RĂDESCU, Nicolae
Generale e uomo di stato romeno, nato a Călimăneştì (Râmnicul-Vâlcea) nel 1876, professore alla scuola superiore di guerra, aiutante (1920-26) del re Ferdinando I, addetto militare a Londra (1927-28). Tra il 1933-40, ritiratosi dall'esercito, lottò nel quadro dell'associazione Cultul Patriei contro la dittatura di Carlo II. Per il suo atteggiamento avverso all'alleanza della Romania con la Germania nazista, fu internato nel campo di Târgu-Jiu. Dopo l'armistizio fu nominato capo del grande stato maggiore e, il 7 dicembre 1944, successe al gen. Sănătescu nella presidenza del consiglio dei ministri.
Il suo governo, osteggiato dall'estrema sinistra e dagli occupanti sovietici, offrì il fianco agli oppositori in seguito a un incidente prodottosi il 24 febbraio 1945 e nel quale, nel corso di un tentativo di ribellione di operai provocato, si disse, ad arte dai capi comunisti, otto operai furono uccisi. Il R., accusato di "massacri", il 27 febbraio fu dichiarato dal vice-commissario Višinskij, inviato appositamente da Mosca, responsabile di complotto contro l'esercito russo in Romania e costretto a dimettersi (28 febbraio). Riuscì a riparare (dicembre 1947) negli S. U.