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Matteucci, Nicola

di Carlo Galli - Enciclopedia machiavelliana (2015)
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Matteucci, Nicola

Carlo Galli

Nato a Bologna il 10 gennaio 1926, fu storico del pensiero politico e filosofo morale; professore nell’Università di Bologna, fu uno dei fondatori prima della rivista «Il Mulino» e poi dell’omonima casa editrice. Morì a Bologna il 9 ottobre 2006.

Interprete di Alexis de Tocqueville, del liberalismo e del costituzionalismo, Matteucci di M. sottolinea soprattutto due punti.

Il primo sta negli elementi di concretezza della politica di M., che tuttavia non ne fanno solo una tecnica di potere (cfr. Il pensiero politico di Niccolò Machiavelli, «Cultura e scuola», 1970, 33-34, pp. 91113, poi in N. Matteucci, Alla ricerca dell’ordine politico. Da Machiavelli a Tocqueville, 1984, pp. 31-67). Il successo è certamente centrale, in M.; ma, per Matteucci, gli ideali politici di M. sono il principato civile (o il regno) e la repubblica popolare libera, entrambi caratterizzati da un forte ruolo della legge e dalla virtù, cioè dalla partecipazione attiva allo spazio della libertà collettiva. La virtù prevede anche responsabilità; la politica non è pensata da M. secondo i moduli letterari della retorica disimpegnata: anzi, ha un’intrinseca doverosità che consiste nel confrontarsi realisticamente con il male (tema, per Matteucci, che M. deriva da Agostino) e nell’entrarvi senza riserve, per conferire alla vita collettiva decenza e serietà. Questa «serietà della politica» (Il pensiero politico [...], cit., ed. 1984, p. 65) implica una morale che non è un dover essere esterno alla politica, ma è a essa immanente. M. non sovverte la morale tradizionale (il male resta, per lui, male) – e non è cinico come Francesco Guicciardini (p. 62), né un ‘maestro del male’ come vuole Leo Strauss (Thoughts on Machiavelli, 1958, trad. it. 1970, pp. 1-4 e passim) –; il suo pensiero realistico ha in sé anche una dimensione prescrittiva, perché indica la necessità che non ci si sottragga alle sfide della politica e che non si rinunci alla sua possibile grandezza.

Il secondo punto analizzato da Matteucci è la tematica delle forme di Stato. Nel saggio Niccolò Machiavelli politologo (in Studies on Machiavelli, ed. M.P. Gilmore, 1972, pp. 210-48, poi – con il titolo Machiavelli politologo – in N. Matteucci, Alla ricerca dell’ordine politico..., cit., pp. 69-108) egli dimostra (cfr. ed. 1984, pp. 84-85) come M. sia capace di complicare le tipologie tradizionali perché sa indagare le dinamiche di potere e i conflitti che animano le forme politiche. M. analizza due tipi di Stato – le repubbliche e il regno limitato, le sole in cui è possibile il «vivere politico» (e, solo nelle repubbliche, il «vivere libero») –, e mette in luce la struttura reale, non solo formale, del sistema politico ponendola in relazione con la stratificazione sociale (p. 94) e con la presenza, secondo un tipico modulo costituzionalistico, di pesi e contrappesi, intesi come poteri in equilibrio dinamico.

M. non ha in mente, come Polibio e gli umanisti, l’armoniosa collaborazione fra ordini, ma il dissenso istituzionalizzato, ossia il conflitto come energia della politica, la cui analisi è ben più importante delle classificazioni esteriori: mentre il conflitto in Firenze è distruttivo perché la città è priva di istituzioni condivise, Venezia è criticata perché il suo ceto politico, solo nobiliare, è troppo omogeneo ed esclusivo.

È attraverso il conflitto che M. differenzia repubbliche e regno: mentre nelle prime i nobili sono indipendenti e contrapposti al popolo, nel secondo sono intermedi fra il re e i cittadini. Nel primo caso le istituzioni sono espressive, cioè manifestano vitalità grazie alla loro disomogeneità e al conflitto che rendono possibile; nel secondo caso, invece, sono repressive, e instaurano un rapporto comando/ubbidienza. Del regno di Francia M. coglie la novità assolutistica tanto acutamente da potere essere avvicinato a Jean Bodin (p. 79), ma gli manifesta poca simpatia perché – per quanto temperato dal ruolo dei nobili e delle leggi fondamentali – il potere concentrato rende il regno meno virtuoso delle repubbliche.

L’analisi di M. è quindi oggettiva, ma al contempo percorsa dalla passione politica, il che fa di lui – secondo l’interpretazione di Matteucci, laicamente morale e dinamicamente costituzionale – più che un politologo un vero pensatore politico, ricco di tanta sostanza storico-sociale da poter essere ritenuto un precursore di Montesquieu (p. 68). Un pensatore il cui contributo alla storia del pensiero politico è il superamento delle teorie tradizionali dell’ottimo Stato: la politica è per M. l’energia del conflitto e la certezza delle leggi, in equilibri diversi e contingenti.

Bibliografia: Il pensiero politico di Niccolò Machiavelli, «Cultura e scuola», 1970, 33-34, pp. 91-113, poi in N. Matteucci, Alla ricerca dell’ordine politico. Da Machiavelli a Tocqueville, Bologna 1984, pp. 31-67; Machiavelli, Harrington, Montesquieu e gli ordini di Venezia, «Il pensiero politico», 1970, 3, pp. 337-69; Niccolò Machiavelli politologo, in Studies on Machiavelli, ed. M.P. Gilmore, Firenze 1972, pp. 210-48, poi, con il titolo Machiavelli politologo, in N. Matteucci, Alla ricerca dell’ordine politico. Da Machiavelli a Tocqueville, Bologna 1984, pp. 69-108.

Vedi anche
Beniamino Andreatta Uomo politico ed economista italiano (Trento 1928 - Bologna 2007). Parlamentare della Democrazia Cristiana dal 1976 al 1992, rieletto nel 1994 e nel 1996 per il Partito popolare italiano di cui è stato uno dei fondatori, è stato ministro del Bilancio (1979), del Tesoro (1981-82), degli Esteri (1993-94) ... Norberto Bòbbio Filosofo del diritto e storico della cultura italiano (Torino 1909 - ivi 2004). Nell'ambito della teoria generale del diritto si è impegnato in una ricostruzione e in un ripensamento del giusnaturalismo e del positivismo (Giusnaturalismo e positivismo giuridico, 1965). Nel campo degli studi politici, ... utopia Formulazione di un assetto politico, sociale, religioso che non trova riscontro nella realtà ma che viene proposto come ideale e come modello; il termine è talvolta assunto con valore fortemente limitativo (modello non realizzabile, astratto), altre volte invece se ne sottolinea la forza critica verso ... politologia Disciplina che studia le diverse modalità di organizzazione delle unità politiche che classifica studiandone l’evoluzione, scoprendone le regolarità (o ‘leggi empiriche’) e le connesse cause. Nata negli USA (political science), ha avuto il maggiore sviluppo dopo la Seconda guerra mondiale, nel momento ...
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