NICOLA il Mistico
Patriarca di Costantinopoli dal 901 al 907 e dal 912 al 925, anno della sua morte. Oriundo dall'Italia passò a Costantinopoli, dove fu discepolo di Fozio. Alla caduta del maestro entrò nel monastero di S. Trifone. Dall'imperatore Leone VI fu nominato μυστκός o consigliere intimo (donde il soprannome), poi designato a successore del patriarca Antonio Caulea (902). Ma per la sua opposizione a riconoscere il quarto matrimonio dell'imperatore e sotto il sospetto di tradimento e di lesa maestà, fu deportato in un monastero da lui stesso fondato nei dintorni di Calcedonia. Cacciato Eutimio, N. rioccupò il trono patriarcale col favore di Alessandro, che lo nominò presidente del consiglio di reggenza del minorenne Costantino (912). Passato il governo nelle mani di Romano Lecapeno, avvenne la conciliazione tra i partigiani di Eutimio e quelli di N., che nel tomo d'unione condannò definitivamente la tetragamia.
Documento della grande attività religiosa e politica del patriarca è il suo Epistolario, di oltre 160 lettere (Migne, Patrol. Gr., CXI, coll. 9-405), in cui si contengono preziose notizie sui rapporti bulgaro-bizantini nel principio del sec. X, sulle vicende dei possessi bizantini in Italia (una lettera a Landolfo di Capua, una all'arcivescovo di Otranto).
Bibl.: J. Gay, Le patriarche N, le Mystique et son rôle politique, in Mélanges Diehl, I, Parigi 1930, pp. 91-100; id., Le rôle politique d'un patriarche de Bysance pendant la minorité d'un basileus au Xe siècle, in Studi in onore di P. Bonfante, III (Milano 1930), pp. 351-362.