nomadare
v. intr. Mutare spesso residenza, spostarsi continuamente.
• Se son nomadi camminino, si diceva un tempo. «Nomadare», come dice efficacemente Giorgia Meloni indicando un nuovo termine con cui si sollecita finalmente qualche segnale di vita da parte delle autorità competenti. (Francesco Storace, Giornale d’Italia, 28 aprile 2015, p. 1, Prima pagina) • E i campi rom spariranno o resteranno nella Roma virginea? [...] Roma sarà la città in cui i nomadi invece di «nomadare», cosa che non fanno più da tempo immemorabile, diventeranno travet o spazzini o finalmente saranno adibiti a qualche mansione di pubblica utilità? (Mario Ajello, Messaggero, 20 giugno 2016, p. 1, Prima pagina) • [Giorgia] Meloni ribadisce: «Il mercatino di corso Quadrio va smantellato subito. I campi rom vanno riconvertiti in piazzole di sosta breve, perché i nomadi devono nomadare (sic, ndr)». (Michela Bompani, Repubblica, 31 marzo 2017, Genova, p. II).
- Derivato dal s. m. e f. e agg. nomade con l’aggiunta del suffisso -are1.
- Già attestato nel Corriere della sera del 3 giugno 2006, Cronaca di Roma, p. 2 (Ernesto Menicucci).