MOSSO, Nicola
– Nacque a Graglia, nel Biellese, il 28 maggio 1899 da Giacomo e da Maddalena Buscaglione.
Frequentò tra il 1915-16 e il 1919-20 il corso preparatorio dell’Accademia Albertina di Torino, e, successivamente, il corso superiore di architettura (docente Mario Ceradini), conseguendo nel 1923 il titolo di professore di disegno architettonico. Iniziò l’attività di professionista presso lo studio di Michele Frapolli (un architetto di origine svizzera, fra i più qualificati per le realizzazioni dell’art nouveau torinese), dirigendo per qualche tempo il suo studio. Nel 1927 partecipò (unico fra i professionisti italiani) al concorso per il palazzo della Società delle Nazioni a Ginevra (che gli valse l’iscrizione all’Ordine degli architetti nel 1929). Nello stesso anno progettò la casa Campra Mosso a Torino in via Grassi 7, angolo via Beaumont, richiamandosi sia ai modi di Frapolli sia a quelli di Frank LloydWright per l’Unity Temple a Oak Park (Sistri, 2002, p. 189).
Nel 1934 studiò l’arredamento dell’edificio e nel 1950 ne effettuò l’ampliamento secondo i più aggiornati criteri dell’international style. Qui Mosso stabilì il suo studio professionale tuttora esistente e trasformato, dopo la sua scomparsa, in stazione museale: vi sono conservati il suo archivio di progetti e fotografico, la biblioteca scientifica e personale e un corpus di disegni di Frapolli.
Attratto dal futurismo elaborò diversi progetti secondo i richiami di questo stile, presentati su alcune delle riviste attive negli anni Venti. Entrato in contatto con Fillia (Luigi Colombo),FilippoOriani e Mino Rosso, esponenti del secondo futurismo torinese, fece uso di modi decorativi di quella stagione per realizzazioni soprattutto nell’area del Biellese. È il caso della casa Cervo a Biella (1934) con decorazioni plastiche dei tre artisti citati o della stazione per la tramvia elettrica Biella-Cossato (distrutta) del 1932, esposta alla mostra del RIBA (Royal Institute of British architects) a Londra del 1934. Dedicò una grande attenzione all’arredamento e decorazione complessiva degli edifici progettati, utilizzando materiali quali il linoleum e il buxus (quest’ultimo di realizzazione autarchica negli anni Trenta), creando successivamente un complesso di pregio quale la sede dell’Unione degli industriali fascisti di Biella (1937), poi Unione biellese industriali (via Torino 56) dove «si valse della collaborazione di scultori e mosaicisti, di creatori di arredi e di apparecchi per l’illuminazione con un impiego sapiente del marmo Chiampo di Vicenza ed un uso sapiente delle tinteggiature alle pareti» (Sistri, 2002, pp. 104-107).
Un capitolo importante nella carriera progettuale di Mosso è quello relativo alle architetture religiose, dall’iniziale analisi assonometrica della basilica di S. Pietro a Roma, del 1923 (esposta al Museo Petriano), ai restauri di preesistenze e alle progettazioni ex novo. Di queste ultime la più qualificante (con la collaborazione del figlio Leonardo e di Livio Norzi) è la chiesa del Ss. Redentore nel quartiere Mirafiori di Torino.
Al primo progetto, che prevedeva un edificio più lungo con cupola stellare di matrice guariniana (1953), seguì nel 1955 la riduzione della lunghezza e l’eliminazione della cupola. La realizzazione si richiama da un lato alla giovanile vocazione al futurismo e dall’altro alle suggestioni dell’espressionismo nordico.
Notevole anche la realizzazione nel 1965 della chiesa di S. Pietro in Vincoli, in frazione Moriondo di Moncalieri (Torino), sempre con connotazioni geometrico-guariniane.
Gli altri progetti di Mosso sono in ordine di tempo: 1923: Asti, casa signor Matteo Barberis corso della Vittoria, realizzata nel 1934 e ripresa nel 1954. 1927-29: Roma, istituto Pio XI e basilica di Maria Ausiliatrice in via Tuscolana. 1930: Graglia, santuario (Biella), tomba A. Borrione; Agliano d’Asti, chiesa parrocchiale. 1931: Vaglio Chiaverano (Biella), chiesa di S. Giovanni Evangelista; Candelo (Biella), restauri della facciata della chiesa di S. Pietro. 1932: ambientazione dei Misteri gaudiosi nella pineta del santuario di Oropa (con Teonesto Deabate, Gerolamo Pavesi, Massimo Quaglino, Roberto Terracini, Antonio Zucconi). 1933: Triennale di Milano, progetto Albergo di mezza montagna (primo premio per il padiglione degli architetti piemontesi); Torino, via Roma, progetto per la ricostruzione del secondo tratto. 1934: Roma, concorso per il palazzo del Littorio. 1934-38: Torino, progetto di campo di aviazione a vela; partecipazione allaMostra di aeropittura. 1935: Torino, albergo Dock; cimitero Monumentale, monumento funerario Deambrogio; Mostra del naturismo, sale della Maternità e dell’educazione fisica. 1936: Torino, casa eredi Nasi-Agnelli, via Principe Amedeo angolo via Accademia Albertina; cimitero Monumentale, tomba Giovanni Musso, con sculture di Giuseppe Nori; 1937: Torino, concorso ricostruzione teatro Regio. 1938-39: Biella, stazione S. Paolo. 1939: Biella, palazzotto degli eredi Ripa, piazza Vittorio Veneto; Vercelli, concorso casa della GIL. 1940: Biella, concorso per il piano regolatore; Roma, EUR, concorso per il palazzo della Civiltà e fontane. 1941: Biella, cimitero, tomba Edoardo Gilli; 1941: Occhieppo (Biella), cimitero, tomba Giacomo Rey. 1947: Milano, Triennale, Concorso per la chiesa del QT8 (Quartiere Triennale 8). 1948: progetto, poi ripreso nel 1974, di città solare, con realizzazione di tabelle e formule per ottenere la migliore esposizione solare di un edificio; Biella, progetto case popolari per l’Unione industriale; Mezzana Mortigliengo (Biella), chiesa e opere parrocchiali; Torino, concorso per il grattacielo di via XX Settembre angolo corso G. Matteotti. 1949: Graglia (Biella), loculi al cimitero. 1950: Torino, casa Emprim, via Garibaldi angolo via Fabro e Assarotti (ricostruzione di edificio bombardato). 1950-55: Biella, Museo archeologico e Pinacoteca (progetto esposto al Museum of Modern Art di New York). 1950: Biella, progetto per la chiesa di S. Biagio, rione Vernato; progetto per l’hotel Borella. 1951: Milano, concorso nazionale Domus. 1953: Torino, Museo egizio, progetto di sistemazione delle sale. 1954: Torino, palazzo Chiablese, progetto di sistemazione del Museo del cinema con il figlio Leonardo. 1958: Vercelli, progetto case INA. 1959: Biella, progetto scuola media Guglielmo Marconi; Alessandria, teatro Lirico, concorso nazionale (primo premio); Ponderano (Biella), cappella Ss. Vergine di Oropa nella parrocchiale. 1960: Alessandria, progetto concorso per liceo scientifico. 1961: Pettinengo (Biella), asilo infantile Cornelio Maggia; Chieri (Torino), quartiere residenziale. 1962: Biella, villa Forneris; Torino, quartiere Le Vallette, zona A, progetto con Leonardo Mosso, Francesco Nelva, Ottorino Aloisio. 1963: Torino, concorso per il Centro direzionale; Cuceglio (Torino), villa Tola-Dezzutti; Ternengo (Biella), cappella della Madonna della Neve. 1964: Roma, concorso per Albo progettisti GESCAL, case per lavoratori. 1965-67: Pavignano (Biella), nuova chiesa parrocchiale e restauro antica chiesa di S. Carlo. 1968: Pisa, concorso per il consolidamento della torre pendente; progetto di struttura indeformabile antisismica. 1978: Bruxelles, concorso per abitazione unifamiliare.
Morì a Torino il 21 ottobre 1986.
Fonti e Bibl.: Necr.: A. Dragone, È morto N. M. amico dei futuristi, in La Stampa 21 ottobre 1986; Imonti del Biellese ispiravano le sue arcate di pietra, in Stampa sera, 1° febbraio 1987. Quasi tutta la bibliografia esistente sino al 1996 e gli scritti di Mosso si trovano in Gli architetti dell’Accademia Albertina. L’insegnamento e la professione dell’architettura fra Ottocento e Novecento, a cura di G.M. Lupo, Torino 1996, pp. 186-191; cfr. inoltre: P.E. Seira, Un itinerario biellese per N. M., in Studi e ricerche sul Biellese. DocBi, 1992, n. 7, pp. 149-164; S. Benedetti, L’architettura delle chiese contemporanee. Il caso italiano, Milano 2000, p. 23; L. Castagno - L. Mosso, Il museo dell’architettura, arti applicate e design dell’Istituto Alvar Aalto di Torino come luogo di conoscenza della cultura progettuale del Novecento, in La Valle Intelvi, APPACUVI, quaderno n. 6, Como 2000; A. Sistri, Scheda su N. M., in Albo d’onore del Novecento. Architetti a Torino, Torino 2002; G.M. Mezzala-ma, Casa Agnelli - N. M. (1933), in Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902 -2006), a cura di A. Giusti - R. Tamborrino, Torino 2008, p. 267.