BELLI (Belli de Marsilio, Bolli, Belli de Marsilio), Nicolò
L'attività del B. è documentata dal 1314 al 1346. Non esiste testamento o indizio per stabilire la data di morte; difficile è risalire a quella di nascita, che, però, non può essere posteriore al 1299 se si considera l'età di anni 15 come minima per esercitare il notariato. Il B. fa parte di quella schiera di cittadini di Chioggia che fungono da importanti esecutori della politica estera della Signoria veneziana in un momento in cui questa, grazie a una politica di espansione territoriale, diventa potenza continentale oltre che potenza marittima.
Predecessore del B. nella carica di scrivano ducale era stato Donato, della stessafamiglia Bolli de Marsilio, che ebbe il merito di scoprire, mentre era in missione a Roma presso la Santa Sede nel 1301, i maneggi della casa Morosini (per cui si veda V. Bellemo, La vita e i tempi di Benintendi de' Ravagnani..., p. 238) col Comune di Padova, così da permettere alla Signoria, avvertita in tempo, di sventare il disegno. Anche il figlio del B., Luciano, intraprese la carriera patema; lo si incontra dal 1336 al 1343 e si può presumere, per l'assenza di notizie posteriori, che sia morto prematuramente.
Il B. dovette occupare una posizione di rilievo nella vita pubblica del suo tempo, data l'importanza delle missioni diplomatiche affidategli. La sua attività si può distinguere in due periodi successivi: dal 1314 al 1320 e dal 1321 al 1346. Nel primo operò propriamente come notaio imperiale e scrivano ducale; nel secondo, come procuratore di Venezia, inviato veneto e ambasciatore, si recò in missione presso gli Scaligeri, gli Estensi, i Da Polenta, i Carninesi e il Comune di Firenze.
Tra gli atti di cui fu testimone si può ricordare la vertenza tra Venezia e Carlo, conte di Valois, dall'ottobre del 1320 all'aprile del 1321. Questi aveva preparato a Venezia galee per una spedizione a Costantinopoli in accordo con la Repubblica, la quale, però, non solo non aveva osservato i trattati con lui per l'impresa, ma gli aveva anche impedito la vendita di cinque galee. Chiedendo il Valois un risarcimento dei danni, il Senato riominò procuratore del Comune Benedetto da Molino per appianare la questione: testimone e scrivano ducale fu il Belli. Comincia in questi anni la sua attività propriamente diplomatica. Dal 1320 al 1328 ci sono vivi contrasti tra Venezia e Ravenna per ragioni di commercio, e di navigazione: frequenti da entrambe le parti le ambascerie, ma senza frutto. Venezia il 22 ag. 1321 attirò nell'alleanza contro Ravenna Cecco degli Ordelaffi capitano di Forlì. Procuratore di Venezia fu appunto il B., il quale compare per la prima volta in una missione diplomatica. A lui l'Ordelaffi promise, con giuramento, di combattere il Da Polenta e in compenso ebbe la garanzia di un risarcimento per le spese di guerra e dell'inclusione nelle trattative di pace. Essendo stato il B. inviato a Ravenna come ambasciatore, si pensa possa essere stato in relazione con Dante, che nel 1321 fu a sua volta nunzio dei signori di Ravenna a Venezia; la notizia, probabile, si fonda su una tradizione di cui non è rimasta traccia nei documenti. A questo punto la biografia del B. si identifica con la serie delle missioni affidategli dalla Repubblica.
Nel 1323 fu incaricato di un pagamento; nel 1326 fu testimone in palazzo ducale per una lite con un mercante pisano. Nell'aprile del 1326, inviato veneto a Firenze, informò il podestà, i priori delle Arti e il gonfaloniere di Giustizia che a Venezia si trovavano alcuni creditori dei Pilestri, falliti e fuggitivi. In risposta ebbe l'assicurazione che sarebbe stato fatto il possibile per recuperare ciò che si poteva dell'attivo dei Pilestri. in modo da dividere così il ricavato tra i creditori. Due anni più tardi rappresentò il Comune di Venezia per ratificare una convenzione conclusa tra il doge e Samaritana, vedova di Tolberto da Camino, conte di Ceneda, per il libero traffico dei Veneziani nel territorio della Motta e lungo la Livenza. Nell'aprile e nel luglio del 1329 trattò con gli Estensi: la prima volta, come notaio ducale, consegnò ai marchesi Rinaldo e Obizzo il prezzo del grano acquistato dal Comunein seguito, per la inosservanza dei trattati commerciali da parte dei sudditi dei due marchesi, espose loro le querele della Repubblica.
Il B. è presente nel decennio 1330-1340 in ambascerie a Verona, a Ravenna e a Ferrara: nel '30 e nel '40 rispettivamente a Verona e a Ravenna per consegnare a Mastino e Alberto della Scala, prima, e ad Ostasio Da Polenta, poi, il prezzo del grano acquistato dal Comune. Più delicate le trattative con il marchese d'Este nel febbraio del 1339, per difendere il diritto di commercio dei Chioggiotti e dei Veneziani nel Ferrarese; trattative ancora aperte l'anno successivo, quando il marchese inviava una risposta in cui si giustificava per le lamentele portegli dal B. e prometteva a questo buon accordo in futuro con i Veneziani con l'osservanza dei trattati esistenti. Del B. restano quattro atti nell'Archivio di Stato di Venezia, datati dal 1341 al 1346, in cui egli si sottoscrive "notaio imperiale e giudice ordinario". Sono le ultime testimonianze rimaste del notaio che a quell'epoca, a giudicare dalla sicurezza della grafia con cui sono redatti i documenti, doveva trovarsi ancora nella piena maturità. Dopo il '46 di lui non si ha più nessuna notizia, per cui si può pensare forse a una morte prematura.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Cancell. Inf., b.15; I libri commemoriali della Repubblica di Venezia. Regesti, a cura di R. Predelli, I, Venezia 1876, reg. 1, nn. 77, 696, 726, 736; reg. 2, nn. 29, 37, 144, 243, 267, 270, 293, 311, 359, 392, 406, 454, 461; II, ibid. 1878, reg. 3, nn. 93, 119, 128, 156, 161, 167, 182, 264, 365, 382, 479, 480, 484, 496; reg. 4, nn. 2, 9, 64; B. Cecchetti, Statistica degli atti custoditi nella sezione notarile…, Venezia 1886, p. 306; V. Bellemo, Sul viaggiatore Nicolò de' Conti, in Arch. veneto, n. s., XXXV (388), pp. 5-27 (spec. p. 13); Id., L'insegnamento e la cultura a Chioggia, fino al secolo XV, ibid., n. s., XXXV-XXXVI(1888), pp. 37-56 (spec. p. 54), pp. 277-301 (spec. pp. 290 s.); Id., La vita e i tempi di Benintendi de' Ravagnani, in Nuovo Arch. veneto, n.s., XXIV (1912), pp. 54-95.