CASSANA, Nicolò
Figlio del pittore genovese Giovanni Francesco, nacque a Venezia nel 1659. Iscritto nella fraglia pittorica dal 1684, studiò col padre. Il C. si affermò soprattutto come ritrattista. Quasi unicamente attraverso incisioni si conoscono i numerosi ritratti che fece dei patrizi veneziani. Ben pochi di questi, però, esistono in originale: due a Lovere, nella Pinacoteca Tadini; due Nodari e un Giambattista Donà a Venezia, rispettivamente a palazzo ducale e nel Museo Correr; un ritratto di Ecclesiastico, a Genova, in Palazzo Rosso, e qualche altro.
Nel 1683 il C. tentò invano di far accettare il suo Autoritratto alla Galleria medicea dei pittori (pubblicato da Chiarini, 1974, e oggi nella Galleria degli Uffizi). In seguito riuscì a farsi invitare da Ferdinando principe ereditario di Toscana, che incontrò nel 1691 a Venezia, e svolse alla di lui corte la maggior parte della sua attività. Ferdinando avrebbe finito anche con accontentare la vanità del C. commissionandogli un autoritratto. Varie opere citate dal Ratti e qualche altra ancora (come i ritratti di Cosimo III, di Anna Maria de' Medici, forse il capolavoro del C., la Nana e la Cuoca del 1707, raffigurata con animali e arredi da cucina) si conservano tuttora per la maggior parte nei depositi delle gallerie fiorentine. Un Ritratto di un cacciatore agli Uffizi è probabilmente il Cacciatore presentato nel chiostro della SS. Annunziata nel 1706 (forse Zigolino buffone "in abito da caccia con alcuni lepri" citato dal Ratti). Nello stesso chiostro il C. già aveva esposto con successo nel 1698 (vedi lettera 12, in Fogolari, p. 165), e vi sarà anche presente nel 1715 con Ritratti, nel 1724 con una grande Samaritana e nel 1767 con una Femmina (F. Borroni Salvadori, Le esposiz. d'arte a Firenze..., Firenze 1974, pp. 14, 116, 17, 74). Si sa che il C. si era pure provato nella "pittura di storia", come dimostra il Baccanale dell'Ermitage a Leningrado, e che eccelleva nel fare le copie. Fra queste il S. Pietro Martire della bagilica dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia, posto in sostituzione della distrutta pala di Tiziano e la Congiura di Catilina da Salvator Rosa a palazzo Pitti. Inoltre, le numerose lettere di Ferdinando de' Medici al C., che vanno dal 1698 al 1709 e sono ora alla biblioteca Marciana di Venezia, ci illuminano sulla sua attività di agente mediceo per l'acquisto di opere d'arte, nonché su quella piuttosto deleteria di restauratore o meglio rifinitore di quadri antichi. Risulta che non poche pitture venivano spedite a Firenze o a Venezia per essere "accomodate", ossia completate, dal Cassana. Una nota del Bottari al Riposo di R. Borghini (Firenze 1730, p. 316) ci informa ad esempio che egli avrebbe "finito" la Madonna del Baldacchino di Raffaello, secondo il Vasari lasciata incompiuta. Tale episodio viene riportato anche da altri scrittori del tempo (Richa). Però il medesimo Bottari in una sua nota al Vasari (Le Fite, II, Roma 1759, p. 96) riferisce il fatto a Giovanni Agostino, il più giovane dei Cassana.
Dopo Elena Melli, dalla quale ebbe sei figli tutti morti in giovane età, nel 1708 il C. sposò una Ludovica de Dea figlia di Giovanni stampatore. Da essa il 24 febbr. 1709 ebbe un figlio chiamato Federico in onore di Federico di Danimarca, del quale in quel periodo il C. aveva eseguito il ritratto a Venezia (Farsetti, in Fogolari). Con gli inizi del Settecento, la fama dell'artista giunse in Inghilterra dove si recò su invito della regina Anna Stuart della quale si sa che faceva il ritratto. Pare che abbia eseguito altri ritratti e imitazioni da Tiziano (Walpole), ma nessuna delle sue opere inglesi è stata reperita. L conservata a Londra (Public Record Office, S.P. 99, vol. LIX, I, ff. 113-115; 2, ff. 333 s.) la stima dei quadri del duca di Mantova fatta dal C. insieme con S. Ricci nel 1711.
Il C. morì a Londra nel 1711, lasciando incompiuto il ritratto della regina: così riferiva iliesidente toscano Iacopo Giraldi (cfr. A. M. Crinò, Rapporti, culturali tra Firenze e l'Inghilterra..., in Firenze e l'Inghilterra [catal.], Firenze 1971, pp. n. n.).
In una lettera del 1683, pubblicata dal Gualandi, il C. - allora ai suoi esordi - veniva chiamato "pittore fra moderni assai buono, ma giovane di più fumo che fama". Ratti parla della sua "indole attiva, briosa e tutta fuoco" accennando alle tinte "vivaci e sanguigne". A. M. Zanetti lo dice "un eccellente ritrattista quant'altri mai" e narra come egli ripassò col suo colore "pastoso e morbido" alcuni dipinti di N. Bambini.
Il C. è certo legato per la sua educazione al naturalismo secentesco non solo nella scelta dei motivi ma specie nella predilizione per i toni scuri che lo distinguono dal fratello minore, l'animalista Giovanni Agostino, pittore di intonazione già chiaramente settecentesca. Appunto per questo andrebbero rivendicate al C. le sette tele con cavalli e palafreniere, opere in grande nella villa Colleoni a Thiene (Vicenza), attribuite al fratello Giovanni Agostino. Vari disegni del C. (ritratti e studi di mani) sono custoditi nella raccolta Santarelli del Gabinetto dei disegni agli uffizi.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Guardaroba 1051, c. 10v (elenco delle opere del C. eseguite per Ferdinando); Venezia, Bibl. nazionale Marciana, cod. It., cl. IV, 21 e cl. X, 150 (prov. Morelli): Lettere di Ferdinando di Toscana al C. (pubbl. da Fogolari, 1937); Ibid., Civico Museo Correr, cod. P. D. 819/5: Referto del Collegio di Pittori; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 294; F. S. Baldinucci, Vite di artisti, a cura di A. Matteoli, Roma 1975, p. 242 e ad Indicem; C. G. Ratti, Delle, vite di pittori, scultori ed architetti genovesi, Genova 1749, pp. 14-16; G. Richa, Notizie... delle chiese fiorentine, Firenze 1761, IX, p. 28; Museo Fiorentino, Firenze 1762, X, pp. 147-150; A. M. Zanetti, Della pittura venez., Venezia 1771, p. 425; H. Walpole, Anecdotes of Painting in England (1795), II, London 1888, p. 244; Il signor Dn. Giovanni Vianelli, canonico della cattedrale di Chioggia. Catalogo dei quadri esistenti in casa, Venezia 1790, pp. 97-106; M. Gualandi, Nuova raccolta di lettere sulla Pittura, scultura ed architettura, Bologna 1845, n. 395; G. Campori, Artisti degli Stati estensi, Modena 1855, p. 141; P. P. Weiner, Notizie di Russia, in L'Arte, XIII (1910), p. 147, fig. 2; A. Pinetti, Il conte Giacomo Carrara e la sua galleria, Bergamo 1922, pp. 76, 116; G. Fogolari, Lettere pittor. del Gran Principe Ferdinando di Toscana a N. C., in Rivista del R. Ist. di archeologia e storia dell'arte, VI (1937), pp. 145-186 (con una attribuzione a C. Loth della copia da Tiziano); M. Muraro, Mostra dei disegni venez. del Sei e Settecento, Firenze 1953, n. 78; N. Ivanoff, Ritratti dell'Avogarza, in Arte veneta, VIII (1954), p. 278, fig. 273; S. Meloni, Dipinti del Seicento genovese, Firenze 1964, nn. 9-11; M. Chiarini, I pittori alla corte granducale, Firenze 1969, pp. 54 s., 63 s.; F. Vivian, Il console Smith mercante e collezionista, Venezia 1971, p. 21 9; M. Chiarini, N. C. Portrait painter, in Apollo, C (1974), 151, pp. 234-239; Id., in Gli ultimi Medici.. (catal.), Firenze 1974, pp. 200-203; E. Favero, L'arte dei pittori a Venezia, Firenze 1975, ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 123 s.