NICOLA di Tuscolo
NICOLA di Tuscolo. – Non sono conosciuti il luogo e l’anno di nascita di questo cardinale vescovo di Tuscolo vissuto fra il XII e il XIII secolo.
Il cognomen «de Romanis» – utile per una possibile individuazione sia della domus d’appartenenza sia della provenienza geografica – in realtà non è mai indicato nelle fonti coeve, ma fu utilizzato per la prima volta nel XVII secolo da Augusto Ciaconio, il quale asserì, senza riferimento ad alcuna fonte, che Nicola era «romanus» (Vitae et res gestae pontificum…, II, Roma 1677, col. 22).
Poco si conosce anche della sua carriera precardinalizia: se fosse appartenuto a un capitolo cattedrale o se si fosse formato in uno Studio generale – denominatori comuni di molti curricula curiali del tempo – sono problemi irrisolti. Gli sviluppi posteriori della sua carriera e la collaborazione stretta con figure autorevoli nel campo del diritto della Chiesa – come, per esempio, il magister e decretista Grazia, arcidiacono di Bologna – fanno supporre una formazione nel campo del diritto canonico.
Secondo i Gesta Innocentii iniziò la carriera curiale nella cappella papale di Innocenzo III, e, come altri appartenenti alla familia papae, godette dei suoi favori. È probabile che fosse lui quel «Nicolaus subdiaconus» papale per il quale Innocenzo III, nell’estate 1204, richiese al capitolo della cattedrale di Vicenza una prepositura. Nel dicembre dello stesso anno il papa promosse al titolo cardinalizio diversi suoi cappellani, tra cui anche Nicola ed è segno dell’ottima stima di cui egli godeva presso il pontefice il fatto che alla prima promozione gli fosse subito assegnata la sede vescovile suburbicaria di Tusculum.
La prima sottoscrizione in questa veste è del 9 gennaio 1205. Tra il gennaio di quell’anno e il maggio del 1213 seguì stabilmente gli spostamenti della Curia, come documenta la continuità delle sue sottoscrizioni ai privilegi papali. Nella documentazione pontificia, tuttavia, l’attività specifica svolta da Nicola emerge di rado. È menzionato da solo tre documenti: nell’aprile 1206, nella causa molto controversa, inserita poi nella Compilatio III, di un sacerdote ferrarese il cui battesimo era stato giudicato «non secundum formam Evangelii» (Die Register Innocenz’III., IX, n. 54, pp. 99 s.); nell’ottobre dello stesso anno, in un’altra causa relativa all’aggressione operata da un chierico di Caltignaga, presso Novara, nei confronti di un ladro, bandito dai consoli dello stesso Comune; nel 1209, in qualità di auditor in una causa relativa al monastero di S. Benedetto Polirone. Sembra, dunque, che in quegli anni Nicola svolgesse prevalentemente l’attività di giudice presso l’audientia papale. Come notato dalla recente storiografia, a dispetto della scarsità di notizie al suo riguardo, la stabile presenza di Nicola in questi dieci anni presso la corte papale induce a pensare che egli, in realtà, potesse essere uno degli uomini più fidati del papa, godendo all’interno del suo entourage di una posizione riservata ma certamente di rilievo.
L’incarico che consacrò ‘politicamente’ Nicola fu la legazione apostolica in Inghilterra, una delle più delicate dell’intero pontificato di Innocenzo III. Nella lettera inviata il 5 luglio 1213 al re d’Inghilterra il papa riservò al suo rappresentante parole d’elogio: «inter fratres nostros merito suae religionis et honestatis speciali diligimus charitate» (Patrologia latina, CCXVI, n. 82, col. 884).
Partito prima del 14 luglio 1213, «quasi angelus salutis et pacis» (ibid.), Nicola giunse in Inghilterra il 20 settembre, con il mandato di riavvicinare la corona inglese alla Sede apostolica e cancellare il pesante interdetto che gravava da cinque anni sul regno di Giovanni Senza Terra. Al legato fu affidato anche il compito di riconciliare la Chiesa inglese e la Corona, facendo in modo che questa ne rispettasse la libertà in materia di nomine episcopali e abbaziali. Inoltre, fu chiamato a predicare e a raccogliere finanziamenti per la crociata. In viaggio, fece tappa presso il re di Francia, Filippo Augusto, per tentare di intavolare una pace tra inglesi e francesi, senza però ottenere alcun risultato. Giunto sull’isola, cercò di portare a termine la missione iniziata dal nunzio e suddiacono papale Pandolfo, anche se si trovò a fare i conti con la difficoltà di coniugare interessi troppo contrastanti: quelli di Innocenzo III di estendere la propria plenitudo potestatis sino ai confini più settentrionali della christianitas; quelli del re Giovanni di limitare le resistenze della nobiltà inglese e mantenere un controllo sulle nomine ecclesiastiche; quelli della Chiesa inglese di difendere la propria libertas dalle ingerenze regie e dalle richieste pressanti di benefici provenienti da Roma. Trasferitosi a Londra, nella cattedrale di St. Paul, Nicola ricevette di fronte al clero e alla nobiltà inglese, l’omaggio feudale di Giovanni senza terra, il quale divenne a tutti gli effetti vassallo della Chiesa.
Non è necessario ripercorrere nel dettaglio i termini di questa legazione, analizzata scrupolosamente da Christopher Robert Cheney (1976) e da Werner Maleczek (1984, pp. 147-151). Si può semplicemente sottolineare che essa si realizzò nel segno di una stretta collaborazione con la Corona inglese: numerose nomine di sedi episcopali e abbaziali vacanti furono concordate direttamente con Giovanni Senza Terra. Questo indirizzo dell’azione del legato, oltre alla richiesta di prebende per i membri del suo seguito e per chierici suggeriti dalla Curia, suscitarono inevitabilmente la viva opposizione del clero inglese, che trovò ascolto presso il papa. Sembra, così, che lo stesso Innocenzo III, dopo averne inizialmente appoggiato l’operato, a un certo punto non gradì più l’atteggiamento marcatamente filoregio di Nicola e lo richiamò in Curia. Il 2 luglio 1214 il cardinale legato, in un concilio londinese, eseguì l’atto solenne di sospensione dell’interdetto, concessa dal papa il 29 giugno, e, probabilmente tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre dello stesso anno, lasciò l’isola.
Di questa legazione di Nicola si possiede un documento estremamente interessante, ritrovato fortunosamente da Angelo Mercati nel 1924 nelle carte della Nunziatura di Germania (Mercati, 1982): la prima relazione che lo stesso cardinale inviò a Innocenzo III il 21 ottobre 1213 da Westminster, dopo il primo mese di attività. Essa fornisce importanti elementi relativi non solo ai problemi che il legato si trovò da subito ad affrontare ma anche alle posizioni dei diversi protagonisti in gioco sulle questioni più scottanti del mandato.
Tornato in Curia, Nicola rimase stabilmente presso il papa fino alla morte di quest’ultimo, come documentano le numerose sottoscrizioni ai privilegi papali del 1215 e 1216. L’esito non propriamente positivo della legazione inglese non incise nella sua carriera curiale. Al contrario, con ogni probabilità egli subentrò nella carica di penitenziere maggiore al cardinale Giovanni di S. Paolo (morto nel 1214) già durante il pontificato di Innocenzo III. Secondo Emil Göller (1907), i documenti più antichi che si riferiscono all’attività di un penitenziere maggiore sono proprio quelli attribuibili a Nicola, che ricoprì tale incarico anche durante i primi anni del pontificato di Onorio III, oltre a quello di auditor per le cause del tribunale papale.
Morì certamente prima del gennaio 1219, mese in cui Onorio III promosse alle sede vescovile di Tuscolo il monaco cistercense Nicola Chiaramonte.
Fonti e Bibl.: Annales monastici, a cura di H.R. Luard, III, London 1866, pp. 38, 42 s., 453; Walter de Conventria, Memoriale, a cura di W. Stubbs, II, London 1873, pp. 214-217; Mattheus Parisiensis, Chronica Majora, a cura di H.R. Luard, II, London 1874, pp. 568-571, 574-576; Rogeri de Wendover Liber qui dicitur Flores historiarum, a cura di H.G. Hewlett, II, London 1887, pp. 93-97, 100-103; III, ibid. 1889, p. 45; Gesta Innocentii, in Patrologia latina, a cura di P. Migne, CCXIV, Paris 1890, col. 212. Per i concili londinesi del 1213 e del 1214: Councils and Synods, with other documents relating to the English Church (1205-1313), II, a cura di F.M. Powicke - C.R. Cheney, Oxford 1964, pp. 19-21, 36-38. Fonti pontificie: A. Potthast, Regesta pontificum Romanorum inde ab a. post Christum natum MCXCVIII ad a. MCCCIV, I-II, Berlin 1874-1875, nn. 2370, 2522, 2701, 2765, 2767, 2776, 2823, 3125, 3132, 3198, 3215, 3266, 3291, 3356, 3370, 3399, 3470, 3472, 3532, 3576, 3621, 3637, 3725, 3726, 3727, 3740, 3742, 3755, 3770, 3789, 3852, 3856, 3858, 3899, 3974, 4061, 4308, 4352, 4354, 4432, 4572, 5065, 5077; Innocentii III romani pontificis regestorum sive epistolarum, in Patrologia latina, a cura di P. Migne, CCXVI, Parisiis 1891, n. 5 col. 14, n. 82 col. 87, n. 80 col. 276, n. 175 col. 345, n. 201 col. 370, n. 202 col. 371, n. 10 col. 536, n. 119 col. 632, n. 79 col. 881, n. 80 coll. 882 s., n. 81 col. 883, n. 82 col. 884, n. 83 col. 884, n. 89 col. 890, n. 133 col. 926, n. 137 coll. 927 s., n. 155 col. 944, n. 164 col. 954, n. 173 coll. 960 s., n. 174 col. 961, n. 175 col. 961; P. Pressutti, Regesta Honorii Papae III, 2 voll., Hildesheim-New York 1978, ad ind.; Die Register Innocenz’III., VII, a cura di A. Sommerlechner - H. Weigl, Wien 1997, n. 98; IX, a cura di A. Sommerlechner, Wien 2004, nn. 54, 73, 173; Original papal documents in England and Wales…, a cura di J. Sayers, Oxford 1999, n. 50. Sulla legazione in Inghilterra: H. Tillmann, Die päpstlichen Legaten in England bis zur Beendigung der Legation Gualas (1218), Bonn 1926, pp. 98-107; C.R. Cheney, Pope Innocent III and England, Stuttgart 1976, ad ind.; A. Mercati, La prima relazione del cardinale Nicolò de Romanis sulla sua legazione in Inghilterra (1213), in Id., Saggi di storia e letteratura, II, Roma 1982, pp. 175-186. Una completa voce biografica si trova in W. Maleczek, Papst und Kardinalskolleg von 1191 bis 1216. Die Kardinäle unter Coelestin III. und Innocenz III., Wien 1984, pp. 147-151, 384-392, con ulteriori riferimenti a fonti e bibliografia. Altri studi: E. Göller, Die päpstliche Pönitentiarie von ihrem Ursprung bis zu ihrer Umgestaltung unter Pius V, I, 1, Rom 1907, pp. 82 s., 86; II, 2, ibid. 1911, p. 130; M. Bihl, Nicolaus de Romanis († 1219), fueritne primus Cardinalis O.F.M.?, in Archivum Franciscanum Historicum, XIX (1926), pp. 286-289; H. Zimmermann, Die päpstliche Legation in der ersten Hälfte des 13. Jahrhunderts. Vom Regierungsantritt Innocenz’ III. bis zum Tode Gregors IX. (1198-1241), Paderborn 1913, ad ind.; A. Paravicini Bagliani, I testamenti dei cardinali del Duecento, Roma 1980, pp. 3, 108, 357; R. Foreville, Le pape Innocent III et la France, Stuttgart 1992, pp. 9, 276; Geschichte des Kardinalats im Mittelalter, a cura di J. Dendorfer - R. Lützelschwab, Stuttgart 2011, ad indicem.