NITRONAFTALINE
. Derivati nitrici della naftalina che hanno importanza per la fabbricazione degli esplosivi. Fra essi hanno avuto impiego soprattutto la mononitronaftalina, la dinitronaftalina e la trinitronaftalina.
La mononitronaftalina si ottiene facilmente impiegando i soliti tipi di nitratori in ghisa, con agitatori interni e mantello esterno per circolazione di acqua fredda, che si adoperano per la produzione dei nitroderivati aromatici. La nitronaftalina è in forma di massa cristallina, gialla, che fonde a 61°; questo basso punto di fusione serve per usare in miscele questo prodotto onde impiegare, in forma di massa plastica, certi altri esplosivi che hanno più alti punti di fusione.
La dinitronaftalina si prepara generalmente nitrando la mononitronaftalina. Si ottiene una miscela di prodotti isomeri in cui però predominano i prodotti 1 : 8 e 1 : 5. È stata molto largamente impiegata per f0rmare, con nitrato di ammonio, un buon esplosivo di scoppio (Schneiderite, dal nome della ditta che per prima ha impiegato questo prodotto in tempo di guerra), nella proporzione di 12%, di dinitronaftalina e 88% di nitrato ammonico. La miscela veniva compressa nei proiettili a una densità di circa 1,2 e con innesco potente dava buoni effetti dirompenti. Esplosivi di questo genere vennero impiegati sino dal 1885 dal Favier, e ne portano il nome.
La trinitronaftalina e la tetranitronaftalina si ottengono nitrando la naftalina o meglio la dinitronaftalina con miscele nitrosolforiche più concentrate e con eccesso di nitrici sul teorico calcolato. La difficoltà di ottenere prodotti costanti non ha dato molta diffusione all'impiego di questi nitroderivati nella tecnica bellica.