BETTOLI, Nicolò (Nicola)
Figlio di Luigi e di Luigia Salati, nacque a Parma il 3 sett. 1780, e fu il più illustre esponente di una famiglia di artisti. Sebbene non abbia potuto frequentare corsi regolari all'Accademia. che era stata chiusa per gli eventi bellici nel 1795, partecipò nel 1805 ad un concorso di architettura bandito dalla stessa Accademia e vinse il secondo premio per "un vasto e comodo albergo dei poveri". Più che a Domenico Artusi, il modesto maestro, che, secondo la tradizione (G. B. Janelli), lo avrebbe educato all'arte, certo egli guarda come modello ispiratore a E. Petitot, venuto a lavorare alla corte di don Ferdinando e, secondo la moda dei tempi, ricerca, con entusiasmo archeologico, non riferimenti generali ai modelli antichi, ma una "conoscenza esatta di quei modelli" (L. Benevolo, Considerazioni sull'architett. neoclassica,in Quaderni di storia dell'archit.,XXX-XLVIII, Roma 1961, p. 293)
La prima opera rimasta del B. è un progetto per un Edifiziotrionfale consacrato all'imprese dell'imperatore Napoleone (1811, inc. da A. Gaiani; Parma, racc. G. Lombardi, ripr. in Allegri Tassoni, 1954) e il progetto di rifacimento dell'Arco di S. Lazzaro (Parma, racc. Lombardi). L'anno dopo disegna il progetto per il teatro di Borgo San Donnino, compiuto quarant'anni dopo la sua morte, ora demolito (nell'Arch. Comunale di Borgo San Donnino esiste un disegno probabilmente del Bettoli). Il 7 ott. 1814 è nominato consigliere con voto dell'Accademia di Belle Arti in seguito a una richiesta corroborata da disegni e progetti, tra i quali quello di un teatro (disperso); e subito (11 ottobre), secondo le prescrizioni dell'Accademia stessa, promette "un progetto completo… pienamente opposto e diverso in tutte le sue -parti dalla già data idea d'un teatro moderno" (Allegri Tassoni, 1954, p. 156) e nel 1816 pubblicherà le Osservazioni su l'arte dell'Architetto in occasione di due opere architettoniche depositate nell'Accademia di Parma.Nonostante il tentativo di qualche suo rivale che, con lettera anonima (E. Scarabelli Zunti, IX, riportata anche in Copertini, 1955), cerca di denigrare la sua opera, nell'Accademia Parmense ricostruita da Maria Luigia viene assegnata al B. (maggio 1816) la cattedra di statica e, quindi, egli è nominato primo architetto di corte. Si può dire che tutta l'architettura parmense della prima metà del secolo è improntata alla sua opera.
Tra le prime e più intense mansioni è il restauro e il ripristino dei monumenti: il Teatro Famese, la Camera di S. Paolo, S. Maria del Quartiere. Ampliò inoltre le scuole dell'Accademia (1821-1823); per l'inaugurazione della nuova sede il B. presentò il suo libro, Introduzione al corso d'architettura civile,Parma 1823, in cui spiega il nuovo filone neoclassico di aderenza culturale oltre che di sensibilità ai modelli antichi.
Nel 1821, riunendo all'antica galleria il piccolo teatro di corte, progettò, insieme con P. Toschi, una nuova grande galleria per ospitare, con la Pinacoteca Borbonica tornata da Parigi, i nuovi acquisti di Maria Luigia e, nella "rotonda", i due "colossi" di basalto che, dagli Orti, farnesiani sul Palatino, erano passati al giardino di Colorno. Il progetto venne eseguito tra il 1821 e il 1825, e un nuovo ampliamento fu progettato dal B. e dal Toschi nel 1835. Nel 1825 fu pubblicata a Parma un'opera dedicata all'imperatore d'Austria le cui 18 tavv. furono disegnate dal B.: I principali monumenti innalzati da S. M. Maria Luigia arciduchessa d'Austria, Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla.Nei primi anni dei terzo decennio egli ammodernò il Casino dei Boschi di Sala Baganza e progettò la villa "La pellegrina" per l'impresario Rosazza (ora collegio S. Maria delle piccole figlie).
Ma l'opera più importante di questi anni è la costruzione del nuovo teatro: né il secentesco Famese, né il vecchio Ducale potevano ormai rispondere alle esigenze dei tempi. Iniziato nel 1821, era compiuto, nell'architettura, nel 1827 e inaugurato, completo di decorazioni il 16 maggio 1829 con la Zaira del Bellini, alla presenza della duchessa di Parma e dei duchi di Modena.
La costruzione, ove allesterno si notano derivazioni da strutture classiche e rmascimentali. è all'interno modernissima e armomosa m ogni sua parte; interessante la soluzione dei due cavalcavia colleganti il teatro rispettivamente al palazzo ducale e a costruzioni ad uso del teatro stesso.
Ancora per la duchessa Maria Luigia il B. ricostruì ex novo (1833) l'antica residenza ducale (distrutta nella seconda guerra mondiale), sia all'interno - atrio, cortile, scalone, scale secondarie, magnifiche sale da pranzo e da ballo curate in ogni particolare - sia nella bellissima facciata. Progettò -inoltre il grandioso salone della Biblioteca Palatina (1834) e la biblioteca privata (1838-39), un piccolo gioiello, distrutto anch'esso nella seconda guerra mondiale.
Con l'aiuto di Paolo Gaziola, che già era stato suo collaboratore a Parma, il B. riadattò (1836-37) il palazzo ducale di Colorno ed eresse negli stessi anni nella "Ghiaia" le Beccherie (distrutte nel 1928): una delle più pregevoli costruzioni neoclassiche della regione. Nel 1836-1847 completò l'antico palazzo Lalatta, ove riunì al collegio fondato da monsignor Lalatta quello dei nobili. formandovi così un nuovo istituto, che prese il nome dalla duchessa regnante (Convitto naz. Maria Luigia), a cui aggiunse un vasto cortile e nuove ali, mentre ricostruì la facciata neoclassica. Progettò anche (1837) il tempietto del Petrarca elevato nel 1839 in Selvapiana (Copertini, 1955, p. 17 n. 29), restaurò il "palazzo del giardino" e, infine, progettò (1844) la nuova università degli studi poi adibita, a sede della corte d'appello (l'attuale facciata è del figlio Luigi).
Tra le numerose altre opere del B. ricordiamo il progetto per l'Amministrazione della dogana (1851), poi non eseguita, il nuovo ingresso per la Camera di S. Paolo riflettente motivi correggeschi e neoclassicí. Dopo più di un anno di inattività per malattia, morì a Parma il 16 luglio 1854; è sepolto, nel cimitero, nel recinto dell'Ordine costantiniano di S. Giorgio, mentre un ricordo marmoreo col suo profilo è conservato nella chiesa di S. Giovanni.
La sua importanza come architetto va molto al di là delle opere che di lui ci rimangono, ben poche in confronto a quelle eseguite, in quanto le rovine belliche e, più ancora, la smania del nuovo, si sono accaniti particolarmente sugli edifici da lui costruiti. Alla sua attività di architetto egli prodigava ogni suo pensiero, ansioso di dare a Parma un volto omogeneo, caratterizzato da una classica lineare semplicità, non scevro però di alleanze di stampo francese, memore del Petitot e ravvivato dal caldo colore dell'intonaco giallo ocra delle facciate, che non discordava dal cotto caro ai Farnese.
Il B. sposò Geltrude Cocconcelli e, dei figli, Luigi (29 marzo 1820-10 marzo 1874)continuò la sua attività; fu accademico d'onore dell'Accademia di Belle Arti e "architetto del patrimonio dello Stato". Fece parecchi progetti tra cui l'ampliamento dell'accesso dalla via Emilia alla piazza della Ghiaia e il restauro della ex chiesa gotica di S. Francesco che venne condotto a termine dopo la sua morte (E. Casa, Chiesa di S. Francesco,in Gazzetta di Parma, 26 marzo 1883).All'Esposizione industriale del 1869 fu premiato con medaglia di bronzo per un progetto dì facciata e per la pianta di uno stabilimento per bagni.
Fonti e Bibl.: Parma, Galleria Nazionale, E. Scarabelli Zunti, Docum. e memorie di Belle Arti parmigiane,IX (1801-1850), pp. 54-59; P. Donati, Nuova descrizione… di Parma,Panna 1824, pp. 158-160;G. B. Nicolosi, Il NuovoTeatro di Parma rappresentato con tavole intagliate nello studio di P. Toscani…,Parma 1829(in 8tavv.); [A. Ronchini], Monum. e munificenze di S. M. la Principessa Imperiale Maria Luigia…,Parigi 1846; Ristauraz. e riabbellimento del teatro reale di Parma eseguiti nell'anno 1853….Parma 1853;G. B. Nicolosi, Opuscoli, Parma 1859, p. 23;G. B. Janelli, Diz. biogr. dei Parmigiani illustri,Genova 1877, p. 56; il. B. daParme et la France,Paris 1928,p. 514;C.Alcari, ilTeatro Regio di Parma nella sua storia dal 1883 al 1929,Parma 1929; G. Copertini, N. B. architetto teatrale,in Parma per l'Arte, IV (1954), pp. 119-22; V (1955), pp. 3-20 (pp. 18-20 elenco delle opere sicure e probabili e bibl.); G. Allegri Tassoni. Nelcentenario della morte di N. B., in Aurea Parma,XXXVIII (1954), pp. 141-158 (con ill. e docc.);G. Canali, Il "civile" B.,in Dai ponti di Parma, Bologna 1965, pp. 216-218;U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,III,p. 548; Enc. Ital., VI, p. 835.