NITRIERE artificiali
Sono costituite da accumuli di materiale inerte (terreno) e di residui organici azotati, tenuti al riparo dell'azione lisciviante delle acque di pioggia e in condizioni di temperatura, di umidità e di aereazione le più appropriate per l'attività degli agenti della nitrificazione.
Per qualche tempo (fine del sec. XVIII - seconda metà del secolo XIX) a esse si faceva ricorso per la preparazione del nitrato potassico, nitro o salnitro. Sono oggi completamente soppiantate, il nitrato potassico ottenendosì per reazione fra nitrato sodico (naturale o sintetico) e cloruro potassico, oppure dalla leucite secondo il metodo Blanc.
Per l'impianto di una nitriera artificiale a terreno piuttosto ricco di sostanza umica venivano mescolati, in proporzionate quantità, letame in via di decomposizione, residui vegetali, deiezioni animali, spazzature, unitamente a carbonato di calcio polverizzato o addirittura a calcinacci frantumati. Nella massa, resa omogenea a mezzo di ripetuti rivolgimenti, si praticava un razionale sistema di drenaggio allo scopo di assicurare il necessario apporto d'aria (ossigeno). A mezzo di periodiche aspersioni di liquidi azotati di facile putrescibilità (deiezioni animali liquide, acque luride e di fogna) veniva mantenuto il regolare grado di umidità. La temperatura si faceva oscillare fra 25° e 28°. Per l'attività dei batterî nitrificanti, l'azoto ammoniacale delle sostanze organiche, in tali condizioni, dava luogo a formazione di nitrato di calcio. Dopo circa due anni dall'impianto, mediante trattamenti metodici e ripetuti con acqua, si asportava il nitrato di calcio formatosi. La soluzione così ottenuta e opportunamente concentrata veniva poi trattata con composti potassici in soluzione (di carbonato potassico, per lo più, ottenuta per lisciviazione, con acqua, dalle ceneri di piante). Per successive cristallizzazioni si riusciva a ottenere il nitrato di potassio a un sufficiente grado di purezza.