NICOLA di Oresme
Pensatore della tarda scolastica, rappresentante insigne della rinascita scientifica e naturalistica suscitata dall'occamismo nel sec. XIV. Nato a Oresme nella diocesi di Bayeux, studiò teologia all'università di Parigi, dov'era già nel 1348: la sua data di nascita deve perciò cadere nel terzo decennio del secolo. Maestro del Collegio di Navarra nel 1356, divenne più tardi magister theologiae, canonico a Rouen e a Parigi e poi ancora decano a Rouen, finché nel 1377 fu consacrato vescovo di Lisieux. dove morì l'11 luglio 1382.
La sua attività scientifica fu assai varia. Per incarico di Carlo V di Francia tradusse in francese la Politica, l'Economica e l'Etica nicomachea di Aristotele e commentò le due prime opere (v. le edizioni che ne furono fatte più tardi: Aristotelis Politica et Oeconomica cum glossematibus Gallice versa, Parigi 1486; Decem libri ethicorum, ecc., ivi 1488). A questo interesse per i problemi politici ed economici risalgono pure i suoi scritti Livre de politique e Livre appellé économique, ancora inediti, e specialmente il Traictie de la première invention des monnaies, che N. scrisse tanto in francese (la sua originalità si manifesta infatti anche in questo uso del volgare francese per trattazioni di alto interesse scientifico, che egli fece per primo), quanto in latino (entrambe le redazioni sono edite da M. L. Wolowski, Parigi 1864). In quest'opera egli appare come il più acuto economista dei suo secolo.
Ma di gran lunga più notevole fu la sua attività scientifica nel campo della matematica, della fisica e dell'astronomia. Il Duhem fa di lui, con qualche parzialità, il precursore più significativo di Copernico, di Galileo e di Descartes. Opere principali di N. sono nel campo scientifico il Traictie de la sphere e il Traictie du ciel et du monde (in forma di commentario all'opera aristotelica e pseudo-aristotelica) anch'essi in duplice redazione, latina e francese (del primo è edita a Parigi, s. a. la redazione francese; la 2ª ed. è del 1508: del secondo sono stati pubblicati brani da P. Duhem, nella Revue générale des sciences pures et appliquées del 15 novembre 1909 e in Études sur Léonard de Vinci, 3ª s.; Parigi 1913, p. 347 segg.) e il De difformitate qualitatum (estratti nell'ultima opera cit. del Duhem, p. 375 segg.). Nel De difformitate qualitatum sono contenute le prime intuizioni di una geometria analitica, nella quale, dopo aver introdotto le coordinate rettangolari e data un'equazione della retta, passa a considerazioni assai astruse. Un soggetto che abbia la "qualità corporea" e ognuno dei solidi che si ottengono rappresentando la "qualità superficiale" di una delle infinite superficie che si possono tracciare all'interno di essa, sono altrettante figure a tre dimensioni tracciate in uno stesso spazio, puramente ideale, a quattro dimensioni. Nella stessa opera, trattando della dinamica, Nicola Oresme nel 1370, cioè 16 anni prima di Alberto di Sassonia, emette l'ipotesi che la caduta dei gravi sia un moto uniformemente accelerato (ipotesi viziata per altro dal falso assunto di una accelerazione iniziale) e formula la legge che, in tale moto, lega lo spazio percorso al tempo impiegato a percorrerlo. Sembra tuttavia che Oresme non avesse una chiara idea del valore delle proposizioni scoperte, poiché non seppe collegarle tra loro a creare una nuova dinamica. Nel Traictie du ciel et du monde sosteneva e provava la possibilità di ammettere il moto diurno della Terra. Se di questa idea della rotazione terrestre non può essere considerato l'iniziatore (perché, pure prescindendo dagli antichi, si sa da Francesco di Meyronnes che già sul principio del sec. XIV v'era chi sosteneva, a Parigi, quella tesi), ne è tuttavia il primo vero teorico, avendola dimostrata con argomenti che per nettezza e sicurezza vincono quelli poi usati dallo stesso Copernico.
Bibl.: In generale: F. Meunier, Essai sur la vie et les ouvrages de N. O., Parigi 1857; E. Gilson, La philosophie au moyen âge, II, Parigi 1922, pp. 132-36. Per le dottrine economiche, v. W. Roscher, in Zeitschrift für Staatswissenschaft, XIX (1863), pp. 305-18; E. Bridey, La théorie de la monnaye au XIVe siècle, Parigi 1906. Per la teoria della rotazione terrestre, P. Duhem, nella citata Revue. Ulteriore bibliografia, in Ueberweg-Geyer, Grundriss der Geschichte der Philosophie, II, 11ª ed., Berlino 1928, pp. 595-96, 784.