GHISI, Nicola
Figlio di Marino, appartenente al ramo di S. Geremia della famiglia patrizia veneziana (in seguito si trasferì dalla parrocchia natale a quella di S. Moisè), fu nipote di Andrea e Geremia, fratelli di Marino, conquistatori di alcune isole dell'arcipelago greco. Non si conoscono il luogo e la data della sua nascita, da porre, comunque, intorno al 1245.
La prima notizia su di lui risale al 1265, quando venne eletto nel Maggior Consiglio di Venezia. Dal 1265 al 1268 il G. entrò ogni anno nel Maggior Consiglio quale rappresentante del sestiere di S. Marco e, nel 1268, è nella lista degli eletti con il soprannome lo Visiga che portò anche suo fratello Giovanni.
Negli anni successivi il G. fece fortuna in Romania, dove inizialmente esercitò l'attività di mercante e in seguito ottenne alcuni feudi nel Principato di Acaia o Morea, che era stato costituito nel Peloponneso nel 1205. In relazione alla sua attività mercantile possediamo soltanto un documento dell'agosto 1270, nel quale il G. dinanzi a un notaio certifica di avere ricevuto un prestito di 400 lire veneziane concessogli dal fratello Geremia per poter commerciare per un anno. Durante la sua permanenza in Levante, inoltre, il G. prestò la propria opera - non ulteriormente specificata - al servizio del principe di Acaia Guglielmo di Villehardouin (1246-78) e di altri baroni del Principato; fu ricompensato con terre e villani per coltivarle, come ricorda un documento posteriore. Nulla si può dire anche a proposito dei feudatari di Morea con i quali il G. ebbe rapporti, ma è probabile che fra questi vi siano stati i de la Roche, signori di Veligosti e di Damala in Argolide, a giudicare dal fatto che in seguito viene ricordato quale detentore di un feudo in Argolide.
La nuova condizione ottenuta in Romania dal G. è attestata da un documento dell'agosto 1272, che ci induce a collocare la concessione delle terre e delle relative pertinenze fra questa data e il 1270, quando ancora sembra esercitare unicamente l'attività mercantile. Alcuni villani "dati a Nicola Ghisi, figlio di Marino, dal principe e altri baroni di Morea e di Negroponte" erano infatti fuggiti a Creta e il G. ricorse al Maggior Consiglio di Venezia perché gli fossero restituiti. Il 13 ag. 1272 il Maggior Consiglio si espresse favorevolmente sulla sua richiesta, ponendo però due condizioni perché la relativa deliberazione divenisse esecutiva: che non gli fossero restituiti i villani assegnati ai domini della Repubblica o a un feudo di cavalleria e che il G. si recasse dal principe di Acaia e lo convincesse a riconsegnare a Venezia i contadini che nei suoi domini si erano rifugiati o che lo avessero fatto in futuro. Non si sa se tale decreto divenne esecutivo, ma è più probabile l'ipotesi contraria, a giudicare dal fatto che, dopo la morte del G., a Creta vivevano ancora suoi villani, lasciati in eredità al fratello Geremia.
Nel 1275 il G. venne nuovamente eletto nel Maggior Consiglio di Venezia e, questa volta, il suo nome è nella lista degli eletti con il nuovo soprannome di lo Scopelo, la cui origine non è chiara ma che potrebbe riferirsi all'isola di Scopelo, conquistata nel 1207 da suo zio Geremia e tenuta fino al 1277 circa da Filippo, marito della cugina Isabella.
Dopo quest'anno il G. non è più ricordato in vita ed era certamente morto prima del 10 marzo 1279, poiché a questa data un atto del notaio Leonardo Marcello di Candia lo attesta come defunto.
Il G. morì senza figli e in una difficile situazione economica; nel testamento lasciò i suoi beni a Creta (consistenti in un certo numero di villani) al fratello Geremia, a condizione che pagasse metà dei debiti che aveva contratto. Fra i creditori si trovavano anche la moglie del G., Jacopina, e il mercante veneziano Nicola Galdioso, come ricorda lo stesso Geremia nelle sue disposizioni testamentarie del 12 ag. 1282, che forniscono queste informazioni supplendo alla perdita del testamento del Ghisi. La vedova del G. aveva sposato in prime nozze Tommaso Querini di Candia, già morto nel marzo-aprile 1271, da cui aveva avuto due figli: Pietro e Yamiglia.
Secondo Hopf, che basa la propria tesi sull'interpretazione di un passo della Cronaca di Morea, il G., quando sposò Jacopina, era vedovo di Bartolomea, figlia di Jean Chauderon, gran connestabile del Principato di Acaia, dalla quale avrebbe ottenuto numerosi feudi e, dopo la morte di Chauderon, la stessa dignità di gran connestabile. L'ipotesi risulta però insostenibile perché Chauderon sopravvisse al G., morendo verso il 1297. Due documenti posteriori (del 27 apr. 1342 e del 24 nov. 1345), tuttavia, ricordano un Nicola Ghisi gran connestabile del Principato di Acaia e a questi si aggiunge un terzo documento, del 19 sett. 1390, in cui si fa riferimento a beni feudali appartenuti a Nicola Ghisi nella località di Fostena e nel territorio da questa dipendente. Il primo di questi documenti riguarda la donazione di alcune terre a Nicola Acciaiuoli da parte di Caterina di Valois, imperatrice titolare di Costantinopoli e reggente del Principato, fra cui "tutta la terra che fu un tempo di Nicola Ghisi, maestro connestabile di tale principato, sita nella castellania di Corinto insieme a un fortilizio chiamato La Piada". Il secondo riconduce, al contrario, alla donazione fatta da Giacomo, re di Maiorca e pretendente al Principato di Acaia, al cavaliere Airard Mavro, che comprendeva fra le altre cose tutte le signorie e le baronie appartenute a Nicola Ghisi già gran connestabile dello stesso Principato. È difficile, tuttavia, ritenere che si tratti del G. poiché, durante la sua vita, tale carica venne esercitata da Chauderon, e si deve perciò pensare - ammesso che il titolo attribuito a Nicola Ghisi non risulti da un improbabile errore delle cancellerie - a un omonimo non meglio conosciuto, che sarebbe stato gran connestabile del Principato di Acaia nei primi anni del XIV secolo, tra la morte di Engilbert di Liedekerke, successo verso il 1297 a Chauderon, e il 9 sett. 1320, quando era gran connestabile di Acaia Bartolomeo Ghisi, figlio di Giorgio, marito della figlia ed erede del Liedekerke.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Procuratori di S. Marco, Commissaria Geremia Ghisi; E. Gerland, Neue Quellen zur Geschichte des lateinischen Erzbistum Patras, Leipzig 1896, pp. 179 s.; Deliberazioni del Maggior Consiglio di Venezia, a cura di R. Cessi, II, Bologna 1931, p. 167 n. 128; M. Chiaudano - A. Lombardo, Leonardo Marcello, notaio in Candia, Venezia 1960, p. 28 n. 64; A. Stussi, Testi veneziani del Duecento e dei primi del Trecento, Pisa 1965, pp. 12 s.; R.J. Loenertz, Les Ghisi dynastes vénitiens dans l'Archipel, 1207-1390, Firenze 1975, pp. 83-89, 195 n. 7, 365, 401 n. 30, 410 n. 71, 416 nn. 94 s., 470; K. Hopf, Ghisi, in Allgemeine Encyclopädie der Wissenschaften und Künste, LXVI, Leipzig 1857, p. 339; R.J. Loenertz, Généalogie des Ghisi dynastes vénitiens dans l'Archipel, 1207-1390, in Orientalia christiana periodica, XXVIII (1962), pp. 132, 161-163; S. Borsari, Studi sulle colonie veneziane in Romania nel XIII secolo, Napoli 1966, p. 110; D. Jacoby, La féodalité en Grèce médiévale. Les "Assises de Romanie": sources, application et diffusion, Paris-La Haye 1971, p. 179.