PASTOR DÍAZ, Nicomedes
Poeta e uomo politico spagnolo, nato a Vivero (Lugo) il 5 settembre 1811, morto a Madrid il 20 marzo 1863. Dopo gli studî giuridici, entrò nella burocrazia ministeriale, ricoprendo cariche importanti; ma la sua personalità politica si doveva rivelare nel torbido periodo del 1840 e delle lotte seguenti, soprattutto con la fondazione di giornali che divennero i maggiori esponenti dell'opinione pubblica (El conservador; El Heraldo; El Sol). Eletto deputato nel 1843, salì per tutti i gradi politici, diplomatici e accademici: fu più volte ministro; ambasciatore a Torino e a Lisbona; senatore nel 1858; membro della Academia española; e nel 1862 si ritirò volontariamente dal ministero di Grazia e giustizia.
Nella sua attività poligrafa, occupano un posto a parte le Poesías (1840), che, d'ispirazione sinceramente romantica, cantano le voci sentimentali, tenere, malinconiche del suo spirito, della sua terra, della sua fede, con una convinta accettazione, anche se stilisticamente torbida e tempestosa, degli aspetti dolorosi ed elegiaci, nobili e nazionali della Spagna. Nel volume autobiografico De Villahermosa a la China (1858), che in forma di romanzo traduce l'interiore lirismo del poeta, il P. D. ha rielaborato con personale esperienza le varie influenze del Werther e di Jacopo Orth, del Musset e di B. Constant.
Bibl.: J. del Valle Moré, P. D., su vida y su obra, Avana 1911.