ACCAME, Nicolò
Nato a Pietra Ligure il 23 febbr. 1817 da Bernardo, fu dapprima, per qualche tempo, in Russia e Germania, per commercio; si dedicò poi con fervore alla politica. Nel marzo 1848 fu volontario in Lombardia, e poi, tornato a Genova, fu tra i promotori del Circolo italiano, più battagliero del Circolo nazionale e di intonazione decisamente unitaria. Il 3 sett. 1848 fu designato dall'assemblea dei soci, con A. Orsini e G. B. Cambiaso, nella commissione d'inchiesta sulle violazioni costituzionali delle quali veniva accusato il governo. Con Garibaldi strinse amicizia quando questi fu a Genova, trionfalmente accolto nel Circolo italiano (ottobre 1848).
Dal 1 luglio l'A., intanto, dirigeva con F. Bettini ed altri mazziniani il giornale Il Pensiero italiano, che dal 18 aprile continuava, anche nella numerazione, La Lega italiana, già diretta da D. Buffa; dal 19 settembre ne assunse in pieno la gerenza responsabile.
L'A., che aveva cominciato a collaborarvi già dal maggio, si distaccò progressivamente dalla posizione di iniziale fiducia verso Pio IX, non del tutto scossa neppure dalla allocuzione del 29 aprile. Ma in un editoriale del 25 maggio già il papa gli appariva irretito dall'idra austro-gesuitico-borbonica".Analoga fu l'evoluzione dell'A. nei confronti di Carlo Alberto. Cosicché, sotto la sua direzione, Il Pensiero italiano divenne l'organo ufficiale del Circolo italiano, dichiaratamente antipiemontese, antimonarchico, antitemporalista, favorevole alla costituente italiana.
Particolarmente vivaci furono le polemiche condotte dall'A. contro i moderati del Corriere mercantile, diretto da G. A. Papa, e contro il ministro P. D. Pinelli, tanto che nel novembre fu messo in stato di accusa. Rilasciato, riprese la battaglia giornalistica sostenendo la necessità della guerra contro l'Austria.
Durante la missione di D. Buffa a Genova (dicembre 1848), dapprima l'appoggiò, sentendolo favorevole agli elementi più radicali, ma fu poi tra i più violenti nell'attaccarlo, quando fu chiuso il Circolo italiano (13 febbr. 1849). E quando a Genova scoppiò la rivolta capeggiata da G. Avezzana, il 1 aprile, con G. B. Albertini e D. Pellegrini, guidò l'assalto all'arsenale e alla darsena; il giorno seguente prese parte all'attacco della fortezza di S. Spirito e ne trattò la capitolazione con il comandante G. De Asarta. Fu a fianco dell'Avezzana anche quando sembrò delinearsi un contrasto con altri membri del governo provvisorio, del quale l'A. era segretario.
Fallita l'insurrezione, l'A. con l'Albertini si rifugiò sulla nave francese "Tonnerre".Con altri esponenti della rivolta venne escluso dall'amnistia dell'8 aprile e, processato, fu condannato a morte in contumacia (24 luglio 1849).
Visse per alcuni anni esule a Marsiglia e a Hyères. Collaborò ai giornali Le Peuple di Parigi e Le Sémaphore di Marsiglia. Nel 1850 compose - l'improvvisò il 28 agosto - la tragedia Giro Menotti.
Il 25 ag. 1851, l'A. scrisse al Mazzini sostenendo il Comitato "latino" (franco-iberico-italiano) sorto a Parigi ad opera di F. Lamennais e di G. Montanelli, in opposizione al Comitato democratico europeo. Di contro, il Mazzini gli diresse a Hyères, l'8 sett. 1851, una lettera in cui, difendendosi dall'accusa di agire per interesse personale, riaffermava in modo solenne e sintetico il suo programma unitario e i suoi metodi d'azione.
Nell'ottobre 1859 l'A., tornato a Genova dopo l'amnistia del 7 sett. 1856, fu impegnato nella ricerca di forniture militari per Garibaldi, che in Romagna si preparava a invadere lo Stato pontificio. Intermediario era a Bologna G. B. Carpeneti, al quale l'A., richiestone direttamente dal generale, spedì campioni di armi inglesi e belghe.
Morì a Sampierdarena il 22 ag. 1867.
Fonti e Bibl.: La serie completa del Pensiero Italiano si trova nella Biblioteca universitaria di Genova. Nell'Istituto Mazziniano di Genova si conservano le lettere dell'A. a E. Reta, da Marsiglia, 7 sett. 1850; a G. B. Carpeneti, da Genova, 19 ott. e 24 ott. 1859; e copie di lettere a Garibaldi, 24 ott. 1859, e a V. Ricci, da Genova, 28 apr. 1867. Nell'Arch. di Stato di Genova sono custoditi gli atti del processo del 1849 (n. 4 dei Processi polit., Corte d'Appello e Tribun.). Vedi inoltre: Il 22 marzo, giornale di Genova, 28 marzo 1848; La Concordia, 26 luglio 1849; La Gazzetta di Genova,12 apr. e 25luglio 1849; Ediz. Naz. degli scritti... di G. Mazzini, Epistolario, XIX, pp. 88 n, 138 n.; XX, pp. 4, 19, 104; XXI, p. 54;XXV, pp. 37, 41; Appendice, IV, pp. 139, 144; A. La Marmora, Un episodio del Risorgimento, Firenze 1875, pp. 10-13, 26-46, 72-132; V. Bosio, Memorie antiche e moderne di Pietra Ligure, Genova 1886, pp. 133-134; G. Lorigiola, Cronistoria documentata dei fatti di Genova (marzo-aprile 1849), Sampierdarena 1898, passim;I. Isola, Diario dei fatti occorsi in Genova negli anni 1847, 48, 49, Genova 1902, passim; G. Mameli, Scritti editi e inediti, Genova 1902, pp. 32-33; M. Degli Alberti, I prodromi della rivoluzione di Genova nel 1849, in Nuova Antologia,CCXXIX (1910), p. 134; F. Ridella, C. Cabella e i suoi tempi, in Atti d. Soc. ligure di storia patria,serie Risorgimento,I (1923), p. 160; A. Codignola, Dagli albori della libertà al proclama di Moncalieri, in Bibliot. di storia ital. recente,s. 13, Torino 1931, pp. 97, 533, 555, 656, 694; P. Nurra, Genova nel Risorgimento,Milano 1948, pp. 230-235; C. Baudi di Vesme, Genova dal luglio 1848 all'aprile 1849,in Rass. stor. del Risorg.,XXVIII (1950), pp. 55-86; L. Balestreri, Luigi Grillo e il "Giornale degli Studiosi", Genova 1951, p. 21; E. Della Peruta, I democratici e la rivol. ital., Milano 1958, p. 226.