EUGENICO, Nicolò
Su questo letterato veneziano del Cinquecento non ci è giunta alcuna notizia biografica da fonti coeve, e già nel sec. XVIII, quando un suo sonetto fu incluso nella raccoltina di Lirici veneziani del sec. XVI (Venezia 1788), doveva essere uno sconosciuto, dato che la scheda in calce al volume non contiene alcuna informazione.
Il suo nome è legato principalmente all'edizione dell'Orlando furioso curata da Gerolamo Ruscelli, apparsa per la prima volta a Venezia nel 1556 per i torchi di Vincenzo Valgrisi e ripetutamente stampata nel Cinquecento e ancora all'inizio del Seicento. L'edizione, impreziosita dalle splendide tavole disegnate da Gerolamo Porro in apertura di ogni canto, si arricchi dei contributi critico-esegetici di numerosi letterati contemporanei, tra i quali spicca la Vita dell'Ariosto di G. B. Pigna. A partire dall'edizione del 1558 in questo apparato figurano anche la Dichiaratione delle historie più importanti antiche e moderne toccate nel Furioso e l'Espositione delle favole dell'E., modificate e rimaneggiate nelle stampe successive in seguito all'ingresso nel volume di altri contributi.
Nella premessa ai lettori del 1558 si fa inoltre cenno ad una stampa scorretta della Dechiaratione delle favole l'anno prima della quale, però, non abbiamo traccia. Le due schede redatte dall'E. illustrano rispettivamente i passi del Furioso che rinviano ad eventi antichi o moderni e a favole mitologiche. Tra le fonti cui l'autore dichiara di aver fatto ricorso emergono i Commentarii sopra la tetrarchia di Vinegia, di Milano, di Mantova e di Ferrara di G. Simoni, le Historie venetiane di M. A. Coccia, la Historia di Milano di B. Corio, la Chronica di J. Carion, le Vite e fatti di tutti i sommi pontefici del Platina, le Istorie di P. Giovio e ancora Giustino, Plutarco, Paolo Diacono: tutte opere disponibili in volgarizzamenti ed edizioni veneziane apparse in quegli anni. L'Espositione delle favole, puramente didascalica, presenta superficiali riferimenti a Luciano, Plauto, Virgilio, Ovidio e alla Genealogia deorum del Boccaccio. Altro documento degli interessi anosteschi dell'E. è il canto aggiunto "seguitando la materia dell'Ariosto" nell'edizione veneziana del 1549 per G. A. Valvassore (Foffano cita, probabilmente per errore, un'edizione Bindoni e Pasini, 1549, oggi irreperibile in Italia).
Dell'E. possediamo inoltre un esiguo manipolo di sonetti. Tre di questi sono stampati nel florilegio plurilingue, curato da G. Ruscelli, il Tempio alla divina signora donna Giovanna d'Aragona (Venetia, P. Pietrasanta, 1555) e sono incentrati sull'elogio della bellezza della destinataria secondo il topos di Amore che resta egli stesso sedotto dalle grazie della donna. Più involute e significative del livello dell'autore le prove raccolte in un'altra antologia poetica curata dal Ruscelli, la Scelta nuova di rime de' più illustri et eccellenti poeti ... (Venetia, G. Simbeni, 1573).
Qui l'E. è presente con sette sonetti di modesto valore, caratterizzati da una sintassi intricata e dalla ricerca manieristica di effetti preziosi. Il primo sonetto si sviluppa con paragoni mitologici inutilmente complicati sul simbolo del lauro. Il secondo contiene il compianto della donna amata che gli appare in un sogno antelucano per confortarne il dolore e comunicargli di essere stata assunta in cielo. Il terzo parla di oscure passioni da cui il poeta ha liberato l'animo. I restanti sono incentrati sull'omaggio al Ruscelli al quale, con frigido gioco paronomastico, l'E. riconosce l'energia di un "ruscello" di ispirazione poetica pari alle mitiche fonti dell'eloquenza. I tre ultimi componimenti sono in forma di "risposta" al primo e iterano l'immagine del "liquore" del Ruscelli che inonda il seno dell'E. ingombro di "torbido humore". Da questi dati si può inferire il tenue indizio biografico di un'amicizia, se non addirittura di un magistero poetico esercitato dal Ruscelli sull'attività dell'Eugenico. Significativa dei procedimenti artificiosi messi in atto dall'autore la ripresa delle parole rima del primo sonetto elogiativo nel secondo con lo stesso ordine e nel terzo con ordine variato, mentre nell'ultimo ricorrono le sole rime in altre parole.
Queste mediocri prove poetiche, seppure fanno supporre altri esercizi analoghi all'ombra del Ruscelli o di altri personaggi noti, portano a concludere per una collocazione del tutto marginale e trascurabile dell'E. nel panorama di quei professionisti delle lettere gravitanti verso la metà del secolo intorno all'industria editoriale veneziana, tra i quali proprio l'amico e protettore dell'E., G. Ruscelli, godeva già nel giudizio di molti contemporanei, prima ancora che in quello dei posteri, di non grande considerazione.
Bibl.: G. I. Ferrazzi, Bibliografia ariostesca, Bassano 1881, p. 106; F. Foffano, Il poema cavalleresco, Milano s.d., II, p. 128; British Museum, General catalogue of printed books, London 1956, s. v. Ariosto L.; Istituto centrale per il Catalogo unico delle Bibl. italiane..., Le edizioni italiane del XVI secolo. Censimento nazionale, I, Roma, 1985, s. v. Ariosto, L.