NIRVÁNAS (Νιρβάνας), Paulos, pseudonimo di Petros Apostolidis (Πέτρος 'Αποστολίδης)
Poligrafo neogreco, nato a Marianopol (Russia) da genitori greci nel 1866. Studiò medicina ad Atene, divenne medico della marina ellenica e occupò anche cariche nella direzione di sanità. Ritiratosi nel 1922, collaborò più attivamente al giornalismo. Dal 1928 fa parte dell'Accademia di Atene.
Parte della sua feconda opera giornalistica è stata raccolta in libri sotto i titoli: 'Απὸ τὴν ϕύσιν καὶ τὴς ζωὴν (Dalla natura e dalla vita 1898); Τὸ βιβλίον τοῦ κυρίου 'Ασόϕου (Il libro del signore ignorante, 1916); ‛Η ζωὴ τοῦ δρόμον (La vita della strada, 1914); Γύρω ἀπὸ τὸν "Ερωτα (Intorno all'amore, 1920); βίβλος γυναικῶν (Il libro delle donne, 1921); Εὔξυμοι περίπατοι (Passeggiate gaie, 1927); Εὔϑυμη ζωή (Vita gaia, 1928); "Οσα ϕέρνει ἡ ὥρα (Ciò che porta l'ora, 1929); O tempora, o mores (1930). Delle sue novelle, in cui descrive di preferenza la vita semplice delle isole, sono da ricordare le raccolte: Τὸ συναξάρι τοῦ παπᾶ Παρϑένη κ‛ἄλλες νησιώτικες ἱστορίες (La leggenda del papasso Partenio e altre storielle isolane, 1915) e Τὸ πέρασμα τοῦ Θεοῦ καὶ ἄλλα διηνήματα (Il passaggio di Dio e altri racconti, 1922). Coltivò pure il teatro (vol. I: 'Αρχιτέκτοων Μάρϑας, L'architetto Marthas, e Μαρία Πενταγιώτισσα, 1921; vol. II: Τὸ χελιδόνι, La rondinella; "Οταν σπάσῃ τὰ δεσμά μου, Quando si spezzeranno i miei ceppi, 1922), il romanzo ('Αγριολούλουδο, Fior di campo, 1924; "Εγκλημα τοῦ ψυχικοῦ Il delitto dello psichico', psicanalitico' 1929) e la poesia (raccolta di epigrammi tetrastici, sotto il titolo Παγὰ λαλέουσα, Sorgente che canta, 1921).
Scrisse saggi critici (su Aristotele, Valaoritis, A. Papadiamanti, C. Christomannos; Themos Anninos e la caricatura ellenica, Autobiografia linguistica) e sotto il nome vero di P. Apostolidis pubblicò articoli di psichiatria e psicologia fisiologica. La sua filosofia è pessimista, sotto l'influenza di Schopenhauer e di Nietzsche, del quale espose i principî (‛Η ϕιλοσοϕία τοῦ Νίτσε, 1899). Quanto alla lingua, pure movendo dalla kathareúousa, divenne imitatore della lingua scritta di I. Polylàs, indi specialmente nelle novelle e nei feuilletons, adottò lo schietto volgare.
Bibl.: F.-N. Polites, in Νέα ‛Ελλάς, nov. 1915; Hesseling-Pernot, Histoire de la Littérat. grecque moderne, Parigi 1924, pp. 141-43; S. Menardos, Discorso di accettazione del N. nell'Accademia, Atene 1928; 'Εκλεκταὶ σελίδες (Pagine scelte del N.), con prologo di G. Xenopulos, Atene 1922.