Longobardi, Nino
Longobardi, Nino. – Artista (n. Napoli 1953). Autodidatta, ha avuto fondamentale importanza per la sua formazione il sodalizio artistico con il critico e gallerista napoletano Lucio Amelio, che alla fine degli anni Settanta ospita una delle sue prime personali. L. utilizza soprattutto la tecnica del disegno su carta e su parete, oltre a plasmare la tela in senso scultoreo e architettonico, per poi concentrarsi sulla tecnica pittorica e grafica, senza tralasciare la scultura. La figura umana maschile rappresenta l’elemento centrale della sua produzione: essenziale, asciutta, resa con pochi tratti sintetici e una ridotta gamma cromatica (nero grigio, alcuni colori di terra), forma ideale e punto di partenza per ogni rappresentazione figurativa. Gli scheletri e i teschi costituiscono un’altra costante delle sue opere, essenza incorruttibile del corpo umano – Coro (1993 e 1997), Parafulmine (2000), Dante e Virgilio (2011) –, elementi legati alla tradizione napoletana, come i calchi di Pompei che pure sono fonte d’ispirazione per l’artista. Nel 1980, a seguito del terremoto dell’Irpinia, insieme ad Amelio, anima il gruppo di lavoro della mostra Terrae motus, per la quale crea un ciclo basato sulle quattro stagioni. Si apre una stagione di successi: nel 1982 partecipa a Italian art now: an American perspective, al Guggenheim di New York, e ad Avanguardia e Transavanguardia alle Mura Aureliane a Roma. Seguono numerose esposizioni in Italia e all’estero. Nell’ambito delle Stazioni d’arte di Napoli per l’atrio della fermata Quattro giornate realizza, nel 2001, quattro opere, tra cui un grande rilievo in bronzo, ispirate alla Resistenza napoletana.