FRANCKFORDIA (da Francoforte), Nicolò
Figlio di Enrico, fu tra i primi tipografi tedeschi giunti a Venezia all'inizio degli anni Sessanta del sec. XV. Dotato di capitali, fu prevalentemente libraio e mercante di libri piuttosto che tipografo.
A partire dal 1473 risulta socio di Francesco Renner di Heilbronn. Assieme realizzarono sino al 1477 per lo meno 16 edizioni (15 catalogate nell'Indice generaledegli incubaboli, e una, ivi non compresa, risultante dal catalogo della British Library). Fin dall'esordio fu chiaro il campo verso cui il giovane libraio tedesco intendeva indirizzarsi. Tutti i titoli in questione sono di carattere religioso e liturgico (con l'eccezione delle Questiones super Metaphisicam Aristotelis di Antonio di Andrea), bibbie latine, breviari romani e per l'Ordine dei domenicani, i Sermones di Leonardo da Udine, opere teologiche di s. Tommaso e di s. Antonino.
Nel 1477 la società col Renner si sciolse. Il F. tuttavia non si trovò in difficoltà: dotato di propri capitali proseguì in proprio l'attività di editore, affidandosi di volta in volta a vari tipografi per i libri che s'impegnava a pubblicare.
Il suo ruolo di finanziatore di imprese editoriali risulta in pieno da un atto notarile del 14 marzo 1478 che fissa i termini di un contratto stipulato col tipografo Leonardo Wild da Ratisbona. Il F. gli commissionava 930 bibbie che doveva consegnare entro il mese di luglio; il F. gli avrebbe fornito la carta occorrente e avrebbe compensato il lavoro con 243 ducati d'oro e 20 copie del libro stampato. Lo stampatore si impegnava tuttavia a non superare la tiratura stabilita. Il contratto rivela inoltre quale redditizia fonte di profitti potessero costituire i titoli religiosi e liturgici. In un'epoca in cui una tiratura media si aggirava attorno alle 300 copie, un testo religioso poteva rasentare, ma non di rado superare, i 1.000 esemplari.
Non è quindi un caso se dopo lo scioglimento della società col Renner il F. accentuò il suo interesse verso i testi liturgici. Con l'appoggio tipografico del Wild nel 1480 pubblicò la ristampa della Summa de casibus conscientiae dell'Astesano curato da B. Bellati e Gomezio de Ulisipone (la prima edizione, di due anni precedente era stata edita sempre a Venezia dai soci Giovanni da Colonia e Giovanni Manthen).
Dal 1481 al 1488 la produzione di opere liturgiche fu ulteriormente incrementata. In questo periodo il F. non risulta essere in società con altri. Dal 1501 egli risultò invece editore di opere che furono stampate da Boneto Locatello (i Sermones e i Sermones dominicales di Antonio da Bitonto nel 1492 e nel 1499; le Vitae sanctorum patrum di s. Girolamo e la Legenda aurea di Giacomo da Varagine), da Iohannes Hamman (un Missale Romanum nel 1493 e altre opere di Antonio da Bitonto: i Sermonesin epistolas dominicales nel 1496 e i Sermones quadragesimales de vitiis nel 1499), da Iohannes Emerick (un Missale fratrum praedicatorum nel 1500), da Pietro Liechtenstein (un Missale Romanum nel 1501).
Dal 1501 la sua attività pare decrescere moltissimo. È tuttavia opportuno attendere il completamento della catalogazione delle cinquecentine italiane per esprimere un giudizio definitivo. È peraltro indubbio che i titoli segnalati dai cataloghi sinora disponibili posteriori al 1501 sono molto rari, tanto che spesso il F. neppure figura nei repertori dei tipografi ed editori cinquecenteschi. Per un decennio non risultano edizioni del F.: solo nel 1511 pare riprendere l'attività. In questo caso tuttavia non figura come al solito editore, ma esecutore dell'edizione di un Missale Strigoniensis destinato alla diocesi di Esztergon in Ungheria, commissionatogli dal libraio di Buda Johan Paep. Da allora sino al 1516 riprende la produzione di sempre: un breviario, un messale, il De viris illustribus di s. Girolamo e le Legende di Giacomo da Varagine. L'ultima edizione nota che reca il suo nome fu il Catalogus sanctorum et gestorum eorum di Pietro de Natali del 1516.
Negli anni seguenti non risultano tracce di altri suoi libri. Dovette tuttavia proseguire l'attività di libraio della cui dinamicità si trova frequente traccia negli atti notarili del tempo: acquista e vende piccoli immobili, prevalentemente nella contrada di S. Marziale e a Murano, e terreni a Preganziol, nel Trevigiano.
Non è nota la data di morte. Restano di lui due testamenti, uno del 23 maggio 1519 e l'ultimo del 23 dic. 1524, in cui lasciava eredi delle sue sostanze la moglie Andriana e i nipoti figli del fratello Girolamo. In entrambi i casi era istituito come esecutore testamentario il libraio Pietro Liechtenstein. Con ogni probabilità la morte lo colse poco dopo quest'ultimo atto. Di certo nel 1528 era già defunto.
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