LARGILLIERRE (o Largit. lière), Nicolas de
Pittore, nato a Parigi il 10 ottobre 1656, morto ivi il 20 marzo 1746. Passò l'infanzia ad Anversa, dodicenne entrò nello studio di Antoine Goubaud, pittore di genere e di nature morte. Ammesso come maestro nella Gilda di Anversa nel 1672, si ritrova due anni dopo, nel 1674, a Londra nello studio di Peter Lely. Ritornato a Parigi nel 1682, vi ritrasse Van der Meulen. Accolto nel 1683 all'Accademia, presentò per la sua ammissione (1686) un ritratto del Le Brun. Da allora in poi ricevette numerose ordinazioni e nel 1685 tornò in Inghilterra per ritrarvi il re Giacomo II e la regina. Espose nel 1699 e 1704 nelle sale del Louvre. Professore e poi (1738) direttore dell'Accademia, fu quasi pittore ufficiale della città di Parigi (ex-voto a S. Genoveffa in Saint-Étienne-du-Mont, del 1696; dipinti commemorativi di cerimonie pubbliche); dipinse un numero enorme di ritratti (il Mariette dice di conoscerne più di 1600 a Parigi e nei dintorni), e le numerose copie, i lavori dei suoi allievi Oudry, Delyens, Arlaud, ecc., presi talvolta per suoi, rendono spesso diffcile delimitarne esattamente l'opera. Ebbe un'evoluzione limitata. Forse per la sua iniziazione fiamminga, le prime opere contengono elementi nuovi preludenti alla pittura del sec. XVIII, ma le ultime differiscono poco da quelle. Tra i quadri più importanti si possono ricordare: il grande autoritratto con moglie e figlia (Louvre), Giacomo Stuart fanciullo (Londra, National Portrait Gallery,), Anna Maria Vittoria di Spagna (Prado), Le sorelle de Guéydan (Aix in Provenza), il Presidente de Laage (Louvre), Voltaire ventiqnattrenne (Parigi, Museo Carnavalet), il viaggiatore Tavernier (Museo di Brunswick), Mademoiselle Duclos in veste di Arianna (Chantilly), Forest (Berlino). Il L. dipinse anche quadri religiosi, andati tutti perduti, e delle nature morte di cui si conservano alcuni esemplari (Museo di Amiens).
Il L. con il Rigaud è fra i principali ritrattisti del suo tempo. Il suo stile, fortemente espressivo, è fondato su un grande senso della composizione e dell'effetto. Fu maestro nel colorito, riuscendo a cavare una forma d'espressione rara e sicura dalla materia stessa, dalle superficie trasparenti fino agl'impasti più ruvidi.
Bibl.: L. Réau, L. (coll. Les peintres illustres), Parigi s. a.; O. K., in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXII, Lipsia 1928 (con vasta bibliografia); Catalogue de l'exposition L. au Palais des beaux-arts de la ville de Paris, Parigi 1928; C. Gronkowski, L'exposition N. de L. au Petit Palais, in Gaz. des beaux-arts, I (1928), pp. 321-38.