umbria, Roma 1931. - Per l'antica Nursia v.: H. Nissen, Italische Landeskunde, II, i, Berlino 1902, p. 468; Corpus Inscriptionum Latinarum, IX, p. 427 segg.; M. v. Duhn, Italische Gräberkunde, I, Heidelberg 1924, pp. 595-598; F. Patrizi-Forti, Delle Memorie storiche di Norcia, Norcia 1869; M. Guardabassi, Indice-guida dei monumenti.... dell'Umbria, Perugia 1872; U. Gnoli, Pittori e miniatori nell'Umbria, Spoleto 1923; G. Giovannoni, Saggi sull'architettura del Rinascimento, Milano 1931, pp. 248-250 e 261; G. Angelini Rota, Spoleto e il suo territorio, Spoleto 1920, pp. 236-58.