SCHIRATTI, Nicolò
– Nacque a Udine nell’agosto del 1590 da Giovanni, originario di Susans, e da Valentina Sottomonte. Al fonte ricevette i nomi di Nicolò Giovanni Battista.
Apprese l’arte tipografica a Venezia, dove divenne proto della stamperia di Antonio Pinelli, dal 1610 stampatore ducale. Alla morte del tipografo Pietro Lorio, nel luglio 1629, il Consiglio di Udine deliberò con voto unanime l’assunzione di Schiratti come tipografo cittadino con lo stipendio annuale di 60 ducati e gli obblighi che erano stati di Giovan Battista Natolini, primo tipografo attivo nella città dal 1592 al 1609, ma dopo pochi mesi lo stipendio salì a 100 ducati, come per i predecessori Natolini e Lorio.
Schiratti si accordò con gli eredi di quest’ultimo per utilizzare i suoi caratteri tipografici, già appartenuti precedentemente a Natolini e dunque ormai usurati. Nel 1630 il nobile udinese Bartoluccio Bartolucci acquistò una nuova attrezzatura e la affittò a Schiratti per 50 ducati l’anno. A sue spese Schiratti fece fondere nuovi caratteri a Venezia da Giovanni Claser e comprò un torchio dal tipografo Andrea Baba per 28 ducati. Nel 1643 chiese al Comune una sovvenzione di 30 ducati per l’affitto dei locali della stamperia (contributo già concesso a Natolini), adducendo a motivo la numerosa prole. Il Consiglio concesse 20 ducati. Si rifornì di carta dagli stabilimenti di Toscolano, sul lago di Garda; la varietà delle filigrane nei suoi libri indica che si servì di diverse cartiere, avendo cura di procurarsi carta di buona qualità, necessaria specialmente per le impressioni calcografiche. Dal 1655 al 1666 si servì della fonderia veneziana di Marco Filippi per l’acquisto di nuove serie di caratteri.
Negli anni l’impresa Schiratti si affermò e si rese autonoma dal punto di vista finanziario. I profitti furono investiti nell’acquisto di terreni e case. Nel 1656 il figlio di Bartolucci, Vincenzo, risulta debitore di 132 ducati e per sanare il debito vendette a Schiratti la tipografia, fino a quel punto concessa in affitto.
Schiratti conservò la marca dell’Esperienza che era stata di Natolini e di Lorio, ma fece uscire alcuni volumi con l’emblema dello scoiattolo (‘schirat’ in friulano) che rema in piedi su un tronco, guidato da tre stelle e il motto «SIC AD PORTUM». Alcuni frontespizi presentano vignette xilografiche in sostituzione della marca, come l’Aurora (una fanciulla che regge corone nelle mani), oppure due ancore (motto «HIS SUFULTA»).
La produzione nota di Schiratti ammonta a 176 edizioni, tra libri e opuscoli, dal 1631 al 1668, senza contare i fogli volanti e la produzione istituzionale per il Comune, per il luogotenente veneziano e per altri uffici statali, garantita dal fatto di essere l’unico tipografo sulla piazza. Introdusse a Udine la calcografia, realizzando edizioni corredate da eleganti tavole. Possedeva certamente una libreria.
Nel suo catalogo prevalgono le opere di carattere letterario. I rapporti instaurati con l’ambiente universitario patavino elevarono il profilo dell’azienda al di sopra della dimensione provinciale. Tra il 1635 e il 1655 pubblicò 23 titoli del medico e filosofo Fortunio Liceti, docente a Padova; nel De mundi et hominis analogia, del 1635, apparvero le prime calcografie. Il De anulis antiquis liber (1645) contiene una carta più volte ripiegata con le figure di 39 anelli antichi, il ritratto e l’emblema di Liceti; il De lucernis antiquorum reconditis libri sex (1652) presenta 117 calcografie eseguite dall’incisore veneziano Giovanni Giorgi. Tra il 1643 e il 1647 uscirono sei testi del filosofo francese Claude Guillermet de Beauregard, docente all’Università di Pisa e poi di Padova. Otto opere dello storico padovano Giacomo Filippo Tomasini (1595-1619) videro la luce tra il 1639 e il 1654. Rilevanti edizioni in folio sono, inoltre, la Udine illustrata da molti suoi concittadini così nelle lettere come nelle arti famosi di Giovanni Giuseppe Capodagli (1665), i Rerum Foroiuliensium ab orbe condito usque ad an. Redemptoris Domini nostri 452 libri undecim di Enrico Palladio degli Ulivi (1659) e le Historie della Provincia del Friuli (1660, in due volumi) del nipote Giovan Francesco Palladio.
Morì a Udine nel 1668. Dalla moglie Caterina Gingilli, oltre ad alcune figlie, ebbe Giovanni e Carlo. Il primo prese l’abito sacerdotale, il secondo ereditò la tipografia. Morì però nel 1670 e Giovanni assunse la direzione dell’azienda per i nipoti ancora piccoli. Pur non mantenendo la qualità del fondatore, gli eredi allargarono l’attività, segno che l’azienda conservò negli anni un’intatta solidità finanziaria. Il 28 agosto 1671 acquistarono la stamperia di Antonio Venier, tipografo a Valvasone, per 270 ducati, l’8 marzo 1679 quella di Giacomo Vigatio per 250 ducati. La logica dell’investimento era forse di eliminare concorrenti minori per rimanere in posizione dominante, ma seguì l’acquisto di una libreria a Gorizia e nel 1695 di un’altra a Capodistria. Certamente, i legami mantenuti nel corso degli anni con il mondo veneziano costituirono un eccellente canale di rifornimento per la libreria. Tra il 1675 e il 1680 Giovanni dovette affrontare una lite giudiziaria con gli eredi di Vincenzo Bartolucci, che tentarono di far passare il defunto per incapace e denunciarono la transazione avvenuta nel 1656 sostenendo che fosse basata sul raggiro, ma persero la causa.
Dall’inizio degli anni Ottanta il figlio di Carlo, Francesco, nato nel 1666, subentrò nella gestione della tipografia. Nei suoi anni non risulta l’acquisto di nuovo materiale; probabilmente intensificò l’attività di libraio e si occupò dell’amministrazione dei beni di famiglia. Le stampe furono improntate a maggiore sobrietà con l’eliminazione delle antiporte calcografiche, con conseguente riduzione del valore commerciale. Dai permessi di stampa concessi dall’inquisitore vescovile di Udine conservati nell’Archivio della curia risulta la concessione di ben 476 licenze tra il 1677 e il 1692. Poiché la licenza era necessaria per stampare fogli volanti con componimenti di occasione o di encomio, ne deriva che parte importante della produzione della stamperia sia consistita in questa tipologia libraria, deperibile e perciò solo parzialmente conservata.
Fino alla morte di Francesco, nel 1704, la produzione della tipografia risulta di un centinaio di volumi. Francesco lasciò erede la madre Giulia Gallici e poi i padri filippini. La stamperia passò a Domenico Murero, alle dipendenze degli Schiratti da undici anni.
Fonti e Bibl.: G. Comelli, L’arte della stampa in Friuli Venezia Giulia, Udine 1980, pp. 129-153; M. De Re, L’iconografia a stampa di N. S., editore e tipografo udinese del Seicento, tesi di laurea, Università degli studi di Udine, a.a. 1983-84; G.B. Della Porta, Memorie su le antiche case di Udine, a cura di V. Masutti, I, Udine 1984, pp. 118, 149, 295; Prodotto libro. L’arte della stampa in Friuli tra il XV e il XIX secolo, a cura di M. De Grassi, Gorizia 1986 (in partic. M. De Re, Dalla bottega all’impresa commerciale nel Seicento: Pietro Lorio, N. S. e i suoi eredi, pp. 65-82; C. Donazzolo, Un’impresa calcografica di N. S.: la veduta prospettica di Udine metropoli del Friuli, pp. 83-87); M. De Re, De lucernis antiquorum reconditis: il capolavoro calcografico di N. S., in Ce fastu?, LXIII (1987), pp. 279-300; A. Colombo, I riposi di Pindo. Studi su Claudio Achillini (1574-1640), Firenze 1988, pp. 93, 95-97; A.G. Cavagna, Prospettive editoriali e servizi tipografici: libri in una provincia dell’Ottocento, in Il Bibliotecario, 1990, n. 23-24, pp. 153-180 (in partic. p. 172 nota 64); G. Del Basso, “Fortasse licebit”. La marca tipografica di N. S., e l’impresa accademica di Fortunio Liceti, in Quaderni della FACE, LXXXI (1992), pp. 49-56; E. Vidic, Gli Schiratti tipografi ed editori ad Udine (1629-1704), tesi di laurea, Università degli studi di Udine, a.a. 1998-99; P.P. Sancin, C. Schmidl & Co. L’editoria musicale e negozi di musica nel Friuli Venezia Giulia con integrazioni (sino al 1945) riguardanti Istria e Dalmazia, Udine 2005, p. 15; U. Rozzo, S. N. Giovanni Battista e famiglia, http://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/schiratti-nicolo-giovanni-battista-e-famiglia/ (8 gennaio 2018).