DORIGATI, Nicolò
Pittore di origine trentina, di famiglia nobile secondo alcune fonti; i suoi dati anagrafici e le sue stesse vicende biografiche permangono ancora nell'ombra. L'attività del D. si svolse nel periodo 1689-1736 prevalentemente a Trento e per una committenza per lo più ecclesiastica. Le poche opere conosciute suggeriscono una frequentazione di ambienti pittorici bolognesi, che alcuni autori, come l'Ambrosi (1894), precisano nell'ambito di C. Cignani.. Spetta al Bartoli (1780) la costituzione del catalogo del D., che dovette godere di buona fama se, come attesta tale fonte, riuscì a collocare nelle chiese e nei monasteri principali di Trento e del territorio circostante un gran numero di dipinti. Tuttavia il perdurante disinteresse degli studiosi e le vicende del tempo hanno favorito e facilitato la dispersione di un gran numero delle opere ricordate dal bartoli, tanto che attualmente il catalogo certo dell'artista si riduce a pochissimi titoli e la personalità dei D. resta pressoché ignota. Il gruppo principale delle opere era segnalato a Trento, nelle chiese della Trinità (tra gli altri soggetti un'Ultima Cena del 1696), di S. Marco, nei conventi dei riformati, dei cappuccini, e in altri luoghi di culto.
Uno dei pochi elementi di riscontro per avviare una ricerca sull'attività del D. è la paia dell'altar maggiore con l'Assunta, nella chiesa parrocchiale di Villa Lagarina: opera di buona fattura, ancora legata alla formazione bolognese e da considerarsi quindi relativamente giovanile. Nel duomo di Trento sull'altare di iuspatronato della nobile famiglia Lodron, la quale ebbe uno stretto rapporto col D., è una pala con l'Assunta affollata di personaggi: nella schiera di santi innocenti emerge s. Simonino; nel registro inferiore, in netto contrasto chiaroscurale, i due vescovi s. Vigilio e s. Adalpreto (?) dietro i quali, a semicerchio, altri santi, fra cui imperatori e prelati; infine, in primo piano, s. Giovanni Battista, s. Pietro e s. Giovanni Evangelista. La tela denota una marcata involuzione formale rispetto all'Assunta di Villa Lagarina: la stessa involuzione che si osserva in un dipinto raffigurante S. Vigilio che presenta alla Madonna col Bambino una veduta di Trento, ora al Museo diocesano di Trento, proveniente dalla chiesa della Trinità, dove tuttavia non è segnalato dal Bartoli.
Identificato come opera certa del D. dal Rasmo (1964), il dipinto è datato 1718 e reca in evidenza lo stemma del Magistrato di Trento: si tratta perciò di un'opera ufficiale, documento indubbio del prestigio artistico che l'artista ebbe a godere nella Trento dei primi decenni del sec. XVIII. Alla scena presenziano gli altri protettori della città, s. Massenza, s. Adalpreto e il piccolo s. Simonino. Il gesto di s. Adalpreto, che si rivolge all'osservatore ed al tempo stesso accenna con la mano tesa alla Madonna, sta forse a sottolineare il carattere votivo dell'opera, e, infatti, sia la scritta che sovrasta il disegno della città sia un riscontro archivistico sembrano ricondurre il tutto, almeno idealmente, a un voto alla Vergine della città di Trento nel 1703, quando era stretta d'assedio dalle truppe francesi.
Il Bartoli (p. 87) ricorda in S. Margherita a Trento un'affollatissima composizione in cui erano dipinti dal D. nel 1720 i patroni e i titolari di Trento e di molte chiese del territorio: una sorta di repertorio generale iconografico eseguito su incarico del preposto della cattedrale di Trento C. F. Lodron (Weber, 1933, p. 130). Un ritratto della contessa Elisabetta Orsola Lodron, dipinto dal D., fu inciso a Vienna da A. Luciani. Altri dipinti erano nella chiesa di S. Marco a Rovereto e dei Ss. Filippo e Giacomo a Terres.
Il D. morì probabilmente a Roma, in data sconosciuta (Rasmo, 1964).
Fonti e Bibl.: F. Bartoli, Le pitture, sculture... di Trento... (ms. 1780), in G. B. Emert, 1939, ad Indicem; N. Toneatti, Giorn. d'affari e di famiglia per l'anno 1874, Trento 1873, pp. 120 ss.; F. Ambrosi, Scrittori ed artisti trentini, Trento 1894 (ed. anast., Bologna 1972), p. 155; Roma, Bibl. d. Ist. dell'Encicl. Ital., A. De Alisi, Note biogr. degli artisti atesini e trentini ... [ms. sec. XX], Bolzano 1921-40; S. Weber, Artisti trentini, Trento 1933, pp. 105, 130; Id., Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte. I decanati di Taio, Denno e Mezzolombardo, Trento 1938, p. 157; G. B. Emert, Fonti manoscritte ined. per la storia dell'arte nel Trentino, Trento 1939, ad Indicem (contiene anche altre fonti precedenti il Bartoli); N. Rasmo, Un dipinto ignorato di N. D. a Trento, in Studi trentini di scienze storiche, XLIII (1964), 2, pp. 172 s.; E. Chini, Interventi di restauro di dipinti su tela, ibid., LXI (1982), 2, p. 250; N. Rasmo, Storia dell'arte nel Trentino, Trento 1982, p. 313; La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1990, II, pp. 702 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IX, p. 473.