NICOLA di Bartolomeo da Foggia
Scultore. Nel 1272 finì l'ambone destro della cattedrale di Ravello, inscritto col suo nome, sola opera sua finora nota. Più che dall'arte romanica pugliese (è incerto se suo padre fosse appunto l'architetto del castello di Federico II a Foggia), vi derivò da quella di Campania la struttura con leoni stilofori; gli smaglianti musaici, anche a figure, di cui coprì plutei e colonne; le sculture, il cui classicismo prosegue quello di Castel del Monte e specialmente dei marmi della "porta di Capua", ma affinandolo come già per influsso delle opere di Nicola Pisano: nelle due teste, quasi cammei, sulla porticina gotica del pergamo, e soprattutto nel busto muliebre - supposto di Sigligaita Rufolo, ma forse personificazione di "Mater Ecclesia" - in cui la modellazione larga e le stesse fattezze riflettono l'arte classica cun nuova facilità. Un altro busto proveniente da Scala (Ravello) ora a Berlino, è nella maniera di Nicola (v. tav. CXXI).
Bibl.: W. Schulz, Denkmäler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien, II, Dresda, 1860, pp. 268-273; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, III, Milano 1904, pp. 677-684; Filangieri di Candida, in Napoli nobilissima, 1903, pp. 34-36; E. Bertaux, L'art dans l'Italie meridionale, Parigi 1904, pp. 778-783; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Torino 1927, p. 863.