SANDONNINI, Nicola
– Nacque nel 1422 dalla famiglia garfagnina dei conti di San Donnino: figlio di Bartolomeo di Andrea e di Piera della Motta, i suoi antenati Ugolino e Andrea erano stati al servizio rispettivamente di Giovanni di Boemia e di Carlo IV.
Suo padre, nel 1433 castellano di San Donnino, era membro del Consiglio cittadino di Lucca e gli atti notarili documentano il progressivo radicamento patrimoniale della famiglia in città.
Compagno di studi del cardinale Iacopo Ammannati, suo predecessore nella sede episcopale di Lucca, e corrispondente del vescovo umanista Giovanni Antonio Campano, Sandonnini era decretorum doctor (Russo, 1954, p. 38). L’8 dicembre 1454 divenne arciprete del capitolo della cattedrale di Ferrara; quindi fu chierico di camera e segretario di papa Paolo II. Canonico di S. Martino di Lucca dal 14 novembre 1457, partecipò saltuariamente alle riunioni del capitolo, e rinunciò alla prebenda a favore del cugino Ugolino quando fu eletto vescovo di Modena (7 giugno 1465). Per lungo tempo non riuscì a prendere possesso della diocesi per l’ostilità del duca Borso d’Este, che non gradiva un vescovo proveniente dal territorio della Repubblica di Lucca, in conflitto con gli Estensi per il controllo della Garfagnana. Paolo II, in quanto abate commendatario di Montecassino, gli affidò dal 1465 il governo dell’abbazia.
Grazie al sostegno del cardinale Ammannati riuscì nel 1470 a entrare a Modena, ove indisse una sinodo diocesana che il 3 giugno emanò alcuni decreti per tutelare il decoro e la moralità del clero e frenare le ingerenze laicali in materia di benefici ecclesiastici, fissando, inoltre, norme precise sulle pubblicazioni matrimoniali. Dal 1471 avviò la ricostruzione del palazzo episcopale e promosse un accordo tra il capitolo della cattedrale e le altre componenti del clero modenese. Nel 1475 fu inviato come legato apostolico in Gallia per sollecitare un accordo tra il re francese Luigi XI e il duca di Borgogna.
Nel 1489 il duca Ercole I gli avrebbe poi concesso in feudo il territorio di San Donnino, ove Sandonnini ricostruì nel 1490 la chiesa dedicata al santo. Nel 1518 il duca Alfonso I confermò, inoltre, ai suoi eredi il feudo e il titolo comitale.
Il 15 settembre 1479, pochi giorni dopo la morte del cardinale Ammannati, fu eletto vescovo di Lucca (prevalendo su un altro candidato di origine lucchese, Bartolomeo di Poggio, già vescovo di Cassano allo Ionio) su richiesta degli Anziani della Repubblica, che in una successiva lettera, indirizzata a Sisto IV il 26 novembre, auspicavano che fosse elevato a una maggiore dignità (ossia al cardinalato) «per decoro della repubblica». Nel 1480 iniziò la visita pastorale e nel 1487 promosse un’indagine sul comportamento del clero, emanando norme moralizzatrici, con cui vietava ai sacerdoti di tenere concubine, di portare armi e di praticare giochi proibiti. Nel 1490 riformò le costituzioni del capitolo della cattedrale risalenti al 1410 (trasmesse, con le modifiche da lui introdotte, dal codice 634 della Biblioteca capitolare Feliniana), autorizzando i canonici ad abitare in case private.
Arricchì di codici (in parte confluiti nella British Library: è il caso dei codici Harley 3107 e 3141) la biblioteca dei Carmelitani di S. Pier Cigoli, chiesa in cui Sandonnini e i suoi familiari eressero il sepolcro di famiglia.
I suoi interessi culturali sono anche altrimenti testimoniati. Alcuni incunaboli della Biblioteca statale di Lucca presentano note di possesso di Sandonnini; egli portò, inoltre, da Montecassino a Lucca il codice del commentario alle epistole paoline di Aimone di Auxerre, copiato nell’abbazia nel 1468 e poi donato il 18 giugno 1500 dal presbitero Bernardino de Sandonino, suo nipote, alla Biblioteca capitolare Feliniana (codice 59). Donò nel 1496 alla sacrestia un messale (Inventari del vescovato..., a cura di E. Pellegrinetti - P. Guidi, 1921, p. 266).
Anche negli anni Ottanta e Novanta la sua operosità in campo ecclesiastico, ma anche civile, continuò indefessa. Restaurò il palazzo vescovile di Lucca e l’abbazia di Guamo. Durante i lavori di ristrutturazione della cattedrale sostenne con decisione Domenico Bertini, operaio dell’Opera di S. Croce, concedendogli nel 1482 il giuspatronato sull’altare marmoreo da lui eretto in onore del Ss. Sacramento. Promosse la ricostruzione di un ponte sul Serchio, affidata a Matteo Civitali. Si impegnò invano per ottenere la restituzione di Pietrasanta alla Repubblica di Lucca. Nel 1488 chiamò a Lucca, d’intesa con le autorità cittadine, il frate osservante Bernardino da Feltre, che avviò la fondazione del Monte di Pietà. Ospitò nel palazzo vescovile Carlo VIII (1494). Malato, ottenne nel 1495 da Alessandro VI la nomina di un coadiutore, Felino Sandei, destinato a succedergli. Con il suo testamento del 24 giugno 1499 fondò in San Martino una cappella dedicata a s. Nicola.
Morì il 19 luglio 1499.
Durante la sua attività di governo della diocesi di Lucca Sandonnini aveva continuato ad avvalersi, come vicario generale, di Iacopo di Balugola, canonico della Chiesa modenese e utriusque legis doctor, che esercitava già tale funzione a Lucca nel 1471. Un suo parente, Domenico di Bartolomeo San Donnino, svolse le funzioni di visconte episcopale, mentre Bernardino di ser Pietro era cubicularius vescovile. Nel 1481 fece redigere una copia della bolla con cui Sisto IV aveva affidato al frate osservante Angelo da Chivasso la predicazione della crociata contro i Turchi. Dando esecuzione a bolle papali, Sandonnini fece trasferire nel 1488 i monaci di S. Ponziano presso il monastero di S. Bartolomeo in Silice, che ereditò il vecchio titolo, e nel 1491 sottopose all’episcopato lucchese il monastero di S. Angelo in Monte; in alcune occasioni svolse la funzione di commissario apostolico.
Nei documenti Sandonnini utilizzò spesso un’intitolazione che evidenziava il suo legame con la Sede apostolica e l’esercizio di funzioni comitali: «Nicolaus Dei et apostolicae sedis gratia episcopus lucensis imperialique auctoritate comes» (Archivio di Stato di Lucca, Diplomatico, S. Maria Foris Portam, 1491 gennaio 25; con leggere varianti in altri documenti).
Il Sandonnini, attento custode delle proprie prerogative e fedele esecutore delle direttive papali, appare ben inserito nel tessuto politico lucchese e al tempo stesso non privo di una certa sensibilità riformatrice.
Fonti e Bibl.: Lucca, Archivio storico diocesano, Archivio arcivescovile, Visite pastorali, 11 (1480-1498); Libri antichi, 114-121; Archivio capitolare, Manuali GG 3; Libro + 18, cc. 20-21; Archivio di Stato, Diplomatico: Acquisto Traballesi, 1471 aprile 18; Spedale di S. Luca, 1481 giugno 1; Recuperate, 1482 aprile 15; S. Frediano, 1485 settembre; S. Ponziano, 1488 luglio 18; S. Maria Forisportam, 1491 gennaio 25; Archivio dei Notari, 1493 maggio 30; Corte dei Mercanti, 1493 settembre 7; S. Maria Corte Orlandini, 1498 maggio 17; Miscellanee, 1498 novembre 6; manoscritti: Lucca, Biblioteca statale, 926, cc. 188-204 (Vita di Nicolao Sandonnini vescovo di Lucca); 1131 (Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi del canonico Giuseppe Vincenzo Baroni, sec. XVIII), cc. 359-432. Jacopino de Bianchi, detto de’ Lancellotti, Cronaca modenese dal 1469 al 1502, Parma 1861, pp. 4, 13; Angelo de Tummulillis da Sant’Elia, Notabilia temporum, a cura di C. Corvisieri, Livorno 1890, pp. 126 s., 142, 148, 180 s.; Le Vite di Paolo II di Gaspare da Verona e Michele Canensi, a cura di G. Zippel, RIS2, III/16, Città di Castello 1904, pp. 134, 211; Regesti lucchesi, IV, Carteggio degli Anziani (1430-1472), a cura di L. Fumi, Lucca 1907, sezione B, p. 169; Inventari del vescovato, della cattedrale e di altre chiese di Lucca, a cura di E. Pellegrinetti - P. Guidi, Città del Vaticano 1921, p. 266; V, Carteggio degli Anziani (1473-1492), a cura di E. Lazzareschi, Pescia 1943, ad ind.; Iacopo Ammannati Piccolomini, Lettere (1444-1479), a cura di P. Cherubini, I-III, Roma 1997, ad ind.; Bernardino Guslino, La vita del beato Bernardino da Feltre, a cura di I. Checcoli, Bologna 2008, pp. 168-173, 220.
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