MASINI, Nicolò.
– Nacque a Cesena nel 1533 da Vincenzo e da Lucrezia Albizzi.
La famiglia del M. era di nobili origini e prendeva il nome dal castello di Masino, in terra canavesana. I suoi avi si erano stabiliti a Cesena nel 1379, quando Galeotto Malatesta ottenne da Urbano VI il dominio della città.
Il padre di Vincenzo, Nicolò (1454-1505), fu medico di grande fama. Compiuti gli studi a Bologna, si trasferì a Venezia; tornò poi a Cesena su richiesta dei suoi concittadini colpiti da una terribile epidemia e vi rimase ricoprendo anche importanti uffici politici. Nel 1495 fu incaricato dal Consiglio generale di implorare il perdono del duca di Calabria Ferdinando d’Aragona, che si trovava a Cesena per fronteggiare l’esercito di Carlo VIII e che, in seguito all’uccisione di un suo soldato, aveva fatto saccheggiare la città. Nel 1499 Nicolò fu nominato ambasciatore a Roma per convincere il papa Alessandro VI Borgia a non sottoporre Cesena al dominio del figlio Cesare, duca del Valentinois. Mostratasi vana ogni resistenza e caduta la città sotto il Valentino, questi onorò comunque Nicolò nominandolo suo «intimo consigliero e medico» (Vita di Nicolò Masini primo, cit., c. 243) e chiedendogli nel 1502 di recarsi a Ferrara per curare sua sorella Lucrezia, gravemente ammalata. Lodato da Antonio Cortesi Urceo, detto Codro, e amico del letterato piacentino Giorgio Valla, che gli dedicò il suo De praesagitura (Manzoni, p. 149), nel 1503 Nicolò fu nominato lettore di medicina all’Università di Bologna (cfr. Brissio). Morì di «febre pestilentiale» nel 1505 mentre tentava di guarire da quel morbo il generale dei minori osservanti e fu seppellito nella chiesa di S. Domenico a Bologna «con splendida pompa funebre fattagli dai dottori e scolari di quella università» (C. Masini, p. 43). Il figlio secondogenito Vincenzo, padre del M., fu anch’egli medico di fama tanto da essere invitato da Matteo Corti, archiatra di Clemente VII, a offrire i suoi servigi al cardinale Ippolito de’ Medici, incarico che Vincenzo rifiutò preferendo continuare a vivere e lavorare a Cesena. Morì di «febre maligna il 4 ag. 1549» (ibid., p.44).
Dopo aver studiato medicina e filosofia a Bologna, il M. tornò in patria per esercitare la professione di medico. In breve tempo acquistò grande notorietà in tutta la Romagna e diventò medico personale dei Conti Guidi e dei Malatesta. Nel 1571 fu nominato lettore di filosofia nello Studio cesenate, appena fondato. Fu in rapporti epistolari con Gerolamo Cardano; Girolamo Mercuriale, in un consulto riguardante il vescovo di Cesena Edoardo Gualandi (al quale il M. dedicò il suo De regimine puerorum), lo definì «medico praestantissimo», mentre l’imolese Giovan Battista Codronchi lo ricordò in uno studio dedicato alla lussazione della cartilagine xifoide (De morbo novo prolapsu scilicet mucronatae cartilaginis libellus, Bologna 1603), per avergli indicato sintomi e cure di quella patologia.
Nel 1587 il M. pubblicò a Cesena, per l’editore Bartolomeo Raverio, il De gelidi potus abusu, unico suo scritto dato alle stampe, dedicato al cardinale Niccolò Sfondrati, futuro papa Gregorio XIV, e al letterato e filosofo cesenate Iacopo Mazzoni.
L’opera è divisa in tre libri ed è analoga a coeve opere di igiene e dietetica, con ampie citazioni tratte da Ippocrate, Galeno, Avicenna e altre autorità sulla materia. Non particolarmente originale sotto il profilo teorico, il trattato è tuttavia ricco di osservazioni e consigli pratici. L’autore sostiene l’estrema dannosità delle bevande fredde soprattutto per coloro che hanno lo stomaco debole o per i convalescenti, ricordando tra i massimi pericoli quello della morte improvvisa causata dal freddo che penetra nella sostanza del sangue e degli spiriti determinandone l’immediata coagulazione. Ampio spazio è dedicato alle tecniche di raffreddamento dell’acqua, consigliata fredda soltanto a coloro che sono oltremodo «caldi, pingui e carnosi» (II, p. 165) e a chi pratica esercizi fisici particolarmente impegnativi.
L’altra opera di argomento medico del M. è il De regimine puerorum, datata 1584 e rimasta inedita. Essa si configura come un vero e proprio trattato di puericultura e si compone di una prefazione e tre parti.
La prima parte è dedicata ai danni causati da freddo e caldo eccessivi ed è ricca di consigli pratici per le nutrici; nella seconda il M. si occupa delle varie posizioni in cui tenere o far muovere i bambini secondo l’età; nella terza si dilunga su regole igieniche e dietetiche, con ampio spazio dedicato alla somministrazione delle acque, soprattutto quelle della fontana pubblica eretta a Cesena su sua iniziativa e per opera del cugino pittore e architetto Francesco Masini.
Il M. accettò più volte incarichi politici; fu consigliere a Cesena nel 1587 e per due volte ambasciatore a Roma: nel 1591 dopo l’elezione di Gregorio XIV e nel 1598 presso Clemente VIII con il quale, come egli stesso ricordò in un suo scritto, soleva ragionare «in materia di varie indispositioni, dalle quali era Sua Santità gravemente afflitta» (Manzoni, p. 76). Cultore di studi antiquari e collezionista di medaglie, statue, dipinti e antiche iscrizioni, il M. è ricordato da Vasari, che lo conobbe personalmente, «come in tutte l’altre cose virtuosissimo, delle nostre arti veramente amatore». Compose la vita di Domenico Malatesta detto il Novello e quelle dei suoi antenati Nicolò e Giacomo Masini, nonché quella di Francesco Uberti, poeta e oratore cesenate; si occupò inoltre delle origini dei Conti Guidi e della famiglia Isei, con la quale era imparentato per via materna (C. Masini, p. 69), anche se di quest’ultima composizione si sono perse le tracce. Noto ai contemporanei come uomo devoto, beneficò monasteri e opere pie, restaurò il mausoleo di famiglia nella chiesa del convento dell’Osservanza di Cesena e abbellì la Biblioteca Malatestiana, alla quale donò dodici codici, con un ritratto del suo fondatore Domenico Malatesta eseguito dal cugino Francesco Masini. Ebbe due mogli, Gentile Peruzzi, dalla quale ebbe un figlio morto in tenera età, e Cangenua Calerni. Nel 1601 il M. fu chiamato a Roma da Clemente VIII che lo voleva come suo archiatra ma rifiutò, sentendosi ormai prossimo alla fine.
Il M. morì il 4 febbr. 1602 a Cesena.
Opere: Cesena, Biblioteca Malatestiana, Mss., 164.79.3: De regimine puerorum, 1584; D.I.2: Vita Francisci Uberti Caesen.tis poetae atque oratoris clariss.i; 164.66, cc. 1-180: Vita di Domenico Malatesta signore di Cesena scritta da Nicolò Masini (II) fisico nella quale si narrano molti successi occorsi in detta città; cc. 181-235: Vita di Iacomo Masini; cc. 241-258: Vita di Nicolò Masini primo, 1573; Paris, Bibliothèque nationale, Fonds italien, 10491: Compendiosa narratione pertinente all’origine dell’illustrissima famiglia de’ signori Conti Guidi della provincia di Romagna comunemente chiamati conti di Bagno, innestata nell’Italia l’anno 948, 1600.
Fonti e Bibl.: A. Codro, Orationes seu sermones ut ipse appellabat. Epistole, Silve, Satyre, Egloge, Epigrammata, Parrhisiis 1515 (dedica a Nicolò Masini primo, libro II delle Silve), pp. n.n.; G. Vasari, Le vite… (1568), a cura di G. Milanesi, IV, Firenze 1879, p. 346; G. Fantaguzzi, «Caos»: cronache cesenati del sec. XV, a cura di D. Bazzocchi, Cesena 1915, p. 157; C. Brissio, Relatione dell’antica, e nobile città di Cesena, Ferrara 1598, p. 28; G. Mercuriale, Consultationes et responsa medicinalia, III, Venetiis 1624, p. 213; S. Chiaramonti, Caesenae historia…, Caesenae 1641, p. 664; B. Manzoni, Cesenae chronologia in duas partes divisa…, Pisis 1643, pp. 76, 148 s.; C. Masini, Genealogia della famiglia Masini e vite d’alcuni suoi più illustri antenati…, Venezia 1748, pp. 37-44, 68-73; G.M. Muccioli, Catalogus codicum manuscriptorum Malatestianae Caesenatis Bibliothecae, II, Caesenae 1784, pp. 270-281; C.A. Andreini, Cesena sacra, IV, Cesena 1812, pp. 81-101; R. Dondi, La vita e l’opera di N. II M. (1533-1602) medico e filosofo cesenate, in Atti e memorie dell’Acc. di storia dell’arte sanitaria, V (1939), pp. 305-312; G. Mazzini, Un pediatra romagnolo del secolo XVI: N. M. di Cesena (1533-1602), in Scritti in onore del prof. P. Capparoni in occasione del 50° anno di laurea, Torino 1941, pp. 107-109; R. Dondi, Il De morbo novo, prolapsu scilicet mucronatae cartilaginis libellus di Battista Codronchi, in Atti e memorie dell’Acc. di storia dell’arte sanitaria, XIII (1947), pp. 134-137; P.G. Fabbri, La conquista di Cesena da parte di Cesare Borgia nella storiografia cesenate del Cinquecento (1500-1576), in Nuova Riv. storica, LXXI (1987), pp. 357-376; F. Aulizio, Agli albori della pediatria: N. II M. da Cesena (1533-1602), in Sanità e società a Cesena 1297-1997. Atti del Convegno… 1997, a cura di S. Arieti - G. Camaeti - C. Riva, Cesena 1999, pp. 319-321; I. Maclean, Girolamo Cardano: the last years of a polymath, in Renaissance Studies, XXI (2007), pp. 587-607.