FORNASINI, Nicola
Nato a Bari il 17 ag. 1803 da Angelo e Maddalena Columbo, entrambi bresciani, iniziò presto sotto la guida del padre professore di tromba lo studio di questo strumento e del clarinetto. Più tardi, trasferitosi con la famiglia a Napoli, continuò a studiare con lodevole profitto e, per l'interessamento della contessa Viti d'Altamura, riuscì ad entrare come allievo esterno nel regio collegio di musica "S. Sebastiano", diretto da N.A. Zingarelli, divenuto dal 1826 l'attuale conservatorio di S. Pietro a Maiella.
Nel 1815, sostenuti gli esami per l'ammissione gratuita al collegio, li superò brillantemente e all'età di dodici anni ne divenne allievo interno. Compì gli studi musicali sotto la guida di G. Tritto e F. Ruggi per il contrappunto e la composizione, di G. Furno per il "partimento", di L. Mosca per il canto, avendo quali compagni di corso S. Mercadante, C. Conti, V. Bellini, L. e F. Ricci.
L'arrivo delle truppe austriache nel Regno nel marzo 1821 segnò l'inizio della rapida ascesa del Fornasini. La conoscenza di A. Leonhardt, allievo anch'egli dello Zingarelli, e dal 1822 direttore della banda del reggimento "Kaiser Alexander", ospite, insieme con i sessanta suonatori del "S. Sebastiano", fu l'occasione per il F. di apprendere nuove nozioni ed acquisire altre esperienze. La composizione di pezzi musicali originali quali sinfonie, concerti, temi con variazioni, nonché di elaborate musiche ballabili nello stile di J. Strauss, J. Lanner ed altri compositori d'Oltralpe, affascinò il F. che, particolarmente incline al genere bandistico, seguì fedelmente gli insegnamenti e i suggerimenti del Leonhardt, la stima e l'amicizia del quale gli consentirono di ampliare enormemente le proprie conoscenze e in breve di progredire fino a creare una banda formata da allievi del conservatorio stesso. Fu prima capobanda militare del 1° reggimento svizzero e del 2° reggimento dei granatieri della guardia reale; successivamente direttore di tutte le bande e fanfare militari del Regno. Ricoprì inoltre la carica di ispettore delle sezioni degli strumenti a fiato del locale conservatorio e fu direttore della musica di scena del teatro S. Carlo.
Compose musiche vocali e strumentali che riscossero largo consenso, procurandogli in breve tempo una discreta notorietà. Tuttavia la sua produzione appare oggi di modesto livello qualitativo soprattutto per la mancanza di una originale fantasia creativa; fu comunque assai apprezzato per le ottime qualità didattiche. Nel 1822, a soli diciannove anni, fece rappresentare, eseguita dai suoi stessi compagni, nel teatrino del conservatorio e con buon successo, la sua prima operetta Il marmo su libretto di anonimo; lo stile, imbevuto dei severi precetti del rigido Zingarelli, è comunque vicino per la fantasia e la forma brillante a quello rossiniano allora in voga e imitatissimo.
Ad esso seguirono le rappresentazioni al teatro Nuovo dell'Amalia di Reamur, melodramma in tre atti (libr. di A.L. Tottola, interpreti Teresa Merli e V. Galli) per il carnevale del 1828; Oh quante imposture!, opera buffa in due atti della quale musicò soltanto il primo; il secondo è di D. Gagliardi (libr. anon.) e Un matrimonio per medicina (Napoli, Bibl. del Conservatorio "S. Pietro a Maiella", ms. Aut. XXVI. 1. 18 n. 19; comica in due atti, libr. di F. Livigni, interprete S. Mattei), entrambe nell'autunno del 1829; la farsa in due atti Avvocato in angustie (libr. anon.; Ibid., ms. Aut. XXVI. 1. 23) e l'operetta in due atti La vedova scaltra (libr. di L. Ricciuti, tratto dall'omonima commedia di C. Goldoni) entrambe del 1831; Roberto di Costanzo (Ibid., ms. Aut. XXVI. 1. 24) sottotit. I Seripandi e Costanzi, dramma in tre atti (libr. anon.), rappresentato al teatro S. Carlo, interprete la celebre Matilde Palazzesi, il 30 maggio 1839 per festeggiare l'onomastico di Ferdinando II re delle Due Sicilie; i balli Caterina Cornaro (coreogr. di G. Briol, al teatro S. Carlo) per la stagione 1842-43, insieme con altri; Margherita Pusterla (coreogr. del Taglioni, ibid., 4 ott. 1846) e L'eroe cinese ossia Fedeltà e Clemenza in cinque atti (coreogr. di S. Taglioni, ibid., 19 novembre dello stesso anno); Spagnoli in Africa ballo storico (coreogr. di F. Izzo, ibid., 1852) e la marcia funebre (Bibl. del Conservatorio "S. Pietro a Maiella", ms. XXII. 2. 20 n. 21), nel ballo Merope s.d.
Scrisse inoltre L'Aurora (Ibid., ms. XXVIII. 1. 10 n. 15) quintiglia dedicata a G. Del Pezzo duca di Cajanello, un Sestetto per strumenti a fiato (flauto, due clarinetti, due corni, un fagotto) del 1858 e tre quintetti per flauto, oboe, clarinetto, corno e fagotto, apprezzabili per ispirazione, originalità ed ottima struttura.
Oltre alle opere teatrali, i cui manoscritti sono conservati presso la summenzionata biblioteca, il F. lasciò musica sacra e bandistica.
Morì a Napoli il 24 giugno 1861.
Fonti e Bibl.: F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori (1881-1883), Bologna 1969 (rist. anast.), III, p. 503; IV, pp. 176, 178, 308, 522; C. Villani, Scrittori ed artisti pugliesi, Trani 1904, pp. 368 s.; G. Petroni, N. Formisano [sic], in Della storia di Bari, III, Bari 1912, p. 400; G. Bustico, Bibliografia delle storie e cronistorie dei teatri ital., Milano 1929, pp. 55 s.; F. De Filippis, Cronache del teatro di S. Carlo, I, Napoli 1961, p. 166; G. Mascia, N. F., in Gazzetta music. di Napoli, 31 ottobre e 10 nov. 1865; M.A. Bellucci, I musicisti baresi, in Rassegna pugliese, II (1885), p. 199; A. Giovine, Musicisti e cantanti lirici baresi, Bari 1968, pp. 35 ss.; C. v. Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Österreich, XV, pp. 8 s. (A. Leonhardt); F. Regli, Diz. biogr. dei più celebri poeti…, p. 378; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 555; The MacMillan Encycl. of music and musicians, p. 601; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, pp. 398 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XVI, pp. 334 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 803.