NOMOTETI (νομοϑέται)
Nome greco che indica, in senso generale, tutti i grandi legislatori, come Solone in Atene, Licurgo in Sparta, ecc. In senso particolare col nome di nomoteti s'intendeva in Atene una commissione scelta dall'assemblea popolare (ἐκκλησία) fra i membri dell'Eliea (v.), che doveva decidere se approvare o no una nuova legge proposta, oppure completare o variare una legge vecchia.
Per i Greci il cambiar legge era un provvedimento gravissimo che era preso con ogni prudenza. La prima adunanza annuale dell'ecclesia, che si teneva in luglio, decideva coi voti se dovessero essere ammesse o no proposte di leggi nuove. In caso affermativo, la legge era proposta e si esponeva dinnanzi alle statue degli eponimi (v. agorà). Quivi rimaneva tra la prima votazione dell'assemblea e la seduta con cui l'assemblea sottoponeva al giudizio dei nomoteti le leggi nuove che erano presentate in contrasto con le antiche e che erano sostenute dai proprî proponenti; le antiche erano sostenute da alcuni delegati dell'assemblea (συνήγοροι o σύνδικοι). Ai nomoteti spettava l'ultima decisione. Anche altrove in Grecia, per es. in Cirene, abbiamo notizia dell'esistenza di un collegio di nomoteti.
Bibl.: U. E. Paoli, Studi sul processo attico, Padova 1933, p. 27 segg.; G. Busolt, Griech. Staatskunde, Monaco 1920-26, passim.