Filosofo e teologo (n. Autrecourt 1300 circa - m. Metz dopo 1350), studiò e insegnò a Parigi. Occamista conseguente, critica a fondo l'aristotelismo, negandone i principî fondamentali: le idee di sostanza e di causa. Muovendo dall'affermazione che certi si può essere soltanto di ciò che si riduce al principio d'identità o si manifesta evidente alla diretta esperienza, N. ritiene che la conoscenza non può superare gli accidenti per attingere una presunta sostanza, come dalla constatazione empirica della successione di due fenomeni non si può dedurre alcun nesso causale (donde l'avvicinamento di N. a D. Hume). Per queste dottrine fu condannato (1346) e i suoi scritti bruciati. Ci restano il trattato Exigit ordo executionis e qualche lettera.