NIMEGA
(lat. Noviomagus; olandese Nijmegen; ted. Nimwegen; Niumaga nei docc. medievali)
Città dei Paesi Bassi nella prov. della Gheldria, N. è situata in posizione favorevole sulla riva sinistra del Waal, ramo deltizio del Reno, accanto alle vie romane per Colonia e per Maastricht.La città, che ebbe origine da un insediamento celtico, trasformatosi in epoca romana in un castrum nel territorio dei germani Batavi, è identificabile nell'oppidum Batavorum citato nel sec. 1° da Tacito (Historiae, 5, 19). Accanto a questo accampamento, sul bassopiano, si sviluppò un insediamento civile, elevato a città con il nome di civitas Ulpia Noviomagus. Alla metà del sec. 4°, quando i Romani si ritirarono dalla zona, abbandonando la città, il processo di inurbamento si svolse soprattutto sull'area collinare.Nel corso del sec. 7° è attestata una colonia merovingia e alla fine dell'8°, sul luogo del castellum tardoantico, Carlo Magno (771-814) fece costruire un importante palazzo, il Valkhof ('corte del falco'; Eginardo, Vita Karoli Magni, XVII; MGH.SS, II, 1829, p. 452), strategicamente posto fra il territorio franco, quello frisone e quello sassone. All'interno della residenza si trovava una piccola chiesa, dedicata a s. Stefano, che, forse già possesso della diocesi di Colonia, a partire dal vescovato di Cuniberto (ca. 623-ca. 663) venne donata con le sue decime ai St. Aposteln di Colonia durante l'arcivescovato di Pellegrino (1021-1036). Carlo Magno soggiornò a N. in più occasioni dal 777 all'808 e lo stesso fece Ludovico il Pio (814-840), che vi tenne anche quattro diete imperiali dall'817 all'837-838. Successivamente le visite dei sovrani si diradarono.Tra l'830 e l'846 N. svolse funzioni di luogo fortificato, castrum, contro i Normanni, che nell'inverno dell'880-881 occuparono il palazzo, lo dotarono di un sistema difensivo e alla loro partenza lo incendiarono. Gli imperatori sassoni e salici soggiornarono a N. con maggior regolarità. Dopo la parziale distruzione di N., avvenuta nel 1047 a opera del duca di Lorena Goffredo il Barbuto (1040-1069) e di Baldovino V conte di Fiandra (1035-1067), le visite dei sovrani diminuirono, ma nei secc. 12° e 13° imperatori svevi si occuparono continuativamente della città e nel 1155 Federico I Barbarossa (1152-1190) fece ricostruire il palazzo per motivi politico-ideologici.L'insediamento urbano di N. conobbe un forte incremento della popolazione e dell'abitato nella seconda metà dell'11° secolo. La città acquisì privilegi come sede di dazio, dapprima solo mercantile, in seguito anche fluviale; la sua crescente importanza nel settore dei commerci trova una conferma negli accordi che all'epoca vennero stipulati con le città tedesche: l'esenzione di dogana per i mercanti di Kaiserswerth nel 1145; la reciproca esenzione di dogana tra Worms e N. nel 1148.Nel 1247 la rocca con le proprietà annesse, fra cui la città stessa, venne data in pegno dal conte Guglielmo II di Olanda (1235-1256) a Ottone II, conte di Gheldria e Zutphen. Pur restando formalmente una città dell'impero, N. divenne di fatto parte del territorio della contea di Gheldria, ducato dal 1339.Nella seconda metà del sec. 13° il territorio della città si estese ulteriormente e intorno al 1300 fu cinta da mura e raggiunse una superficie totale di ca. ha 28,75. Come città anseatica N. ebbe rapporti commerciali con le Isole Britanniche e con le regioni del mar Baltico, svolgendo un importante ruolo di località di sosta e centro di commercio intermedio. La sua massima fioritura economica si registrò nel sec. 14°: nella seconda metà del secolo N. si estese fino ad accogliere la rocca entro nuove mura, portate a termine intorno al 1467-1468.Sebbene grazie agli scavi sia stato possibile ricavare un discreto numero di informazioni sulla fase romana della città, ben poco è noto della storia degli edifici successivi e incerta è anche la loro localizzazione nel tessuto urbano. I resti archeologici del sec. 10° sono scarsi; per la ricostruzione voluta da Federico I Barbarossa del Valkhof vennero reimpiegati spolia romani e carolingi, come testimoniano i due capitelli corinzieggianti di marmo bianco di età carolingia ancora collocati su colonne romane riutilizzate nell'abside della cappella palatina di S. Martino, nell'area del palazzo che ancora si conserva. Altri tre capitelli simili - in marmo, calcare, arenaria - sono conservati nel Nijmeegs Mus. 'Commanderie van St. Jan'. Questi frammenti attestano che nel palazzo, o nelle sue vicinanze, dovevano trovarsi edifici a carattere monumentale di epoca carolingia.Nell'area del Valkhof, oltre alla citata cappella di S. Martino, è ancora visibile l'ottagonale cappella di S. Nicola, che, erroneamente ritenuta carolingia, va piuttosto datata al secondo quarto dell'11° secolo. L'edificio segue la tradizione della Cappella Palatina di Aquisgrana, sebbene sia privo del corpo occidentale e del coro. Secondo Mekking (1996) la cappella di S. Martino dovette essere costruita prima del 1047, e sensibilmente restaurata su incarico di Federico I Barbarossa nel 1155, mentre la cappella di S. Nicola fu probabilmente realizzata poco dopo il 1047, a imitazione di edifici bizantini a pianta centrale e in particolare della Santa Sofia a Costantinopoli.Per quanto riguarda gli altri monumenti medievali, si conservano alcuni resti delle fortificazioni cittadine, come la torre della Corona e quella del Belvedere nella parte orientale della città antica e parti del bastione e del muro di cinta. Accanto al Valkhof sono visibili alcuni resti della cappella tardogotica di S. Gertrude. La chiesa 'a sala' dei Domenicani, della fine del sec. 14°, fu demolita a seguito dei gravi danni subìti nei bombardamenti del 1944-1945. Altri esempi di architettura tardogotica sono la cappella del monastero di Marienburg e la cappella dell'ospedale di S. Giacomo e dei Celliti (Cellebroeders). La commenda dei Giovanniti fu parzialmente ricostruita in epoca romantica; sul lato settentrionale della chiesa di S. Stefano si trova ancora una fila di case tardomedievali dei canonici.La chiesa di S. Stefano (Grote Kerk), già tardogotica, venne gravemente danneggiata nel 1944 e di conseguenza restaurata (1969). Essa presenta un coro assai ampio, un transetto a tre navate dei secc. 15°-16° e una navata basilicale più antica, relativamente corta, che tra il sec. 14° e il 15° venne trasformata in un impianto 'a sala'. Il progetto del coro con galleria, realizzato tra il 1420 ca. e il 1456 ca., è di Gisbaert Schairt di Zaltbommel, architetto attivo anche in Germania ai confini con i Paesi Bassi, a Xanten e nella chiesa conventuale di Kranenburg.Della pittura tardomedievale a N. non è rimasta che qualche frammentaria testimonianza, come i lacerti di pitture murali tardogotiche nella chiesa di S. Stefano e sulle pareti e sulle volte della cappella di S. Nicola.La decorazione dei manoscritti di N. si distingue per l'impiego di un particolare tipo di disegno a penna, mentre compaiono assai di rado sia decorazioni dipinte sia miniature e iniziali istoriate. Fa eccezione il Bakkermissaal, realizzato in uno scriptorium di N. per la Gilda dei fornai, degli anni 1482-1483 (Nijmeegs Mus. 'Commanderie van St. Jan', C 1 A 2). Sebbene sia stata convincentemente ipotizzata (Gorissen, 1954) la provenienza da N. di Jean Malouel (Johan Maelwael) e dei fratelli Paul e Herman Limbourg, miniatori attivi nel tardo sec. 14° e all'inizio del successivo presso le corti francese e borgognona, finora non è stata rintracciata in città alcuna pittura collegabile alla loro produzione.
Bibl.: F. Gorissen, Jan Maelwael und die Brüder Limburg. Eine Nimweger Künstlerfamilie um die Wende des 14. Jhs., Bijdragen en Mededelingen van ''Gelre'' 54, 1954, pp. 153-221; id., Stede-atlas van Nijmegen [Atlante cittadino di N.], Brugge 1956; H.E. Kubach, A. Verbeek, Romanische Baukunst an Rhein und Maas. Katalog der vorromanischen und romanischen Denkmäler, II, Berlin 1976, pp. 882-885; De stedelijke Munt van Nijmegen [La zecca cittadina di N.], a cura di G.T.M. Lemmens, cat., Nijmegen 1980; Het Valkhof te Nijmegen [Il Valkhof a N.], a cura di G.T.M. Lemmens, cat., Nijmegen 1980; Het Stadhuis te Nijmegen [Il palazzo municipale di N.], a cura di G.T.M. Lemmens, cat., Nijmegen 1982; Nijmeegs Zilver 1400-1900 [L'argento di N. 1400-1900], a cura di G.T.M. Lemmens, cat., Nijmegen 1983; P. Leupen, s.v. Nijmegen, in Lex. Mittelalt., VI, 1993, coll. 1149-1150; G. Binding, Deutsche Königspfalzen. Von Karl dem Grossen bis Friedrich II. (765-1240), Darmstadt 1996, pp. 115-116; A.J.J. Mekking, De Sint-Nicolaaskapel op het Valkhof te Nijmegen. Patrocinia, functie, voorbeeld en betekenis [La cappella di S. Nicola nel Valkhof di Nimega. Patrocinio, funzione, esempio e significato], Nijmegen 1996; G. van Dongen, Gebonden in Nijmegen. Boekbanden en randversiering van handschriften en oude drukken in Nijmegen in de vijftiende en zestiende eeuw [Rilegato a Nimega. Legature di libri e decorazioni di manoscritti e antiche stampe a N. dal sec. 14° al 16°], Nijmegen 1996.A.M. Koldeweij