ARCO, Nicolò d'
Nacque nel 1492 o 1493 forse ad Arco dal conte Ulrico e da Susanna, nata contessa Collalto-Credazzo. Studiò all'università di Padova fra il 1511 ed il 1521, nel qual periodo compose gran parte delle sue rime amorose ed anche la più famosa Naenia de morte matris (1515). Scambiò versi con un amico più anziano, il cardinale Adriano Castellesi da Corneto, il quale nel 1512 aveva posto fine ad una lite familiare degli Arco procurando la divisione del patrimonio fra gli eredi. Per il monumento sepolcrale di Raffaello morto il 6 apr. 1520, compose due distici, ma fu superato dal Bembo. A Padova ed a Bologna conobbe diversi personaggi allora famosi, il medico ed umanista Paolo Ricci, Marcantonio Flaminio e il vescovo di Trento Bernardo Cles al quale, nel maggio 1525, portò aiuto insieme col cugino Gerardo contro i contadini ribelli. Partecipò come "miles iniquus" alle guerre combattute tra Carlo V e Francesco I fra il 1521 ed il 1526. Sposata Giulia Gonzaga, visse poi ad Arco, a Mantova, Cavriana e Bologna. Ma nonostante la ricordata pacificazione del 1512 l'A. fu vittima dell'ostilità fra i due rami della famiglia d'Arco: scampato ad un attentato notturno del nipote Giulio, nell'autunno del 1542 si rifugiò ad Innsbruck ed a Colonia, per chiedere l'intervento dell'imperatore. Ritornato in patria l'anno successivo, visse quasi sempre a Cavriana e morì probabilmente nel 1546 (novembre o dicembre) o nel 1547.
Delle numerose opere in prosa e in poesia dell'A. non esiste che un codice autografo, conservato attualmente nella biblioteca Laurenziana di Firenze (Fondo Ashburnhamiano), contenente composizioni che tradiscono il lavoro di lima. Manca tuttora di esse una edizione completa: dalla prima edizione mantovana dei 1546 fino al secolo scorso parecchie rime apparvero troppo libere per essere oggetto di pubblicazione. Le poesie amorose, però, formano la parte più genuina dell'opera sua. Nonostante l'imitazione dei classici l'A. riesce a conservare una voce originale quando canta gli amori per diverse donne che si celano sotto i nomi di Flavia, di Philena, di Lalage o di Neaera. Meno interessanti sono le poesie di ispirazione encomiastica indirizzate a Massimiliano I, a Carlo V, a Francesco I, e ai Gonzaga. Gli inni religiosi, intessuti di elementi classici, si rivelano nel complesso freddi e artificiosi.
Alcune opere che l'A. lesse o che comunque possedette (Vergerio, Calvino, Savonarola, Bibbia tedesca, Reuchlin, Althamer) fecero supporre nell'A. un particolare interesse per dottrine eterodosse, e si congetturò che durante il suo esilio fosse stato accusato d'eresia. Ma non si può ipotizzare un serio interesse religioso laddove non esiste che entusiasmo per l'imitazione dei classici (speciabnente dei neoterici) e dove anche l'epicureo trova una mediazione letteraria nella poesia di Orazio. Critico appassionato di tutti i pedanti e i poetastri dell'epoca, non appartenne a una vera e propria scuola pur mantenendo frequenti rapporti con Giovanni Cotta di Segnago, Iacopo Vargagno, Giovanni Fruticeno (che curò l'edizione dei Nicolai Archii comitis Numeri, Mantuae 1546; altre edizioni a Padova nel 1739, insieme a composizioni di G. Fracastoro e A. Fumano, e a Verona nel 1762). Di altre opere possediamo soltanto i titoli: inni (ad S. Paulum pont. max.,) orazioni (ad Maximum Aemilianum augustus, ad caesarem Carolum V, de laudibus scientiarum, ad Casalium, Laudes Christophori Madrutii, Apologia caesaris Caroli V), dialoghi (de inani nomine famae), un libro De unitate Ecclesiae (forse una difesa della sua ortodossa), una Obsidio Viennae, un Ticinensis conflictus (sulla battaglia di Pavia del 1525), ecc.
Bibl.: L. M. Zanolini, Intorno alle edizioni delle poesie del Conte N. d'A., in Il biblioffio, VI(1885), pp. 26 ss.; G. Papaleoni, Il codice Ashburnhamiano-Laurenziano delle poesie di N. d'A., in Arch. trentino,V(1886), pp. 219-250; A. Pranzelores, Un nuovo manoscritto di poesie di N. d'A., in Tridentum, II(1899). p. 281; Id., La famiglia del poeta N. d'A., in Annuario degli studenti trentini, VI (1900), pp. 81-111; Id., N. d'A., ibid., VII (1901), pp. 3-119; C. Vambianchi, Spigolature su N. d'A. poeta, in Ricordo del VII congresso della "Lega Nazionale", Trento 1900, pp. 47-65; G. Bustico, Terze pagine benacensi, Salò 1909, pp. 43 ss.; E. v. Aretin, Geschichte der Herren und Grafen von Arco, XI-XIII, pp. 664-694 (dattiloscritto del 1936 ss., in sesso del conte Arco-Zinneberg, importante per i dati biografici); P. Paschini. Tre illustri prelati del Rinascimento, Roma 1957. pp. 728.; Encicl. Ital., IV, p. 121.