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PROPRI, NOMI

La grammatica italiana (2012)
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PROPRI, NOMI


A differenza dei nomi ➔comuni, i nomi propri identificano uno specifico elemento all’interno di una categoria, come ad esempio

PROPRI

• A eccezione dei nomi di persona, i nomi propri possono essere o maschili o femminili.

La maggior parte dei nomi propri di persona forma il femminile sostituendo alla desinenza del maschile la desinenza -a

Paolo ▶ Paola

Emanuele ▶ Emanuela

Giovanni ▶ Giovanna

Alcuni nomi formano il maschile e il femminile in modo diverso

Gabriele ▶ Gabriella

Nicola ▶ Nicoletta

Alcuni nomi italiani sono soltanto maschili (Luca, Matteo,Thomas) o soltanto femminili (Mirella, Elisa, Marika, Veronica).

• Al plurale, la maggior parte dei nomi propri rimane invariata, a eccezione di alcuni casi:

– per indicare due o più persone che condividono lo stesso nome

le tre Marie

restano in carcere i due Alberti (padre e figlio) già detenuti (www.informazione.it)

– per indicare due o più opere d’arte riconducibili a un unico artista

due meravigliosi Tintoretti

– con tono enfatico, per indicare una categoria di individui con caratteristiche particolari ben definite

Canzoni brutte ma brutte (quelle dei vari Valeri Scanu) oppure già sentite e già viste (http://forum.musiczone.it)

• In genere davanti ai nomi propri non si usa l’articolo ➔indeterminativo; l’uso è possibile solo in alcuni casi:

– quando il nome è accompagnato da elementi che lo specificano

I visitatori verranno accompagnati in una Venezia magica, tutta da scoprire

– con il significato di ‘un tale, un certo individuo’ davanti a un nome che si considera sconosciuto

Capitò tanti anni fa a un Giovannetti che abitava vicino casa nostra

– per riferirsi a un individuo di pari livello a quello indicato dal nome proprio

Uno Steve Jobs non nasce tutti i giorni

– quando il nome proprio indica un referente concreto a cui è in qualche modo collegato

Un Modigliani (= un quadro di Modigliani) incastra il “boia di Vukovar” («Corriere della Sera»)

Ho bevuto un Chianti buonissimo (= un vino prodotto nella regione omonima)

L’articolo ➔determinativo può precedere i nomi propri solo in alcuni casi:

– quando il nome è accompagnato da elementi che lo specificano

riconosco il Giulio dei tempi migliori

– con i soprannomi

Anche loro cercavano il Freddo (G. De Cataldo, Romanzo criminale)

– quando il nome proprio è usato per esprimere un referente concreto a cui è collegato

La Ferrari testa rossa (= l’automobile con quel nome)

– con i cognomi di uomini illustri, nella scrittura saggistica o comunque in un registro elevato

Il Manzoni non scrisse solo I Promessi sposi.

Usi

Nella lingua parlata è frequente l’uso dell’articolo determinativo davanti ai nomi propri. Quest’uso è comune anche con i nomi maschili solo nell’Italia settentrionale, mentre con i nomi femminili è più diffuso, ma in entrambi i casi è da evitare in contesti formali e nello scritto

La Giulia e la Maria verranno a cena

Hai già chiamato il Giuseppe?

«Dove son stata? Al cinema sono stata, con la Franca» (D. Buzzati, Sessanta racconti)

È molto comune, anche nello scritto, l’articolo davanti ai cognomi di donne, anche se quest’uso non è più considerato da alcuni ➔politicamente corretto

La Rossi è in ferie

«Non mi piace quando dite “la Fornero”, oppure “la Littizzetto”. Dite “Fornero” e basta, così come dite “Monti”». Non è una lezione di grammatica, ma un’esortazione anti maschilista quella del ministro del Lavoro Elsa Fornero, che ieri pomeriggio si è rivolta così a giornalisti e pubblico del Circolo dei lettori di Torino («Corriere della Sera»).

Vedi anche
sostantivo In grammatica e in linguistica, nome s. (o s. in assoluto), parte del discorso che indica una singola persona, un singolo animale o una singola cosa, o una classe di persone, animali o cose. Nella grammatica greco-latina, il s. non formava una parte del discorso autonoma, ma costituiva, insieme all’aggettivo, ... plurale In linguistica e grammatica, un aspetto della categoria grammaticale del numero che, contrapposto al singolare (e, dove esiste, al duale, triale e quattrale), indica che le persone o le cose sono più di una (e rispettivamente più di due, tre, quattro). Mentre nelle lingue indoeuropee il p. è distinto ... desinenza Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso delle d., soprattutto nominali, nelle lingue ‘analitiche’. ... lingue veicolari Le lingue usate per la comunicazione, e soprattutto per l’insegnamento e per attività tecniche e scientifiche, tra persone di lingua materna diversa.
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Vocabolario
propriaménte
propriamente propriaménte (pop. propiaménte) avv. [der. di proprio]. – Realmente, veramente, a dire le cose come sono: i fatti si sono svolti p. così; lui p. non ne ha alcuna colpa; esattamente, precisamente: con chi vuole parlare p.?;...
pròprio
proprio pròprio (pop. pròpio) agg. e avv. [dal lat. proprius, prob. dalla locuz. pro privo «a titolo privato, personale»]. – 1. a. Che appartiene a una determinata persona, che è veramente suo e non d’altri: cosa p., di cui si ha la proprietà;...
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