GIANPRIAMO (Giampriami), Nicolò (in Cina: Hsi-ta-chiao Ni-ko; Ni Tien-tsio; Hi Ni-ko Ta-kio)
Nacque da Onofrio, ad Aversa, il 22 ott. 1686.
Solo due tra i cataloghi triennali dell'Archivum Romanum Societatis Iesu (Neap.89 e Neap.91/II) indicano come luogo di nascita Atella. Non si tratterebbe, però, del paese in provincia di Potenza, i cui registri parrocchiali (Status animarum) dei primi anni del Settecento non riportano il cognome Gianpriamo, ma, piuttosto, di Orta d'Atella, un paesino della diocesi di Aversa, dalla quale dista pochi chilometri.
Il 21 luglio 1702 il G. entrò alla Nunziatella, allora noviziato della Compagnia di Gesù, a Napoli. La sua domanda di essere inviato in terra di missione "all'Indie orientali" fu inoltrata al padre A. Tamburini, generale della Compagnia, fin dal 1° genn. 1705 (Ibid., Fondo Gesuitico, 750, n. 196). Finalmente il 12 apr. 1714 poté imbarcarsi da Lisbona per la Cina, con l'incarico di operare come matematico alla corte di Pechino, dove giunse nel dicembre 1716. Qui agli impegni di matematico affiancò presto quelli di notario apostolico, con l'incarico di trascrivere i documenti più significativi riguardanti la missione, per farli conoscere in Europa.
Dopo il fallimento della seconda legazione inviata in Cina dalla S. Sede (1720-21) e guidata da monsignor C.A. Mezzabarba, il 13 marzo 1721 il G. partì da Pechino, dieci giorni dopo la partenza del Mezzabarba; si era infatti deciso di inviare a Roma un emissario gesuita che riferisse sugli esiti della legazione e portasse una lettera dell'imperatore Kangxi al pontefice. Il G. prese la via del ritorno attraverso l'Impero russo, approfittando del rientro in patria di una missione moscovita guidata dall'ambasciatore L.V. Izmailov (29 nov. 1720 - 13 marzo 1721). Egli fu il primo e unico missionario cui lo zar aprisse la via siberiana.
Giunse a Roma il 19 ott. 1722 e, in dicembre, rientrò nella sua provincia. Dopo pochi mesi, però, si vide costretto a tornare a Roma in qualità di procuratore dei gesuiti in Cina, accusati di aver provocato la crisi della missione del Mezzabarba, rientrato anch'egli nell'aprile del 1723. Il G. presentò un memoriale a Innocenzo XIII, in cui menzionava alcuni punti fondamentali della questione dei riti e auspicava la loro rapida risoluzione per conservare la pace e agevolare la diffusione del cristianesimo nell'Impero cinese. Per tutta risposta la S. Sede, il 29 agosto, intimava nove precetti, tra cui quello che il G. non lasciasse Roma senza l'autorizzazione del pontefice. Solo nel settembre 1725 gli fu permesso di rientrare nella sua provincia, con l'esclusione della città di Napoli; gli venne, inoltre, preclusa ogni futura possibilità di tornare in Estremo Oriente.
Il 4 maggio 1726 il G. rientrò nella sua provincia. Ottenne la grazia di rientrare a Napoli solo nel 1738 e vi risiedette sino alla morte, avvenuta il 14 apr. 1759.
Il G. non ha lasciato scritti in lingua cinese. Nell'Archivum Romanum Societatis Iesu si conservano, con numerose lettere facilmente reperibili nell'inventario, due manoscritti redatti in Cina nel 1718, l'Animadversio pro veritate (Iap.-Sin., 178, cc. 191-196) e la Familiaris epistola (ibid., 178, cc. 205-208), entrambi in difesa dell'Informatio pro veritate del gesuita R. Stumpf, pubblicata a Pechino nel 1717 per replicare alle tesi antigesuitiche del minorita C. Orazi da Castorano.
Fornito di una buona cultura astronomica, il G. compose per i suoi alunni del collegio napoletano del Gesù Vecchio il trattato di astronomia Specula Parthenopea, pubblicato a Napoli nel 1748 e comprendente 470 pagine di testo, 121 pagine di tabelle e numerose tavole fuori testo. Nelle tabelle il G. calcolava il movimento degli astri con i loro passaggi sul meridiano del collegio napoletano e metteva a frutto le osservazioni fatte in Europa, in Cina e nei suoi viaggi per terra e per mare. Dell'opera si conservano pochi esemplari, di cui quattro presso la Biblioteca nazionale di Napoli, uno nella Biblioteca della Curia generalizia dei gesuiti in Roma, uno presso la Biblioteca nazionale di Roma e un altro presso la Biblioteca Riccardiana di Firenze.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. di Propaganda Fide, Acta congr. partic. super rebus Synarum et Indiarum Orient., IV, 2, cc. 99, 101v; Scritture riferite nei congressi. Indie Orientali, XIII, 2, cc. 905, 1004v; XV/2, cc. 610, 854; XVI/4, cc. 539-542; XXI, c. 302; Scritt. originali della congr. partic. dell'Indie Orient./China, XXX, cc. 150v, 648v, 658v-665; Ibid., Arch. Rom. Soc. Iesu, Arch. de Propaganda, III, pp. 319 s.; Fondo Gesuitico, 727, nn. 7, 13; 731, cc. 77, 470-474; 750, n. 196; Iap.-Sin., 177, cc. 2, 146, 461-464; 178, cc. 54 s., 59, 179, 191-196, 205-208, 231 s., 354; 179, cc. 161, 167; 198, som. n. 10.B, parr. 64-70; 198a, cc. 3-4; Lus., XIV, I, pp. 115 s.; Neap., 55, cc. 260, 264v, 268v, 270v; 56; 89-96; 119-133; 138-172; 198; Hist. Soc., 53a, p. 104; Ibid., Bibl. Angelica, ms. 311, pp. 61-63; Ibid., Bibl. Casanatense, ms. 2273, c. 5 (il memoriale presentato dal G. a Innocenzo XIII); Ibid., Bibl. Corsiniana, mss. 40.F.7 (Raccolta di scritture e sommari diversi sopra la causa de' pp. gesuiti intorno alle missioni della Cina nella sac. congregazione di Propaganda Fide), pp. 44, 49-52, 89-93; 40.F.11, pp. 266-268; 40.F.12, som. n. 104, lett. vv; 40.F.15, t. IX, pp. 72 s.; P. Viani, Istoria delle cose operate nella China da monsignor Ambrogio Mezzabarba, Parigi 1760, passim; P.C. Platel, Mémoires historiques, VII, Lisbonne 1766, pp. 151-154, 167 s., 170-172, 218; E. Rivière, Supplement au "De Backer Sommervogel", Toulouse 1911, p. 4574; R. Streit, Bibliotheca missionum, VII, Aachen 1931, pp. 243, 246, 379; L. Pfister, Notices biographiques et bibliographiques sur les jésuites de l'ancienne mission de Chine, II, Shangai 1934, p. 642 n. 296; A.S. Rosso, Apostolic legations to China of the XVIII century, South Pasadena 1948, p. 342; A. Van Den Wingaert, Sinica Franciscana, V, Romae 1954, pp. 674, 703, 735; VI, ibid. 1961, pp. 273, 737; J. Wicki, Liste der Jesuiten-Indienfaher 1541-1758, Münster 1967, p. 318; J. Dehergne, Répertoire des jésuites de Chine, Roma 1973, p. 109 n. 361; G. Nardi, Cinesi a Napoli, Napoli 1976, ad indicem; M. Ripa, Storia della fondazione della Congregazione e del collegio dei Cinesi, II, Napoli 1983, pp. 55, 76 s.; G. Di Fiore, La legazione Mezzabarba in Cina (1720-21), Napoli 1989, passim; C. Sommervogel, Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, III, pp. 1393 s.