NICOPOLI d'Epiro
Città fondata da Augusto per commemorare la vittoria di Azio. Cassio Dione (LI, 12) racconta che Augusto eresse un tempio a Nettuno nel luogo dove egli prima della battaglia aveva posto la propria tenda. Intorno a quel santuario si sviluppò poi la città che fu popolata con elementi tratti dalle città vicine, fu abbellita di templi e di pubblici edifici ed ebbe dignità di colonia. Era situata presso l'entrata del golfo di Ambracia nel promontorio settentrionale epirota che si oppone al promontorio meridionale acarnano dove era Azio. Il luogo a 3 km. a nord dell'attuale cittadina di Prevesa si chiama ora Paleoprevesa. La favorevole situazione tra lo Ionio e il golfo di Ambracia, la proverbiale pescosità delle sue acque, il favore degl'imperatori ne fecero presto una città di notevole importanza, ammessa al consiglio anfizionico accanto ad Atene e a Delfi. Fioriva ancora sulle prime età dell'impero cristiano, come dimostrano le rovine delle sue chiese di tipo basilicale costantiniano e a pianta centrale bizantina, scavate e studiate recentemente dal Philadelpheus. Un suo vescovo intervenne al concilio di Nicea. Fu saccheggiata da orde gotiche nel sec. V, restaurata e fortificata da Giustiniano, distrutta nel sec. XI da Bulgari. Restano avanzi di un grande teatro e di uno più piccolo, di un acquedotto su arcuazioni, di altri edifici. Gli scavi del Philadelpheus posero in luce scarsi avanzi del tempio di Nettuno, numerose ma non ricche tombe romane, e notevoli avanzi di chiese cristiane, una delle quali con ricco pavimento a musaico, opera di un vescovo Domizio.
Bibl.: W.M. Leake, Northern Greece, I, Londra 1922, p. 185; A. Philadelpheus, in 'Εϕημερὶς ‛Αρχαιολογική, 1913, p. 235; 1914, p. 249; 1916, pp. 33, 65; 1918, p. 34.