Drammaturgo russo e teorico del teatro (Mosca 1879 - Parigi 1953). Per E. la finzione è alla base della vita; donde la sua teoria della "teatralità della vita", della "teatrocrazia" e della funzione essenziale che nella vita hanno gli attori (Teatr kak takovoj "Il teatro come tale", 1913). E. ha cercato di realizzare le proprie idee sia come regista del "Teatro dello specchio deformante", sia come autore (Vesëlaja smert', 1909, V. Kulisack duši, 1912 e Samoe glavnoe, 1920, tradotte insieme in it., nel vol. La gaia morte, Nelle quinte dell'anima, Ciò che più importa, 1925). Lasciata la Russia dopo la rivoluzione, E. ha continuato a lavorare a Parigi, dove ha pubblicato una Histoire du théâtre russe (1947) e si è anche cimentato come regista cinematografico (Fécondité, 1929).