NICOLA I (Nikita) re del Montenegro
Nato a Njeguš il 7 ottobre 1841, morto ad Antibo il 2 marzo 1921. Passata la prima fanciullezza a Cettigne, frequentò a Trieste e a Parigi le scuole medie. Interruppe gli studî nel 1860, per succedere a suo zio, il principe Danilo, assassinato a Cattaro. Sposò subito la quindicenne Milena, figlia del voivoda Vukotić. Giovane intelligente, ambizioso, nazionalista serbo, cercò di dirigere il movimento insurrezionale antiturco. Sotto l'influenza francese, iniziò nel 1862, con poco successo, una prima guerra contro i Turchi. Passato nell'orbita della politica austriaca, strinse alleanza con Milan di Serbia per la liberazione.: l'unificazione di tutti i Serbi (1866). Nel medesimo anno, compose la poesia: Onamo, onamo (Laggiù, laggiù) che divenne inno nazionale. La seconda guerra turca (1876-1878) gli preparò i successi del Congresso di Berlino: sovranità e aumento territoriale con sbocco nell'Adriatico, a Dulcigno e Antivari, albanesi. Siccome Vienna aiutava gli Obrenović di Serbia, dopo l'insurrezione del Crivoscie (1881-82), si rivolse alla Russia. Il matrimonio della figlia Elena col principe ereditario italiano Vittorio Emanuele (1896) gli procurò l'aiuto diplomatico anche dell'Italia. Durante la crisi dell'annessione della Bosnia (1908), si mostrò pronto ad agire d'accordo con la Serbia. Nella guerra balcanica (1912), aperse le ostilità contro i Turchi; nella guerra contro i Bulgari (1913), inviò una divisione in aiuto dei Serbi; nella guerra mondiale (1914), si schierò subito contro l'Austria. Soverchiato da forze preponderanti, avviò, nel gennaio 1916, trattative per una pace separata. Questa non fu stipulata, e N. dovette capitolare. La resa fu fatta dal principe Mirko, mentre N., sbarcato a Brindisi, andava in esilio, dove visse ancora qualche anno.
All'interno, cercò di favorire la modernizzazione del suo paese. Concesse una specie di costituzione nel 1879 e una costituzione più ampia nel 1905. Istituì scuole, fece costruire strade. Nel 1910, 50° anniversario del suo governo, si proclamò re. Ma il suo sogno di divenire sovrano di tutti i Serbi, come appare dal suo dramma politico: "L'imperatrice dei Balcani" s'infranse nell'urto contro la superiore organizzazione militare della Serbia.