nicotina
l più importante alcaloide del tabacco, in cui la sua percentuale varia dallo 0,7 al 4%, a seconda della varietà. La n. è facilmente assorbita dalle mucose (soprattutto dall’epitelio bronchiale e alveolare) e dalla cute. Pervenuta in circolo, essa viene in gran parte distrutta dal fegato e in parte eliminata con le urine, col sudore ed eventualmente con il latte. La sua azione farmacologica è spiccatamente neurotropa. Sul sistema nervoso centrale essa determina effetti di eccitazione, che possono culminare in fenomeni convulsivi. Sul sistema neurovegetativo la n. provoca dapprima eccitamento e poi paralisi dei gangli. Inizialmente si ha eccitamento di quelli parasimpatici (rallentamento dei battiti cardiaci, vasodilatazione con caduta della pressione, aumento della peristalsi, ecc.), cui segue l’eccitamento dei gangli simpatici (si hanno tachicardia, ipertensione arteriosa, rallentamento della peristalsi, ecc.). Infine si ha paralisi sia dei gangli simpatici, sia di quelli parasimpatici: la frequenza cardiaca rallenta nuovamente (talora fino all’arresto del cuore) e si ha caduta della pressione arteriosa. Alte dosi di n. provocano anche un effetto curaro-simile, ossia paralisi dei muscoli striati per blocco delle placche motrici. L’intossicazione acuta da n. è per lo più evenienza accidentale o volontaria (tentativi di suicidio) e si manifesta con dolori addominali, diarrea, vomito. Dosi di 50÷60 mg provocano nell’uomo la morte per paralisi circolatoria e respiratoria. L’intossicazione cronica (nicotinismo) è frequente negli addetti alla lavorazione del tabacco e nei fumatori accaniti: è caratterizzata da ipotensione, accelerata peristalsi, ipercloridria, bradicardia, ecc. Nei fumatori i sintomi tossici costituiscono il quadro del tabagismo (➔) nella cui patogenesi, oltre alla nicotina, che ha la parte fondamentale, intervengono altre sostanze più o meno nocive.