NONIANUS ROMULUS
Questo nome, attribuito ad uno sconosciuto artista romano dell'età degli Antonini, si trova inciso sul lato lungo posteriore di un sarcofago in marmo pentelico proveniente da Villa Medici in Roma ed attualmente esposto a Firenze, nella Galleria degli Uffizi, ove fu trasportato nel 1784. Gli altri tre lati del sarcofago recano scene in bassorilievo, con la narrazione della vita del defunto, dall'infanzia al matrimonio: vi è poi una scena di caccia ed infine una di clementia raffigurante il morto come magistrato rivestito di imperium, nel pieno esercizio dei suoi poteri, così come l'altra scena del lato frontale lo ritraeva nelle vesti del sacerdote sacrificante.
Il sarcofago, nonostante alcune reminiscenze classicistiche che fanno pensare ad età adrianea, è da porsi in periodo alquanto più tardo per il largo uso del trapano, al limite fra l'età degli Antonini e quella dei Severi. Quanto alla iscrizione del lato posteriore, ora non più visibile data la collocazione del sarcofago, il Lippold opina che non si tratti del nome dell'artista, bensì di quello del defunto: ma a questa ipotesi si oppone la mancanza di una titolatura adeguata, dal momento che le scene sul sarcofago qualificano il morto come persona certo assai ragguardevole nella vita pubblica. Poiché d'altro canto l'esistenza di questo supposto artista non è suffragata da testimonianze, non è neppure da respingere a priori la vecchia ipotesi del Guattani che, stante la rozzezza dei caratteri epigrafici, pensava ad un'iscrizione commemorante il defunto, un oscuro Nonianus, per il quale fosse stato reimpiegato il sarcofago del magistrato.
Bibl.: G. A. Guattani, Monumenti antichi inediti, I, Roma 1784, pp. 44 ss., in particolare 57-8, tavv. I-II; H. Dütschke, Antike Bildwerke in Oberitalien, III, Lipsia 1878, pp. 24-9, n. 62; H. Brunn, Geschichte der griechischen Künstler, I, Stoccarda 1889, p. 428, paragr. 613; G. Lippold, in Pauly-Wissowa, XVII, 1936, col. 862, s. v.; G. A. Mansuelli, Galleria degli Uffizi. Le sculture, Parte I, Roma 1958, pp. 235-6, n. 253 (inv. n. 82), tav. n. 253 a, b, c (con bibl. prec.).