nominare
Accanto al significato originario di " dare nome " (v. NOMARE), ravvisabile in Pd IV 63 sì che Giove, / Mercurio e Marte a nominar trascorse (il mondo pagano, malamente interpretando la dottrina platonica degl'influssi celesti, dette ai pianeti nomi di divinità) - " ricever nome ", al passivo (Vn XXIV 4, Cv IV VI 12) - ha frequentemente in D. il valore di " pronunciare il nome " di qualcuno, e quindi " individuare qualcuno svelandone il nome ": mi sentio dicere appresso di me: " Vedi come cotale donna distrugge la persona di costui "; e nominandola, io intesi che dicea di colei... (Vn V 2); nominollami per nome (IX 5); più di mille / ombre mostrommi e nominommi a dito (If V 68); analogamente in Vn X 1, XII 6, Cv IV XXV 10, If XXIX 27, Pg XXIV 17.
In altri luoghi denota il procedimento mediante il quale si chiama qualcosa per il nome che le è proprio - Nullo atto è laido, che non sia laido quello nominare (Cv IV XXV 9, e v. Vn XIII 4) - o per termini sineddotici: Ne la prima [parte del sonetto] dico ove va lo mio penero, nominandolo per lo nome d'alcuno suo effetto (Vn XLI 3), con allusione al verso passa 'l sospiro ch'esce del mio core (§ 10 2), dove 'l sospiro sta per ‛ il pensiero ' che lo genera.
Al passivo o al participio passato con valore attributivo è usato in riferimento a cose di cui si è fatto il nome: le sopra nominate canzoni (Cv I II 16); quelli nobili che di sopra, in questo capitolo, sono nominati (I IX 8); e ancora Cv I I 9, VIII 1, IV 13. Una volta ricorre a proposito del titolo di un libro: la presente opera, la quale è Convivio nominata (Cv I 116).
Infine si apparenta talora con l'idea della notorietà, della fama, come -in Cv III XI 4 quelli sette savi antichissimi, che la gente ancora nomina per fama, e IV XVI 6 per questo vocabulo ‛ nobile ' s'intenda ‛ essere da molti nominato e conosciuto '.