SCHÖFFER, Nicolas
Pittore e scultore ungherese, nato a Kalocsa il 6 settembre 1912. Rappresentante tra i più significativi dell'arte cinetica, ha contribuito al superamento delle classificazioni artistiche tradizionali con le sue ricerche incentrate sul movimento nelle sue correlazioni con lo spazio, la luce e il tempo.
Dopo aver studiato a Budapest, dal 1936 a Parigi, completa i suoi studi all'École des beaux-arts (1937-39): i suoi dipinti, ispirati al costruttivismo russo, al razionalismo del Bauhaus e soprattutto a Mondrian, s'inseriscono nella corrente dell'astrattismo geometrico internazionale. Nel dopoguerra si dedica alla scultura, sviluppando il "vuoto attivo" di Gabo e Pevsner in costruzioni "aeree trasparenti e penetrabili" formate da linee ortogonali. Dal 1948 il movimento diventa parte fondamentale della sua ricerca: stabilendo una relazione tra spazio e dinamismo crea appunto le sue prime opere spazio-dinamiche (esposte nel 1950), caratterizzate da movimento manuale o meccanico. Nel 1954, in occasione del Salon des Travaux Publics, costruisce nel parco di Saint-Cloud una torre spazio-dinamica cibernetica e sonora. L'idea di servirsi della cibernetica e dell'elettronica non soltanto per l'integrazione sonora ma anche per influenzare gli elementi mobili lo porta a creare il primo Cysp (cibernetica + spazio-dinamismo), una costruzione ortogonale in acciaio nero e alluminio policromo che si sposta secondo le indicazioni del cervello elettronico nascosto nella base. Questa prima scultura cibernetica fu presentata alla Nuit de la Poésie al teatro Sarah Bernhardt di Parigi nel 1956, e prese parte nello stesso anno al Festival di Marsiglia con la compagnia di M. Béjart. Successivamente S. elabora, teoricamente e praticamente, il lumino-dinamismo, sfruttando le possibilità cinetiche della luce: in Lux I (1957) si serve di riflettori mobili, filtri e schermi per produrre effetti luminosi nello spazio; sempre nel 1957 allestisce uno spettacolo sperimentale nella stazione centrale di New York. Procede poi nella sua ricerca con la "strutturazione del tempo" (crono-dinamismo); inventa nel 1960 il Musiscope, strumento di musica visuale, sorta di organo a luce con tastiera elettronica. La convinzione che le tecniche elettroniche, con le nuove possibilità di diffusione di messaggi e di prodotti estetici, aprano la via a una più ampia socializzazione dell'arte, è alla base delle sue realizzazioni più complesse come la torre spazio-dinamica (1961), alta cinquantadue metri, che proietta sul Palazzo dei congressi di Liegi uno spettacolo audiovisivo mediante 120 proiettori e 66 specchi girevoli, o l'ancor più grandiosa torre mobile (progettata nel 1967) per il nuovo quartiere parigino de La Défense, alta più di 300 metri, con più di 2000 proiettori e 363 specchi girevoli. S., che ha ricevuto numerosi riconoscimenti (premiato anche alla Biennale di Venezia del 1968), ha collaborato spesso con musicisti d'avanguardia (P. Boulez, P. Henry, H. Pousseur), con uomini di teatro (R. Planchon, J.-L. Barrault), coreografi (M. Béjart), architetti e ingegneri (Groupe international d'architecture prospective, fondato a Parigi nel 1965). Vedi tav. f. t.
Bibl.: J. Cassou, G. Habasque, J. Ménétrier, N. Schöffer, Neuchâtel 1963; F. Popper, Naissance de l'art cinétique, Parigi 1967 (trad. it., L'arte cinetica, Torino 1970); A. Saulnier, N. Schöffer, La Tour Lumière, Parigi 1971; id., Tour de la Défense, ivi 1973.