BIANCHI, Nicomede
Storico e uomo politico, nato a Reggio dell'Emilia il 19 settembre 1816, morto a Torino il 6 febbraio 1886. Fece gli studî di medicina nell'università di Parma: laureatosi il 24 luglio 1844, chiese ed ottenne dal governo estense di andare a Vienna per potersi perfezionare nella medicina, e vi rimase fino a tutto il 1847, attendendo a scrivere un'opera intitolata: Delle malattie fisico-morali, ossia della pazzia, ubbriachezza, sonnambulismo, magnetismo animale, ecc., cominciata a stampare a Reggio nei primi mesi dell'anno successivo, con approvazione ed aiuto pecuniario del duca di Modena, rimasta però in tronco per il rapido succedersi degli avvenimenti politici. Il 2i marzo 1848 Francesco V abbandonava infatti il ducato, e a Reggio, come a Modena, si istituiva un governo provvisorio, del quale fece parte il B., che sette giorni dopo ebbe una missione politica in Piemonte e in Lombardia. Fu al campo di Carlo Alberto, da cui ebbe lieta accoglienza. Tornato a Reggio, fu scelto fra i tre segretari (2 aprile) del governo provvisorio modenese, ma si dimise quasi subito, e il 2 maggio, insieme con P. Menozzi e T. Pieroni, fece proposta al comune di Reggio di aprire una pubblica sottoscrizione per l'annessione al regno di Sardegna. La proposta fu imitata da Modena; e, proclamata in modo solenne il 29 maggio, fu accettata da Carlo Alberto il 21 giugno. I rovesci delle armi piemontesi in Lombardia resero vano quel voto; e quando (10 agosto) Francesco V rientrò trionfalmente in Modena, il B. si rifugiò in Piemonte, dove il 29 novembre ottenne la cattedra di storia e geografia nel collegio nazionale di Nizza.
Colà rimase lunghi anni, attendendo alle cure dell'insegnamento e a studî di storia italiana, dei quali diede notevoli saggi con I Ducati Estensi dall'anno 1815 al 1860 (Torino 1852,2 voll.), con le Vicende del Mazzinianismo politico e religioso dal Is3a al I854 (Savona 1854), aspra critica dell'azione politica del Mazzini, che diede argomento a vivaci polemiche, infine con la Storia della politica austriaca rispetto ai sovrani ed ai governi italiani dall'anno 1791 al maggio del 1857 (Savona 1857), ricca di documenti fino allora inediti, ai quali poté accedere per disposizione del govermo sardo, specialmente per quelli "diplomatici relativi alle controversie austro-sarde, dopo la conchiusione del trattato di pace del 6 agosto 1849". Scoppiata la guerra del 1859, ebbe incarico dall'intendente generale di Nizza di esaminare "quanto durante la guerra dell'indipendenza si andava stampando in quella divisione amministrativa)"; e subito dopo Villafranca ebbe pure offerte della presidenza del collegio di San Carlo in Modena da parte del Farini, e della direzione degli studî del collegio nazionale di Torino, da lui rifiutate. Accettò invece di far parte (29 gennaio 1860) della commissione incaricata di compilare i regolamenti e i programmi per le scuole e gl'istituti tecnici del regno sardo, e di essere eletto (14 luglio 1860) preside del liceo Carmine di Torino. Caduto il ministero Minghetti, e succedutogli quello del La Marmora, il B. fu nominato segretario generale di G. Natoli, ministro dell'Istruzione (13 ottobre 1864). Durante quell'ufficio fece approvare una sua proposta di dare a ogni liceo il nome di un uomo illustre. Seguì con la stessa carica il Natoli, passato (1° settembre 1865) a dirigere il Ministero dell'interno, ma, con le dimissioni di quel ministro (31 dicembre 1865), tornò al suo ufficio di preside, rifiutando un posto al Consiglio di stato. Quando il La Marmora andò a Roma in qualità di luogotenente generale, il B. ve lo seguì con l'incarico (14 novembre 1870) di dirigere una scuola tecnica ivi istituita, ma fu breve la sua permanenza nella definitiva capitale del regno d'Italia, poiché il 18 dicembre dello stesso anno fu nominato direttore capo del R. Archivio di stato di Torino. In questa carica, che egli coprì per oltre diciassette anni, spiegò un'attività grandissima e quasi sempre proficua. A lui si deve se tra il 1871 e il 1873 furono riunite in quell'archivio le carte della Corte dei conti, degli antichi senati del Piemonte e di Pinerolo, della direzione dipartimentale del debito pubblico, dei Ministeri dei lavori pubblici, della guerra, delle finanze, ecc.; e se le carte dell'Archivio di stato di Torino ebbero un ordinamento, con speciale riguardo alle materie politiche estere. Rappresentante del consiglio di tutela e vigilanza dell'istituto internazionale italiano dal 20 febbraio 1875, consigliere e assessore comunale di Torino dall'8 giugno 1876, il B. fu nominato senatore del regno il 12 giugno 1881.
Ancor prima che il B. assumesse la direzione dell'Archivio di stato torinese, e sembra per suggerimento del Cavour, che gli fu largo di aiuti e di concessioni per accedere ai pubblici depositi di documenti storici, il B. ideò l'opera sua di maggior lena, che intitolò Storia documentata della diplomazia europea in Italia dall'anno 1814 all'anno 1861. Cominciata a pubblicare a Torino nel 1863, ebbe compimento con l'ottavo volume nel 1872, e fu accolta con plauso fin dal suo primo apparire, per la grande quantità di documenti inediti che, sia in sunto sia nella loro integrità, l'accompagnano e l'arricchiscono, e per il continuo avvalorare il racconto d'ogni fatto con la citazione della fonte dalla quale il fatto stesso scaturisce. La critica posteriore rimproverò al B. imperfezioni e abbagli nella condotta di quell'opera poderosa, e specialmente di non essere stato sempre esatto nel riferire i documenti dai quali traeva giudizî e conclusioni di storia, sospettando che in lui fosse proposito di "rappresentare i fatti come gli dettava l'odio o l'amore". Devoto quanto mai al Cavour, ne studiò con amore la vita, e come saggi di questa sua dedizione pubblicò: Il conte C. di Cavour: documemi editi e inediti (Torino 1863); La politique du conte C. de Cavour de 1852 à 1861 (id. 1885). Citiamo ancora di lui: Carlo Matteucci e l'Italia del suo tempo (id. 1874); Sioria della Monarchia piemontese dal 1773 al 1881 (id. 1877-1885, in 4 voll.); Le medaglie del terzo risorgimento italiano (Bologna 1881); Le carie degli archivi piemomesi politici, amministrativi, giudiziari, ecclesiastici, ecc. (Torino 1881); La politica di M. d'Azeglio dal 1848 al 1859 (id. 1884), ecc.
Bibl.: G. Sforza, Uno storico del Risorgimento italiano, N. Bianchi, in Rassegna stor. d. Risorgimento, 1917, pp. 213-266. Ivi la bibliografia completa degli scritti del B.