NICOPOLIS ad Istrum (v. vol. V, p. 458)
Scavi condotti regolarmente nell'area della città antica a partire dal 1970 permettono di gettare nuova luce sulla storia di N. e di chiarire alcuni problemi relativi al suo territorio, all'urbanistica, all'architettura.
Documentazioni epigrafiche spostano al Danubio il confine settentrionale del territorio di Nicopolis.
La città aveva una superficie di 21,55 ha. Di pianta rettangolare, presenta a SE un ampliamento di forma irregolare ove sono attestate tracce di vita tra V e VI sec.; è concepita secondo il sistema ortogonale e le strade hanno direzione NE-SO. Il cardo maximus è tangente al lato E dell'agorà. Il decumanus maximus dalla porta O della città giunge all’agorà e di qui, dopo una breve interruzione, prosegue per la porta orientale.
L'agorà si data all'epoca adrianea; le iscrizioni più antiche relative a questo complesso sono del 136. Risulta, rispetto al centro geometrico della città, notevolmente spostata in direzione E e leggermente più a S. Ha pianta rettangolare con un ingresso su ciascun lato. I propilei, in pietra calcarea, hanno colonne di ordine corinzio e risalgono agli anni di regno di Antonino Pio, di Marco Aurelio e di sua moglie Faustina (145-161), come ricorda un'iscrizione in lingua greca scolpita sul fregio-architrave. Dai propilei si accede all'agorà, attraverso un piccolo atrio rettangolare con porticato di ordine ionico. Scavi recenti permettono di affermare che l'area dell'agorà è quasi quadrata: 42 m (N-S) x 41 m (E-O); è circondata da portici monumentali di ordine ionico, di cui sono conservati in loco basi di colonne, colonne, capitelli, blocchi del fregio-architrave, cornici. Le basi angolari, come in Asia Minore e in Grecia, sono cuoriformi.
Al piano pavimentale dell'agorà, ricoperto da lastre rettangolari in pietra calcarea, si accede mediante gradini; essi vanno messi in rapporto con il dislivello del terreno in direzione O-E. Nell'agorà, a cielo scoperto e sotto i portici, si trovavano statue di bronzo, delle quali sono giunte sino a noi soltanto le basi, in pietra calcarea, recanti sulla parte frontale iscrizioni in onore degli imperatori romani (da Adriano a Gordiano III) e dei singoli membri delle loro famiglie. Le impronte dei piedi fanno supporre che le statue fossero a grandezza naturale o maggiore del vero. Con esse va messa in relazione una testa in bronzo di Gordiano III (238-244), di ottima fattura.
Nell'agorà si trovano are rettangolari in pietra calcarea. Verso il centro della piazza sono state di recente scoperte le fondamenta di una base di statua rivolta verso O; si suppone che possa trattarsi della statua di Settimio Severo a cavallo.
L'agorà è circondata da edifici: sul lato Ν dalla basilica civile, sui lati E e S da tabernae, sul lato O dal bouleutèrion, da un edificio a tre navate e da altri due ancora non scavati, dall’odèion, e a O di questo, da un edificio con porticato. La basilica civile (67 x 20 m), a tre navate, in origine stoà a due navate, è orientata verso meridione. All'edificio si accede direttamente dall'agora, secondo un uso ricorrente nelle basiliche di tipo greco (p.es. quelle di Efeso e di Smirne), cosicché in effetti il porticato Ν dell'agora diventa il lato S della basilica. Sul fregio-architrave del porticato si trovava un'iscrizione, ora estremamente lacunosa. Le tabernae, che si snodano sui lati E e S dell'agorà, hanno pianta rettangolare e ingresso sotto i portici. Il bouleutèrion (sul lato O dell'agorà) risale all'epoca adrianea: ha pianta rettangolare (dimensioni interne di 16,60 x 15,25 m) e ingresso trifido di ordine ionico sul lato orientale. All'interno dell'edificio sono conservate venti basi in pietra calcarea, le quali, come suggeriscono le iscrizioni, vanno messe in relazione con statue di bronzo, prevalentemente della famiglia dei Severi.
Un edificio di pianta rettangolare si trova a Ν del bouleutèrion: due file parellele di pilastri in opus mixtum a forma di parallelepipedo lo dividono in tre navate di uguale larghezza. Vi si accede da E (dalla stoà-basilica) e da S, da due ingressi ben conservati. Nella navata meridionale, lungo il muro S, sono semi-incassate nel pavimento, a breve distanza l'una dall'altra, basse lastre rettangolari in pietra calcarea con iscrizioni in lingua greca. Tra i nomi e i patronimici di cittadini di N. (greci e romani) ivi menzionati, vi è anche quello di un sacerdote. Si tratta forse di membri di una confraternita religiosa che finanziò la costruzione dell'edificio. Questo rimase fortemente danneggiato nella seconda metà del IV sec. a seguito di un terremoto. Le monete più tarde qui rinvenute sono di Valente, morto nel 378. L'edificio deve aver perso successivamente la sua originaria importanza, come fa presupporre la presenza di muri di pietra e fango appartenenti a una sua successiva fase abitativa.
Due edifici ancora non riportati alla luce si trovano rispettivamente a O del bouleutèrion e a O dell'edificio a tre navate.
L'odèion, l'unico finora scoperto in Bulgaria, è a S dei propilei e del piccolo atrio con porticato. Ha pianta rettangolare e dimensioni esterne di 36,20 x 28,10 m. Vi si accedeva da E (dall'agorà) e da O (da un edificio con porticato). Comprende l'edificio della scena, di pianta rettangolare, con cinque ambienti sottostanti, due pàrodoi e l'orchestra, intorno a cui sono disposti sedili di pietra] sotto ai sedili più alti, sui lati E, O e N, si trovano undici magazzini a pianta rettangolare. L'odèion doveva avere una capienza di 350-400 posti a sedere. È databile all'epoca di Adriano.
L'edificio con porticato, a O dell’odèion e in evidente relazione con esso, ha due ingressi di cui uno, sul lato O, si affaccia sul cardo maximus e l'altro, sul lato E, lo collega con l’odèion. Il portico presenta basi di colonne di stile ionico; quelle angolari sono, come nell'agorà, cuoriformi.
L'intero complesso dell'agorà è in uso fino alla fine del IV secolo. Nella stessa area sorgeranno più tardi edifici in pietra e terra. Altri edifici sono stati riportati alla luce nelle vicinanze di tale complesso in direzione S ed E. Lungo il decumanus, di fronte alle tabernae meridionali dell'agorà sono stati scoperti resti di tre insulae, che presentano sulla facciata settentrionale portici in stile ionico, databili al II secolo. Lungo il decumanus maximus, nelle vicinanze delle tabernae orientali dell'agorà si trova un grande edificio pubblico (67 x 28,30 m); un'iscrizione edilizia dell'epoca dell'imperatore Commodo (184-5) lo definisce Thermoperìpatos. Sui lati Ν e S dell'edificio si trovano ventisei tabernae rettangolari con ingressi sulle strade. Su ciascuno dei quattro angoli c'è un ingresso rettangolare; al centro e un ampia sala, che probabilmente era un luogo di incontro e di passeggio. Recenti scavi hanno permesso di constatare che l'edificio si sovrappone a uno più antico a pianta analoga, distrutto forse dai Costobochi nel 170.
Lungo il tratto settentrionale delle mura è stato rinvenuto un bagno pubblico del II-III secolo.
Le ricerche sono attualmente in corso anche a S del bagno, nell'area di un edificio a pianta rettangolare e atrio con portico ionico, forse una «palestra» (II sec.).
Nell'ampliamento SE della città, effettuato nel IV sec., è stata scavata di recente una basilica paleocristiana a tre navate (VI sec.).
Ν. batte monete di bronzo dagli anni di Antonino Pio (138-161) a quelli di Gordiano III (238-244). Sono stati rinvenuti c.a 900 tipi a soggetti diversi, tra cui le porte della città, i templi, gli edifici pubblici, le divinità.
Sono stati rinvenuti centri di produzione di ceramica (II-IV sec.) nel territorio di N., in particolare nei siti di Pavlikeni, Butovo, Hotnica. A Pavlikeni si trova oggi un Antiquarium, in cui si conserva una ricca e varia collezione di ceramica romana di provenienza locale. I materiali rinvenuti a N. sono esposti nel Museo Nazionale Archeologico di Sofia e nel Museo Storico di Veliko Tărnovo.
Bibl.: T. Ivanov, Nicopolis ad. Istrum. Problemi e scoperte, in Ratiariensia, III-IV, 1987, pp. 251-260; V. Velkov, Nuovi dati sul territorio di Nicopolis ad Istrum e sul confine settentrionale della provincia Tracia nel II secolo, ibid., pp. 243-259; T. Ivanov, Nicopolis ad Istrum. Römische und frühbyzantinische Stadt in Nordbulgarien, in Bulgarian Historical Review, 1988, 2, pp. 48-72; T. Ivanov, R. Ivanov, Nicopolis ad Istrum, I, Sofia 1994.