NILGIRI ("Monti Azzurri"; A. T., 93-94)
Gruppo montuoso isolato che limita verso S. il Deccan, posto dove s'incontrano i Ghati Orientali e Occidentali. Esso ha forma approssimativamente triangolare e copre una superficie di 1700 kmq.; si presenta in generale come un altipiano alto 2000-2300 metri (elevazione massima m. 2633 nel M. Dodabetta, che significa grande montagna) e consta d'una massa intrusiva di carnochite (granulite) scura e molto resistente, che dà luogo ad aspetti diversi nelle varie parti, ed è interrotto da alcune valli tettoniche. A occidente prevalgono superficie poco ondulate con qualche cupola vulcanica, a oriente il rilievo è più mosso, con valli incassate. Verso S. l'altipiano degrada bruscamente sulla soglia di Palghat (m. 370), che permette le comunicazioni tra la costa del Malabar e quella sud-orientale, ma anche verso gli altri versanti le pendici sono molto scoscese, salvo a NO., dove si ricollega con il rilievo di Wynaad. Il pendio occidentale, che spesso è nebbioso, riceve le precipitazioni più abbondanti ed è coperto da una foresta assai densa; verso oriente le precipitazioni diminuiscono e la vegetazione è in qualche parte stepposa. Devala, che è a 910 m. s. m., ha 157 giorni con pioggia ogni anno (3987 mm., di cui 2777 in giugno-agosto), Neduvattam, a m. 1850, ha 124 giorni con pioggia (2526 mm., di cui 1707 in giugno-agosto), Ootacamund, a m. 2268 sul mare, ne ha 1324 mm. con un massimo in ottobre. L'aria asciutta e fresca (Ootacamund: media gennaio 11°,6; aprile 16°,6, contro 24°,1 e 31°,5 di Madras), l'elevata escursione diurna, la mancanza di malaria hanno trasformato alcune località dell'altipiano (specie Ootacamund, in forma abbreviata Ooti, per la popolazione civile, e Wellington, per i militari) in importanti stazioni climatiche, che sostituiscono per gli abitanti le stazioni di Maurizio o del Capo di Buona Speranza. L'altipiano è in gran parte coperto da boschi; fino a 1500 m. prevalgono le specie tropicali della foresta sempreverde umida, più sopra palme nane, epifite e liane, fucsie, ortensie, magnolie, eucalipti e acacie. Una maggiore varietà si nota a occidente, mentre a N. e a E. il tipo è simile a quello della foresta monsonica a foglie caduche. Larghe zone diboscate sono state ridotte a coltura (specie piantagioni di tè, che giungono fino a 2200 metri, e di chincona). Il distretto di Nilgiri, che coincide quasi esattamente con l'altipiano, conta 169.246 ab. (aumento del 33,8% nell'ultimo decennio), pari a una densità di 70 ab. per kmq. Nel 1881 gli abitanti erano solo 91.034. A N. si trovano ancora resti delle più antiche popolazioni indiane, Toda, Kota e Badaga. I Toda, che chiamano sé stessi "signori del monte" e ricevono tributi dalle popolazioni vicine, hanno pelle di colorito chiaro, capelli neri ricciuti, corpo robusto, naso prominente e parlano lingue dravidiche. Essi sono in prevalenza allevatori di bestiame e vivono nelle steppe di NO. in numero di circa 700. Forse sono originarî dal N., ma hanno pure tratti comuni con le popolazioni del Malabar. I Badaga sono più simili alle altre popolazioni dell'India meridionale, parlano dialetti canaresi e sono immigrati dall'altipiano del Mysore; il loro numero è di circa 35 mila ed essi si dedicano all'agricoltura; coltivano orzo; ortaglie, frutta, facendo uso di terrazze. Vivono in villaggi di strada dove s'allineano delle case quadrangolari con tetti piatti. I Kota sono prevalentemente operai e suonatori.
Bibl.: H. F. Blanford, On the geological structure of the Nilgiri Hills, in Mem. Geol. Survey of India, I (1859), pp. 211-48; W. H. Rivers, The Todas, Londra 1906; J. Carl, Dans les massifs montagneux de l'Inde Meridionale, in Le Globe, Ginevra 1930; N. Krebs, Das Hochland der Nilgiri, in Geographische Zeitschrift, XXXIX (1933), pp. 11-29.