ALESSIO, Nicoletto d'
Figlio di Pietro, nacque a Capodistria forse intorno al 1320. Pare fosse chierico. Prima del 1348 era notarius domini ducis,forse nella cancelleria ducale di Venezia. Partecipò alla sollevazione di Capodistria contro Venezia (1348) e a un complotto pure antiveneziano organizzato dai confinati capodistriani (1349). La condanna a otto anni di carcere, la più grave di tutte quelle comminate ai ribelli, concluse questa vicenda politica. Ma è certo che l'A. non scontò interamente la pena, se almeno dal marzo del 1354 abitò a Padova in contrada di S. Pietro e fu scriba dei Carraresi, signori della città. Per un quarantennio, dal 1354 al 1393, prestò servizio ininterrotto ai Carraresi: da notaio o scriba o cancelliere a protonotario o protoscriba.Suo successore nell'importante ufficio sarà Giovanni da Ravenna, col quale era stato in corrispondenza.
Come ufficiale e familiare della corte carrarese l'A. compare, testimonio o rogatario, in atti di politica estera (come la lega antiviscontea del 16 apr. 1362 tra il legato pontificio, Francesco da Carrara e gli Scaligeri, e l'alleanza del 13 ag. 1364 tra lo stesso da Carrara e il patriarca d'Aquileia contro il duca d'Austria) o in numerosi atti interni della sua signoria, tra i quali non è da trascurare il privilegio concesso all'arte della lana da Francesco il Vecchio da Carrara (25 ott. 1362) e confermato da Francesco il Giovane (12 ott. 1390). Ma sono, queste, scarse reliquie d'una attività notarile lunga e intensa.
Fu nell'ambiente carrarese (pare di poterlo dire con certezza) che l'A. conobbe il Petrarca. Il quale non solo tenne con lui corrispondenza diretta (come risulta dalla XXXIX delle Variae)e lo ricordò affettuosamente in lettere ad altri dirette (Variae,XXVII), ma anche lo rogò, insieme col collega notaio Niccolò di Bartolomeo, per il suo testamento (1370). E alla corte carrarese riconduce anche l'opera principale dell'A.: la Istoria della presente (1372-73) guerra,la cui composizione è da fissare non oltre la metà del 1376.
Il protoscriba carrarese, fedele e dignitoso fautore del suo signore, espone, con intenti e mentalità più di storico che di semplice annalista, gli antefatti, le minute vicende e la sfortunata, per la sua città, conclusione della guerra tra Padova e Venezia: opera piena di passione, che riflette e difende le ragioni carraresi, ma anche ricca di una ampia documentazione attinta con scrupolosa esattezza agli atti ufficiali, dei quali l'autore per la sua stessa attività professionale può disporre liberamente. L'A., che attraverso citazioni e reminiscenze implicite e esplicite di autori classici mostra di possedere una certa cultura, presenta la sua narrazione (e anche i documenti) in vernacolo, non in latino. Da ciò l'interesse dell'opera non solo come preziosa fonte storica, ma anche come documento linguistico.
In volgare sono i due componimenti poetici dell'A.: una Oratio septem verborum Christi e una Intemerate Virginis oratio (i titoli sono ricavati dagli explicit del cod. miscellaneo n. 453della Riccardiana di Firenze), ciascuna di 25 terzine. Le due laudi, non esenti da difetti formali, provano che l'autore studiò Dante.
L'A. morì nel 1393.
Fonti e Bibl.: La Istoria della presente (1372-73) guerra è incorso di stampa in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XVII, I, 2, a cura di R. Cessi. Le due laudi furono edite da B. Ziliotto, Rime dell'istriano Nicoletto di Alessio cancelliere dei Carraresi e amico del Petrarca (1320 ?-1393),in Archeografo triestino,s. 4, XIV-XV (1948), pp. 161-187.Alla bibliografia, data dallo Ziliotto (pp. 186-187) anche per la biografia, si fa rinvio. Basta qui richiamare o aggiungere: per la biografia in generale i documenti pubblicati o citati da G. Cesca, La sollevazione di Capodistria nel 1348...,Verona-Padova 1882, passim;da A. Gloria, Monumenti della Università di Padova (1318-1405),Padova 1888, p. 450, sub voce;e da P. Sambin, Schede per Nicoletto d'Alessio,in Arch. veneto,a.s, XLVIII-XLIX (1951), pp. 145-147;sui rapporti con Giovanni da Ravenna, cfr. R. Sabbadini, Giovanni da Ravenna insigne figura d'umaisista (1343-1408),Como 1924 (ma si tenga presente la rettifica fatta dallo Ziliotto, cit., pp. 174-176); il patto contro il Visconti in G. Verci, Storia della marca trivigiana e veronese,XIII, Venezia 1789 doc. MDXC, pp. 88-92; e i privilegi della lana, oltre che in Verci, Storia della marca...,XIII, doc. MDXCIII, pp. 94-96; XIV, doc. MDCXV, pp. 30-31,in R. Cessi, Le corporazioni dei mercanti di panni e della lana in Padova fino a tutto il secolo XIV,in Mem. d. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti,XXVIII, 2 (1908), pp. 84 s. e 88 s.; per irapporti col Petrarca cfr.: F. Petrarcae Episrolae de rebus familiaribus er Variae...,a cura di (I. Fracassetti, III, Florentiae 1863, pp. 373 s. e 403 a. (cfr. anche G. Fracassetti, Lettere di Francesco Petrarca...,V, Firenze 1867, pp. 310 s., 355s.); Th. E. Mommsen, Petrarch's Testament...,Ithaca, N.Y., 1957;A. Foresti, Pietro da Muglio a Padova e la sua amicizia col Petrarca e col Boccaccio,in L'Archiginnasio,XV (1920), p. 169; per un esempio della esattezza con cui l'A. usò documenti ufficiali, cfr. P. Sambin, La guerra del 1372-73 tra Venezia e Padova,in Arch. veneto,s. 5,XXXVIII-XLI (1946-47), pp. 72 s.