LAPI, Nicolò
Figlio di Giovanni di Bernardino e di Caterina di Martino Erri, nacque a Bologna prima del 1380 e fu inserito molto giovane nell'organizzazione della diocesi. In data successiva al 29 luglio 1396, infatti, il cancelliere del Comune, Pellegrino Zambeccari, intervenne a sostegno di una supplica degli Anziani rivolta a papa Bonifacio IX, affinché concedesse al L. l'ufficio di magistrato dei Crociferi di S. Maria del Morello; nella stessa occasione Zambeccari invocò l'intervento del vescovo di Acqui, Enrico Scarampi. Prima del 1400, inoltre, fu rinnovata la richiesta dei Bolognesi al pontefice perché fosse conferita al L., all'epoca studente presso il locale Studium, la plebania di S. Maria di Castel della Pieve. Il 20 nov. 1400 Bonifacio IX gli attribuì un canonicato con prebenda della cattedrale oltre all'arcipresbiterato della pieve di S. Martino di Pedriolo e il 1° dicembre il beneficiario chiese l'esecuzione della lettera apostolica all'arcivescovo di Ravenna Giovanni Migliorati.
Il 2 ag. 1402 il L. fu ammesso all'esame di licenza in diritto civile prima di aver completato il corso degli studi e l'8 agosto fu presentato da Floriano Sampieri al Collegio dei legisti che, a maggioranza, si espresse favorevolmente. Il conseguimento del dottorato, di cui il L. ricevette le insegne da Bartolomeo da Saliceto il 25 giugno 1403, gli consentì l'accesso nel corpo dei docenti dello Studio. Se dai Riformatori fu incaricato di tenere, tra il 1405 e il 1408, alcune letture civilistiche, il 30 genn. 1411 ricevette l'abilitazione.
L'elezione papale di Baldassarre Cossa (Giovanni XXIII), avvenuta a Bologna il 17 maggio 1410, favorì la carriera del L., che fu nominato nunzio pontificio e collettore dei proventi della Camera apostolica nel Portogallo e nell'Algarve prima dell'11 apr. 1412. In quell'occasione il pontefice gli inviò copia di due bolle del suo predecessore Alessandro V sull'esazione dei tributi e lo esortò a procedere con l'ausilio dei subcollettori e del braccio secolare.
Anche Pedro de Luna, papa scismatico con il nome di Benedetto XIII, tentò, il 19 ott. 1416, di ottenere i servigi del L. e lo creò avvocato concistoriale, cappellano, domestico familiare e continuo commensale in virtù dei meriti conseguiti.
Dal 1417 il L. è presente a Bologna e figura nei principali luoghi della vita ecclesiastica e accademica locale. Il 15 marzo di quell'anno gli furono conferiti dal capitolo della cattedrale il canonicato e la prebenda del defunto Geremia Angelelli; il 7 aprile fu poi aggregato al Collegio dei legisti. Il 20 ottobre ebbe dal vescovo Niccolò Albergati la facoltà di essere promosso ai primi tre ordini maggiori da qualsiasi vescovo insieme con la licenza di assentarsi dalla diocesi. Queste concessioni precedettero il trasferimento del L. presso la Curia in seguito alla convocazione del luogotenente della Camera apostolica Louis d'Allemand, incaricato di presentare il rendiconto della Collettoria. Il 20 novembre il L. partì da Bologna per Costanza, dov'era riunito il concilio, e vi giunse il 10 dicembre. Il 22 marzo 1418 ottenne dal luogotenente l'ordine di pagamento (ripetuto su sua richiesta il 1° luglio 1419) delle rendite dei benefici per il periodo del viaggio e il 13 aprile consegnò nella Tesoreria camerale "quendam librum censualem et taxationum ecclesiarum cathedralium et aliorum beneficiorum in regno Portugalie et Algarbi" (C. Schuchard, p. 53).
Dopo il ritorno a Bologna conseguì la licenza e il dottorato di diritto canonico nel 1419 e, ricevuta l'abilitazione il 21 apr. 1425, fu ammesso fra i docenti di questa disciplina di cui tenne, tra il 1425 e il 1430, diverse lecturae, retribuito con stipendi inferiori rispetto a quelli dei colleghi più celebri.
Nel giugno 1430 la sua carriera fu interrotta dalla cattura disposta dal commissario apostolico Nicola Acciapaccia, che lo riteneva debitore nei confronti della Camera per fatti commessi durante il suo carico per la Collettoria e lo incarcerò nella rocca di Cento. Il 17 settembre il L. fu quindi condotto, per volere del pontefice Martino V, nella rocca di Imola e vi rimase fino al 5 settembre dell'anno successivo, allorché fu liberato per ordine del governatore di Bologna Fantino Dandolo, che il 16 giugno 1432 giudicò illegittima la prigionia.
Aggregato al Collegio dei canonisti e riabilitato innanzi ai concittadini, dal 1432 il L. fu incaricato della lettura del Decretum, cosa che fece, con qualche interruzione, fino alla morte. In qualità di membro dei due Collegi dei giuristi ne fu eletto priore a più riprese: tra gli episodi della vita universitaria, vanno segnalate la revisione degli Statuti del Collegio dei legisti all'interno della commissione formata il 7 marzo 1434, la scelta - compiuta il 5 apr. 1440 d'intesa con Angelo Gambiglioni e altri colleghi - di Bonifacio Fantuzzi a presiedere al dazio delle mercanzie o della gabella grossa in rappresentanza dei dottori, nonché la presentazione di Alessandro Tartagni all'esame di licenza di diritto civile, avvenuta il 5 ott. 1445.
Rilevante fu il ruolo esercitato dal L. nel territorio ecclesiastico bolognese, dove operò in diverse occasioni da giudice subdelegato per la soluzione di controversie. Oltre a rivestire nel 1446 l'ufficio di economo del monastero dei Ss. Naborre e Felice, fu canonico della collegiata di S. Colombano nel quartiere di Porta Steri e della pieve di S. Marino, nonché arciprete del monastero di S. Michele nel plebanato di Medicina e della pieve dei Ss. Gervasio e Protasio di Butrio; in questa veste il 15 marzo 1443 fece affiggere una lapide presso l'altare, sulla quale erano state scolpite le sue insegne. Con i canonici della cattedrale, fra i quali compariva Tommaso Parentucelli da Sarzana, futuro papa con il nome di Niccolò V, promosse la fondazione della biblioteca capitolare. Il 9 ag. 1437 stabilì infatti con i colleghi la promessa di pagare entro sei mesi una quota per l'erezione della libreria, alla quale seguì, il 29 marzo 1440, il contratto con i due maestri muratori incaricati del lavoro. Il 4 dic. 1441 sottoscrisse i provvedimenti decisi dal capitolo per la fornitura di scanni e per la custodia dei codici.
L'interesse per i testimoni delle opere della classicità studiate dalla cerchia degli umanisti bolognesi è mostrato da una lettera di Biondo Flavio che da Firenze, il 20 febbr. 1439, lo pregava di restituirgli un codice col De naturalibus di Plinio il Vecchio, consegnato perché ne fosse eseguita una copia, insieme con la parte eventualmente trascritta (A. Pasini).
Il L. conservò familiarità con Tommaso da Sarzana, anche dopo l'elezione papale di questo (6 marzo 1447), che il 1° luglio 1450 gli riservò l'arcipresbiterato della cattedrale e il 12 settembre alcune prerogative. La morte lo colse a Roma il 9 ott. 1451, nel corso di una missione presso la Curia per la discussione di alcuni affari del Collegio dei canonisti.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Comune, Governo, 412; Carteggi, Lettere patenti, n. 9; Notarile, Giacomo Grassi, b. 6, 3 ag. 1446; Bologna, Biblioteca universitaria, Mss., 317, vol. V/2, cc. 28r-30r, 224r-227v; Arch. segreto Vaticano, Cameraapostolica, Diver. Cam., 4, cc. 78v-79v; 6, cc. 166r-167v; Reg. Vat., 328, cc. 422v-423r; 344, cc. 77r-78r; 412, cc. 238r-239v; 417, cc. 165r-166v; 418, cc. 252v-253v; G. Zaoli, Di alcuni "Rotuli" dello Studio della prima metà del secolo XV, in Studi e memorie per la storia dell'Università di Bologna, IV (1920), pp. 226, 229, 233, 236, 242, 248; I Rotulideilettorilegisti e artisti dello Studio bolognese, a cura di U. Dallari, IV, Bologna 1924, p. 157; Epistolario di Pellegrino Zambeccari, a cura di L. Frati, in Fonti per la storia d'Italia [Medio Evo], Roma 1929, p. 288; Bullarium Franciscanum, a cura di U. Hüntemann, n.s., I, Ad Claras Aquas 1929, p. 931; Il "Liber secretus iuris caesarei" dell'Università di Bologna, a cura di A. Sorbelli, I, Bologna 1938, p. 256; II, ibid. 1942, p. 268; Chartularium Studii Bononiensis, a cura di G. Cencetti, XIII, Bologna 1940, pp. 304 s.; Documenti sul soggiorno a Fabriano di Nicolò V e della sua corte nel 1449 e 1450, a cura di R. Sassi, Ancona 1955, pp. 194, 200; C. Piana, Ricerche su le Università di Bologna e di Parma nel secolo XV, Quaracchi 1963, p. 23; Id., Nuove ricerche su le Università di Bologna e di Parma, ibid. 1966, p. 614; T. Diplovatazio, Liber de claris iuris consultis,parsposterior, a cura di F. Schulz - H. Kantorowicz - G. Rabotti, in Studia Gratiana, X, Bononiae 1968, p. 389; C. Piana, Chartularium Studii Bononiensis S. Francisci, Ad Claras Aquas 1970, p. [133*]; Id., Nuovi documenti sull'Università di Bologna e sul Collegio di Spagna, Bolonia 1976, II, p. 1091; Il "Liber secretus iuris caesarei" dell'Università di Bologna, 1451-1500, a cura di C. Piana, Milano 1984, p. 431; Il "Liber secretus iuris pontificii" dell'Università di Bologna, 1451-1500, a cura di C. Piana, ibid. 1989, p. 157; G.N. Pasquali Alidosi, Li canonici della Chiesa di Bologna, Bologna 1616, p. 25; Id., Li dottori bolognesi di legge canonica e civile, ibid. 1620, pp. 178 s.; C. Cartharius, Advocatorum Sacri Consistorii syllabum, [Romae] 1656, p. 34; A. Masini, Bologna perlustrata, II, Bologna 1666, p. 161; G. Carafa, De Gymnasio Romano et de eius professoribus, II, Romae 1751, p. 496; E.M. Zanotti, Vita del b. Niccolò Albergati, Bologna 1757, p. 135; G. Gozzadini, Delle torri gentilizie di Bologna, Bologna 1880, p. 345; A. Sorbelli, La Biblioteca capitolare della cattedrale di Bologna nel sec. XV, in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, s. 3, XXI (1903), pp. 501, 514, 604; O.P. Conti, Elenco dei defensores e degli avvocati concistoriali, Roma 1905, p. 40; A. Macchiavelli, Il Libro "Dalle asse" conservato nell'Archivio capitolare della metropolitana di Bologna, in L'Archiginnasio, VI (1911), p. 176; T. Casini, La diocesi bolognese e i suoi vescovi, Bologna 1917, p. 28; G. Zaccagnini, Storia dello Studio di Bologna durante il Rinascimento, Genève 1930, p. 86; A. Pasini, Una ignota lettera di Biondo Flavio, in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le provincie di Romagna, s. 4, XXIII (1933), pp. 280-283; P. De Töth, Il beato cardinale Nicolò Albergati e i suoi tempi, 1375-1444, I, Acquapendente 1934, pp. 5, 193; A. Sorbelli, Storia della Università di Bologna, I, Bologna 1940, pp. 239, 246; C. Calcaterra, Alma Mater Studiorum, Bologna 1948, p. 152; A.D. de Sousa Costa, Estudantes portugueses na reitoria do Colégio de S. Clemente de Bolonha na primeira metade do século XV, Lisboa 1969, p. 130; L. Novelli, Manoscritto 2005 della Biblioteca universitaria di Bologna, in Ravennatensia, II, Cesena 1971, pp. 111, 124, 135; C. Piana, Visita pastorale alle chiese parrocchiali della città di Bologna sotto il cardinal Albergati nel 1437, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XL (1986), p. 33; A.D. de Sousa Costa, Portugueses no Colégio de S. Clemente e Universidade de Bolonha durante o século XV, II, Bolonia 1990, p. 1341; P. Maffei, Le opere di Angelo Gambiglioni, in D. Maffei - P. Maffei, Angelo Gambiglioni giureconsulto aretino…, Roma 1994, p. 136; C. Schuchard, Die päpstlichen Kollektoren im späten Mittelalter, Tübingen 2000, pp. 53, 97.