Movimento di protesta originatosi agli inizi degli anni Novanta tra gli abitanti della Val di Susa (Torino), i quali si dichiarano contrari alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, considerata uno spreco di denaro pubblico e ritenuta dannosa per il territorio. Il timore è che in Val di Susa si ripetano gli stessi errori commessi nel Mugello durante gli scavi per la linea ad alta velocità Bologna-Firenze, causa di ingenti danni ambientali. I sostenitori della TAV al contrario vedono nella linea Torino-Lione un’opportunità di progresso per l’Italia, poiché la tratta fa parte di un progetto più ampio di collegamento ferroviario transeuropeo, voluto per facilitare gli scambi e per ridurre le reciproche distanze. Negli anni il movimento No TAV ha promosso numerose manifestazioni di dissenso. L’opposizione è pacifica, ma ferma, e non sono mancati momenti di tensione; si ricorda in proposito il blitz delle forze dell’ordine nel presidio permanente di Venaus (2005), che ha provocato reazioni di protesta in tutta Italia. L’attività dei No TAV è riuscita a bloccare i lavori e, nonostante le pressioni da parte dell’Europa, sembra ancora lontano un accordo tra le parti. Nel maggio del 2011 il movimento ha istituito un nuovo presidio permanente a Chiomonte nel tentativo di ostacolare gli scavi per la realizzazione della galleria geognostica della Maddalena, ma nel giugno successivo, in ottemperanza a quanto stabilito dal commissario Ue ai trasporti S. Kallas per l'erogazione dei fondi comunitari e nonostante i violenti scontri tra forze dell'ordine e manifestanti, il cantiere per la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità è stato aperto. Nel febbraio 2012 la tensione tra forze dell'ordine e manifestanti si è ulteriormente aggravata: sulle strade bloccate della Val di Susa si sono registrati nuovi, violenti scontri, mentre la protesta si è propagata nei primi giorni del mese successivo in molte città italiane, da Milano a Palermo, proseguendo anche ad aprile, in concomitanza con la determinazione degli indennizzi da erogare per l'occupazione temporanea delle proprietà dei residenti.