PROPRI, NOMI
A differenza dei nomi ➔comuni, i nomi propri identificano uno specifico elemento all’interno di una categoria, come ad esempio
• A eccezione dei nomi di persona, i nomi propri possono essere o maschili o femminili.
La maggior parte dei nomi propri di persona forma il femminile sostituendo alla desinenza del maschile la desinenza -a
Paolo ▶ Paola
Emanuele ▶ Emanuela
Giovanni ▶ Giovanna
Alcuni nomi formano il maschile e il femminile in modo diverso
Gabriele ▶ Gabriella
Nicola ▶ Nicoletta
Alcuni nomi italiani sono soltanto maschili (Luca, Matteo,Thomas) o soltanto femminili (Mirella, Elisa, Marika, Veronica).
• Al plurale, la maggior parte dei nomi propri rimane invariata, a eccezione di alcuni casi:
– per indicare due o più persone che condividono lo stesso nome
le tre Marie
restano in carcere i due Alberti (padre e figlio) già detenuti (www.informazione.it)
– per indicare due o più opere d’arte riconducibili a un unico artista
due meravigliosi Tintoretti
– con tono enfatico, per indicare una categoria di individui con caratteristiche particolari ben definite
Canzoni brutte ma brutte (quelle dei vari Valeri Scanu) oppure già sentite e già viste (http://forum.musiczone.it)
• In genere davanti ai nomi propri non si usa l’articolo ➔indeterminativo; l’uso è possibile solo in alcuni casi:
– quando il nome è accompagnato da elementi che lo specificano
I visitatori verranno accompagnati in una Venezia magica, tutta da scoprire
– con il significato di ‘un tale, un certo individuo’ davanti a un nome che si considera sconosciuto
Capitò tanti anni fa a un Giovannetti che abitava vicino casa nostra
– per riferirsi a un individuo di pari livello a quello indicato dal nome proprio
Uno Steve Jobs non nasce tutti i giorni
– quando il nome proprio indica un referente concreto a cui è in qualche modo collegato
Un Modigliani (= un quadro di Modigliani) incastra il “boia di Vukovar” («Corriere della Sera»)
Ho bevuto un Chianti buonissimo (= un vino prodotto nella regione omonima)
L’articolo ➔determinativo può precedere i nomi propri solo in alcuni casi:
– quando il nome è accompagnato da elementi che lo specificano
riconosco il Giulio dei tempi migliori
– con i soprannomi
Anche loro cercavano il Freddo (G. De Cataldo, Romanzo criminale)
– quando il nome proprio è usato per esprimere un referente concreto a cui è collegato
La Ferrari testa rossa (= l’automobile con quel nome)
– con i cognomi di uomini illustri, nella scrittura saggistica o comunque in un registro elevato
Il Manzoni non scrisse solo I Promessi sposi.
Nella lingua parlata è frequente l’uso dell’articolo determinativo davanti ai nomi propri. Quest’uso è comune anche con i nomi maschili solo nell’Italia settentrionale, mentre con i nomi femminili è più diffuso, ma in entrambi i casi è da evitare in contesti formali e nello scritto
La Giulia e la Maria verranno a cena
Hai già chiamato il Giuseppe?
«Dove son stata? Al cinema sono stata, con la Franca» (D. Buzzati, Sessanta racconti)
È molto comune, anche nello scritto, l’articolo davanti ai cognomi di donne, anche se quest’uso non è più considerato da alcuni ➔politicamente corretto
La Rossi è in ferie
«Non mi piace quando dite “la Fornero”, oppure “la Littizzetto”. Dite “Fornero” e basta, così come dite “Monti”». Non è una lezione di grammatica, ma un’esortazione anti maschilista quella del ministro del Lavoro Elsa Fornero, che ieri pomeriggio si è rivolta così a giornalisti e pubblico del Circolo dei lettori di Torino («Corriere della Sera»).